Viviamo oggi
in un mondo
chiuso alla speranza?
Felice Scalia
(VIDEO)
23 ottobre 2024 - Primo dei
Mercoledì della Spiritualità 2024
promossi dalla
Fraternità Carmelitana
di Barcellona P.G. (ME)
“La preghiera apre la porta alla speranza”
C’è ancora spazio per la speranza
Se guardiamo i fatti di ogni giorno, se apriamo un giornale, se diamo un’occhiata al telegiornale, si ha proprio l’impressione di vivere in un pianeta di antropoidi impazziti e disperati. Osservate il regime che ci governa, la quasi totalità dell’ambiente occidentale ufficiale; respirate l’aria che spira tra politici e giovani, e vi convincerete che siamo davvero in un mondo disperato, “infernale” – come direbbe Italo Calvino. Si associerebbe a lui il suo contemporaneo Jean Paul. Sartre che parlava degli “altri” umani come l’inferno del singolo soggetto. Nell’inferno si è lasciata fuori ogni speranza.
Eppure non possiamo fare a meno di chiederci se questa impressione è più di un vago sentimento, di una sensazione. La disperazione appartiene all’essenza del mondo? È totalizzante? Struttura il mondo nella sua profonda verità? Oppure chi parla di disperazione planetaria tenta solo la descrizione di ciò che vediamo e subiamo?
Rinunceremmo molto facilmente a vivere se non fossimo capaci di pensare che nel mondo c’è buio e c’è luce, e che, in ogni caso, non siamo damnati ad inferos, che c’è ancora spazio per la speranza come unica strada di salvezza.
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E Dio allora che fa? Ci dà il suo Spirito perché possiamo uscire dal nostro egoismo, organizzare la vita in modo che tutti abbiano pane, tutti sia perdonanti-perdonati, tutti si riconoscano fratelli, tutti rispettino la dignità di tutti, tutti chiamino male il male e bene il bene, e vivano da liberati dal male, dal nulla, dalla tendenza di uomini che ci godono a sovrastare gli altri come se fossero dio.
Queste radici della speranza non sono però in mano al singolo. Credere nel possibile e attenderlo, è problema di fede nella salvezza portata da Gesù; e la fede c’è “se due o tre sono riuniti nel Suo nome” (cf. Mt 18,20). La speranza è anelito di comunità che inseguono la speranza, perché questa umanità dispersa si riunisca di Gesù.
Speranza non è previsione (razionale o solo desiderata) del futuro. È compiere determinate azioni nella certezza che, comunque vadano le cose, ciò che stiamo facendo ha un senso. È nella speranza che amiamo. È nella speranza che diciamo – schierandoci – Io credo! È in questo tipo di speranza che una ONG mette nel Mediterraneo una nave… È nella speranza che si genera un figlio. Questa speranza, implicita o esplicita, è connessa con la fede.
Sintetizzando al massimo ciò che ci siamo scambiati, forse possiamo dire che fino a quando sulla Terra ci sono uomini di speranza vera, fattiva, operosa, non possiamo dire che viviamo in un mondo di disperati. C’è ancora spazio per la vita e la felicità di ogni nato da donna.
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