Angoscia e speranza
Ha lo sguardo impaurito, quando si spalancano i portelloni dell'ambulanza. Poco più di 20 anni, una bandana a coprirle il capo, solleva la coperta che i soccorritori le hanno messo addosso per guardarsi il grembo. Il volto è tirato, la dolcezza dello sguardo contempera la stanchezza che segna il viso. E' tirato anche il volto degli infermieri che scaricano la barella e la portano nel poliambulatorio di Lampedusa. La ragazza è incinta di tre mesi, ma ha avuto le doglie, o qualcosa di simile, troppo presto. Ha trascorso troppi giorni sul barcone di etiopi in viaggio nel Canale di Sicilia diretto verso le coste italiane: partito dalla Libia con 330 disperati a bordo, puntava a Lampedusa, lo faranno sbacare a Linosa. Lei no, lei doveva essere soccorsa. Così un elicottero della nave Etna della Marina Militare l'ha prelevata dal barcone e l'ha trasportata sull'isla, poi la corsa in ospedale.
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Da un telefono satellitare, sperduto in mezzo al mare, in mano a Samuel, alla deriva insieme ad altri 300 disperati che stanno per affondare, si sentono voci, grida d´aiuto e il vagito di un bambino appena nato. È il frutto di un miracolo, forse non il solo di questa lunghissima giornata. Ieri sera un´altra donna ha avuto le doglie a bordo. Il primo neonato lo hanno chiamato Yeabsera che vuol dire “dono di Dio”. Sono le tre del pomeriggio di ieri ed il barcone di fuggiaschi è ad almeno sessanta miglia da Lampedusa. Per salvare il piccolo arriverà un elicottero.
CLANDESTINO O PROFUGO? – Yeabsera è un clandestino o un profugo? Merita asilo politico o va espulso immediatamente (magari con uno sconto sulla pena pecuniaria, vista la taglia ridotta)? La risposta è semplice: i genitori fuggono dalla Libia, dove c’è la guerra: quindi sono profughi e meritano asilo politico. Yeabsera è nato in mezzo al mare, dove la guerra non c’è: quindi è un clandestino e va rispedito da dove viene. Una conclusione assurda? Forse perché è assurda la distinzione fra clandestino e profugo: se quest’ultimo sfugge da una probabile morte per una guerra nel suo paese, il clandestino sfugge da una probabile morte per fame, assenza di lavoro, ecc. Il profugo non possiamo rimandarlo indietro, perché lo manderemmo a morire di morte violenta. Perché invece il “clandestino” possiamo rispedirlo serenamente a morire di stenti? (Fonte: gossipitaliano.it)
In merito alle ultime vicende a Lampedusa, mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento, interviene con il seguente comunicato.
Mentre a Lampedusa proseguono gli sbarchi, i bambini vengono sistemati nella base Loram nelle anguste stanze di una caserma dismessa, il filo spinato resterà impresso nei loro ricordi. Si attende la nave con 300 eritrei, quella che qualche giorno fa pareva essersi dispersa nel Mare Nostrum, continuano i trasferimenti verso la Puglia dove sorgerà un nuovo CIE. I politici italiani rilasciano fantasiose dichiarazioni di rimborsi fino a 3mila euro per chi sceglierà di rimpatriare. Ma il triste valzer non si ferma alle bizzarre proposte. Il meglio di sè lo tira fuori la Lega.