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giovedì 7 maggio 2015

L’emergenza immigrazione - Lampedusa: porta di dolore e speranza di Bruno Forte

L’emergenza immigrazione 
Lampedusa:  
porta di dolore e speranza

 di Bruno Forte

Arcivescovo di Chieti-Vasto 





"Lampedusa vuol dire ormai “porta”: per tanti, uomini, donne, bambini, in fuga dal loro passato carico di dolore, di prove, di privazioni, di attese, l’approdo a quell’isola significa la meta e il nuovo inizio di un viaggio della speranza, lo spazio di un ingresso, che chiede accoglienza, dignità, amore. Proprio così, quella “porta” ci sfida tutti, provocandoci a capire le ragioni dell’altro, il mondo interiore dell’emigrante, le ferite della sua anima, profonde al di là di ogni visibilità e di qualsiasi possibile calcolo. Porta del dolore, porta della speranza e porta dell’amore concreto e vissuto, Lampedusa ci convoca tutti a un esame di coscienza, che sia verifica della nostra storia personale e collettiva sulla misura che sola può veramente valutarla, quella aperta sull’orizzonte di Dio, Signore di tutto e di tutti. Porta del dolore, custodito nel cuore della persona che l’ha provato e lo prova, Lampedusa accoglie storie di sradicamento, di estraneazione, di umiliazioni subite, quando non di torture inflitte dai mercanti di uomini. Chi ha lasciato la propria terra, si è sradicato da un’appartenenza che spesso era la sua sicurezza, il suo rifugio antico, la promessa tante volte priva di ogni certezza del suo domani. Chi affronta la sfida del mare infido e grande, visto come unico sentiero della speranza, ha lasciato dietro di sé un mondo, il suo mondo, intrecciato di affetti, di storie vissute, di racconti trasmessi, di desideri accesi: dietro i volti segnati dal vento, dal sole, dall’aria del deserto e del mare, dentro i cuori, ci sono legami spezzati, addii spesso laceranti e costosi, sacrifici superiori a ogni immaginabile calcolo, affrontati in nome di una sete di vita e di futuro diverso, voluto a ogni costo per sé e per quanti si amano o si potranno amare. La porta del dolore non cancella il passato, lo accoglie, custodendolo anzi nel profondo dell’anima come ragione per andare avanti e sfidare l’oscurità del domani, cercando la luce di un’alba diversa. Proprio così, Lampedusa, porta del dolore, è inseparabilmente porta della speranza: quelle donne e quegli uomini, sopravvissuti a innumerevoli rischi e pericoli, portano in sé un desiderio più grande di ogni ostacolo affrontato e superato ...
Proprio così, a Lampedusa s’intrecciano tutti i motivi ispiratori del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco: il perdono ricevuto e donato, a partire dal dialogo con Dio e fra gli uomini, e in particolare dal dialogo interreligioso; la grazia di un giubileo decentrato nel mondo, per raggiungere ogni creatura e toccare veramente ogni cuore; il Vangelo della Croce, come buona novella dell’amore infinito del Dio vivente per ognuna delle Sue creature; la rivelazione e il dono del Crocifisso Risorto per la speranza del mondo, la rinascita di quanto sembrava perduto e la pienezza dell’amore e della vita, com’è desiderata dal Signore. Lampedusa “porta del dolore” evoca la misericordia come consolazione e medicina di tutte le ferite dell’anima; “porta della speranza” richiama il volto misericordioso del Dio che fra il già della resurrezione di Cristo e il non ancora del Suo ritorno glorioso vuole costruire con noi un mondo più giusto, più vero e più bello; “porta dell’amore” rende presente il Figlio di Dio, fatto uomo per noi, e la potenza del Suo amore misericordioso e fedele, che libera e salva chiunque in Lui confidi. A Lampedusa la misericordia si ...
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Lampedusa: porta di dolore e speranza (PDF)