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giovedì 15 gennaio 2015

“Dare un volto umano alla città: l’esperienza di Giorgio La Pira ci interpella” tavola rotonda a Barcellona P.G.

TAVOLA ROTONDA
 “Dare un volto umano alla città: 
l’esperienza di Giorgio La Pira ci interpella”


SABATO 17 GENNAIO 2015 h. 19.00
SALA CONVEGNI
PARCO URBANO MAGGIORE LA ROSA
BARCELLONA P.G. (ME)




Evento inserito nel programma “In dialogo con la città. Custodi dell’umano”, nel contesto dei preparativi della festa di s. Sebastiano, patrono della città.

sac. Giuseppe Turrisi
Presiede e modera: 
sac. Giuseppe Turrisi, vicario foraneo

Intervengono: 
p. Gregorio Battaglia ocarm,
il sindaco Maria Teresa Collica, 
l’assessore Raffaella Campo,
la Dott.ssa Maria Rosa Naselli.





"...La Bibbia dei cristiani si chiude con il libro dell’Apocalisse, che a sua volta propone come sbocco finale della storia umana la discesa dal cielo “della città santa, della nuova Gerusalemme”, la cui bellezza consiste soprattutto nelle proporzioni ben misurate e nelle dodici porte sempre aperte. Questa “nuova città” si presenta come superamento e trasfigurazione della città degli uomini, raffigurata in modo simbolico dalla città di Babilonia, luogo di incontro, di scambio e di affluenza di ogni bene, ma anche luogo di perdita del valore della creatura umana, ridotta anch’essa a merce di scambio (cf. Ap 18).La Bibbia vede la città, in quanto realtà delimitata da mura, come un grembo, chiamato a custodire e a favorire la vita di coloro che vi sono accolti. Dentro di essa l’uomo può esplicare la sua intima natura relazionale, perché la città con il suo modo di organizzarsi può favorire lo sviluppo delle arti e dei mestieri. Eppure la città è sempre tentata di tradire la sua vera vocazione ad essere spazio di vita e di comunione. Non per nulla la Bibbia pone come fondatore della città lo stesso Caino, l’uomo incapace di alzare lo sguardo per vedere l’altro non come nemico, ma come fratello.
Per la Bibbia l’uomo e la stessa città hanno bisogno di essere riscattati, redenti, chiamati, cioè, ad abbandonare la forma Cainesca, che tende a produrre inesorabilmente emarginati e vite scartate, per assumere il volto che le viene donato dal cielo. Per questo Gerusalemme è la città verso cui tutti siamo incamminati, anche le stesse città degli uomini, perché essa si presenta davvero come la città della pace, in quanto vero spazio di fraternità .. " (p. Gregorio Battaglia o.carm)