'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere
giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Gv 13,31-35
L'episodio narrato è inserito nell'ultima cena, la Pasqua dell'Agnello di Dio che l'evangelista Giovanni, a differenza dei sinottici, non rappresenta con la consacrazione delle specie del pane e del vino, ma con il gesto di Gesù che, indossato un grembiule, si fa servo dei discepoli lavando loro i piedi. L'Eucaristia è essenzialmente servizio amoroso ai fratelli "fino alla fine", fino alla consegna totale di sé. Subito dopo c'è l'uscita di scena di Giuda che, preso il "boccone dell'amico" (boccone che, durante il Seder di Pasqua, il capo famiglia consegna al commensale più importante o a quello che più ama) va a consegnare nelle mani della morte il suo maestro e Signore. "Ed era notte !" (13,30) annota l'evangelista. Era notte nel cuore di Giuda divenuto ormai dimora del diavolo (13,2); l'ora "dell'Impero delle tenebre" (Lc 22,53), dell'effimera vittoria della morte sul Signore della Vita. Ma quello che per i correligionari di Gesù è simbolo di maledizione: "L'appeso è una maledizione di Dio " (Dt 21,23), per Gesù è la manifestazione più alta dell'Amore e della Gloria di Dio (31,32). E' il "comandamento nuovo", il comandamento di tutti i comandamenti, quello che non elimina ma assorbe, riassume ed illumina tutti gli altri. E' il comandamento dell'Agape di Dio, dell'Amore infinito e gratuito del Padre per il Figlio e per tutti i suoi "figliolini", l'amore di Gesù per tutti suoi discepoli.
Se vogliamo essere partecipi di questa storia d'amore, siamo allora anche noi chiamati ad amare tutti gli uomini con la stessa misura e identica motivazione, in virtù del fatto che "noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo" (1Gv 4,19)