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mercoledì 27 maggio 2015

"I KILLER SUL PIANEROTTOLO. MIA MADRE NON HA RETTO...Dobbiamo unire tutte le nostre forze per dire basta alla violenza della 'ndrangheta, ma anche alla corruzione e alla cattiva politica. " don Luigi Ciotti

"I KILLER SUL PIANEROTTOLO.  MIA MADRE NON HA RETTO ...
Dobbiamo unire tutte le nostre forze per dire basta alla violenza della 'ndrangheta,
 ma anche alla corruzione e alla cattiva politica. 
don Luigi Ciotti


«Anche mia mamma è una vittima della violenza mafiosa». Non lo aveva mai detto don Luigi Ciotti. Parla dei progetti di attentati nei suoi confronti, dei tentativi di ucciderlo, fin dentro casa. «Mamma stava male, è crollata». È successo tanti anni fa ma non ne aveva mai parlato. Ed è per tutti una sorpresa, anche quelli che lo conoscono da tanti anni, quando il presidente di Libera affida queste inediteparole alle centinaia di ragazzi delle scuole superiori della Locride che affollano l'aula magna dell'Istituto tecnico commerciale "Guglielmo Marconi" di Siderno. Terra di 'ndrangheta ma anche di speranza e di impegno. È qui invitato dal vescovo di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva. «Abbiamo bisogno di ascoltare esperienze di vita - spiega - e don Luigi ci porta la sua esperienza sacerdotale. Abbiamo scelto appositamente una scuola perché proprio i giovani hanno più bisogno di testimonianze. Quello di oggi è un segno, un messaggio di speranza, un richiamo ai valori alti della vita»
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«Abbiamo solo questa vita, non ne avremo un'altra. Non consumiamola ma spendiamola insieme. Cacciamo la rassegnazione. Anche in questa terra c'è tanta gente che ci crede. Ma c'è anche chi vuole distruggere questo sogno». Ed è proprio a questo punto che parla dei primi progetti per ucciderlo, più di venti anni fa. «Un giorno mi stavano aspettando sul pianerottolo di casa e solo la curiosità di una vicina "pettegola" mi ha salvato...». Ma la mamma che già «stava male dopo aver saputo del primo progetto di attentato, è crollata». Fino, poco dopo, alle drammatiche conseguenze. «È morta tra le mie braccia». Parole che le centinaia di giovani accolgono con un intenso silenzio. Mentre chi lo conosce bene rimane stupito di un don Luigi che mette a nudo la sua vita privata. Ma che torna a incitare. «Dobbiamo unire tutte le nostre forze per dire basta alla violenza della 'ndrangheta, ma anche alla corruzione e alla cattiva politica. La parola Calabria vuol dire "far risorgere il bene". Tocca a voi, tocca a noi, tutti insieme far sì che questo possa continuare ad essere»

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