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lunedì 28 marzo 2011

Enzo Bianchi: Una vita da priore

La campana a Bose suona alle 5.30. Prima un tocco, sospeso nel vuoto. E poi altri, con le campane che diventano due, a rincorrersi, veloci. È tempo di svegliarsi. I monaci svegli lo sono già, da un'ora. Accendono la lampada alle 4.30 e cominciano la giornata con una lectio divina: leggono, meditano, pregano, scrivono, studiano, ridono o piangono nel segreto delle loro celle. «Dall'aurora io ti cerco», dice un verso di un salmo che cantano assieme all'alba nella chiesa al centro del monastero. Nei loro abiti bianchi i monaci siedono nella navata sinistra della chiesa. Le monache con gli stessi abiti e il cappuccio sul capo siedono dall'altro lato. Sono un'ottantina. Al centro c'è un leggio con una bibbia aperta. In fondo il crocifisso e il tabernacolo. Sopra, dalle finestre, si intravedono nel buio i contorni innevati dei monti del biellese: Mucrone, Mars, Camino.

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