TACERE È DIRSI COMPLICI
Lettera aperta dei frati
della Fraternità Carmelitana
di Barcellona Pozzo di Gotto
(Foto di repertorio)
Noi frati carmelitani, nati da una comunità di frati eremiti, che tra la fine del XII secolo e gli inizi del XIII secolo scelse di dimorare sul Monte Carmelo in Palestina, e per questo ci sentiamo legati da un “cordone ombelicale” alla terra di Israele, la Terra del Signore, oggi di fronte allo scempio di vite umane, che continua a consumarsi nella striscia di Gaza e nel territorio della Cisgiordania, non possiamo continuare a tacere.
Proviamo vergogna per quanto il governo israeliano sta compiendo a Gaza nei confronti di civili inermi. Con il passare dei giorni è diventato sempre più chiaro il progetto, che i vari governi di Israele hanno coltivato da lungo tempo. L’atto vile e criminale di Hamas in quel “7 ottobre” è servito al governo presieduto da Netanyahu come un “via libera” per portarlo a compimento.
Il progetto è molto semplice: si tratta di ridare la terra di Palestina all’unico popolo che ne ha la titolarità, perché quell’unico Dio, Signore del cielo e della terra, un giorno l’ha promessa ad Abramo. Così questo governo di Israele, sostenuto dal partito degli ortodossi, rifacendosi ad un libro della Bibbia e precisamente al libro di Giosué, si sente autorizzato a liberare la Palestina dai Palestinesi. Il riferimento al libro di Giosué è quanto mai emblematico, dove al capitolo 10 leggiamo come avvenne la conquista: «Giosué in quel giorno conquistò Makkeda passò a fil di spada la città, il suo re, li votò allo sterminio con ogni essere vivente che era in essa: non lasciò alcun superstite»: questo testo offre al governo Netanyahu l’appoggio per non dover fare i conti con la coscienza universale.
In quanto cristiani, in quanto cittadini di un Paese, che si dichiara ancora cristiano, vogliamo gridare la nostra vergogna, la nostra indignazione per quanto continua a consumarsi in quella terra di Palestina. Vogliamo, inoltre, innalzare al Dio della vita e della misericordia, la nostra preghiera, perché tutto questo scempio di vite umane abbia un termine e perché quel popolo ebraico, che ha conosciuto la shoà ritrovi la forza di contemplare nel volto dell’altro il volto di quell’Altro, che per Israele è il Dio dell’Alleanza.
Allo stesso tempo vogliamo esprimere la nostra indignazione per come il governo italiano e i vari governi europei stanno affrontando questo grande dramma medio-orientale. Alle tarde e flebili parole di presa di distanza non c’è alcun seguito in termini di interruzione della vendita di armamenti e di sospensione delle varie cooperazioni, specialmente quelle che riguardano la ricerca tecnologica in campo militare.
Infine ci saremmo aspettati dalla Chiesa italiana, considerata nel suo insieme, una parola più chiara. Ma tutto resta ovattato in un linguaggio spirituale ed astratto.
Cari fratelli e sorelle nella fede ed in umanità, abbiamo voluto condividere con voi il nostro disagio ed il nostro rifiuto di continuare ad essere complici di un vero e proprio genocidio. Aiutiamoci a trovare strade possibili per far sentire in alto la nostra voce.
La Fraternità Carmelitana
Barcellona P.G. (ME)
15 agosto 2025
Solennità dell’Assunzione della B. V. Maria