"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Ai discepoli che domandano "quando" e "quali i segni" della fine, Gesù risponde di "vegliare", di stare vigilanti, per non rimanere invischiati nella routine quotidiana che rischia di obnubilare le loro menti e non permette di percepire la straordinarietà dell'evento incombente. Nella vita di tutti i giorni avviene il giudizio di Dio, nelle dure fatiche del banalissimo quotidiano si opera la salvezza o la perdizione. Per questo motivo è necessario essere vigilanti per sapere discernere che la sua venuta avviene sempre, ogni momento della vita, "discernimento e vigilanza che servono per riuscire a vedere l'Emmanuele - il Dio con noi (cf.1,23). Chi lo attende e lo riconosce, coi fatti e non solo a parole, lo incontra come lo Sposo che viene. Diversamente è come un ladro, che ci scassina la casa."(cit.). Allora, come nell'arca non furono accolti tutti ma soltanto coloro che si accorsero del disastro imminente, così nel Regno, di cui l'arca è figura, vengono accolti soltanto quanti vivono il messaggio di salvezza di Gesù, quanti traducono il discernimento e la vigilanza in una operosità quotidiana fedele alla sua Parola, le cui coordinate per la 'navigazione' sono già state indicate nel discorso della montagna (5,1-7,28). Il Signore non intende predirci il futuro ma ci rinvia a leggere la nostra storia alla luce della sua esistenza. "Infatti il giudizio futuro di Dio su di noi altro non è che il nostro giudizio presente su di Lui: lo compiamo noi - hic et nunc - nel nostro riconoscerlo o meno nei fratelli "(cit.)