HOREB 1/2016 (n. 73)
TRACCE DI SPIRITUALITÀ
A CURA DEI CARMELITANI
Uno dei motivi per cui si è dato vita alle
città, riteniamo, sia stato quello di offrire all’uomo la possibilità di
stabilire rapporti di comunione con altri uomini dandogli l’opportunità di
emanciparsi dal nomadismo e nello stesso tempo di non chiudersi nel clan o
nelle pareti domestiche.
L'idea di città, quindi, porta con sé il desiderio profondo di un
progetto di una comunità solidale e nonviolenta, in grado di riconoscere le
legittime differenze e di vivere i contrasti e di gestire insieme il proprio
cammino attraverso una prassi di partecipazione dialogica e responsabile.
Ma, in effetti, la città storicamente non esprime questo volto. Al
suo interno accanto alle potenzialità esplodono contraddizioni, per cui essa
spesso diventata spazio dove, dietro la facciata, si sviluppano situazioni di
anonimato e di indifferenza. Proprio nella città spesso ci si ritrova a vivere
forme di solitudine, per cui pur ritrovandoci in mezzo a una folla ci si sente
come stranieri, fatti oggetto di rifiuto e di violenza.
Tenendo conto di questa situazione, Papa Francesco nella “Evangelii
Gaudium” lamenta: «quello che potrebbe essere un prezioso
spazio di incontro e di solidarietà, spesso si trasforma nel luogo della fuga e
della sfiducia reciproca. Le case e i quartieri si costruiscono più per isolare
e proteggere che per collegare e integrare» (n. 75). Ed evidenzia, ancora, che
nella città «vi sono cittadini che ottengono i mezzi adeguati per lo sviluppo
della vita personale e familiare, però sono moltissimi i “non cittadini”, i
“cittadini a metà” o gli “avanzi urbani”» (n. 74).
Da qui l’invito, ai credenti a far proprio «il senso unitario e
completo della vita umana che il Vangelo propone», nella consapevolezza che
«vivere fino in fondo ciò che è umano e introdursi nel cuore delle sfide come
fermento di testimonianza, in qualsiasi cultura, in qualsiasi città, migliora il
cristiano e feconda la città» (n. 75).
La riflessione, a più voci, della
monografia del presente quaderno, vuole essere un tentativo di individuare
percorsi che possano ridare alla città un volto umano, dove sia possibile
intrecciare relazioni condotte sotto
lo sguardo e a misura di sguardo.
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