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venerdì 15 maggio 2015

Il declino dell’Italia di Giuseppe Savagnone


Il declino dell’Italia

di Giuseppe Savagnone







"Non vorrei essere scambiato per una Cassandra. Se non altro, perché non voglio predire il futuro, ma denunciare il presente. 
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Il vero problema siamo noi, gli italiani. Il declino dell’Italia non dipende da un destino scritto negli astri, ma dalla crisi della nostra consapevolezza, dalla nostra abdicazione all’esercizio della libertà. Una responsabilità particolare credo ricada su chi, come me, si ritiene credente. Dove sono finiti i cattolici italiani? Non hanno nulla da proporre di nuovo e di alternativo, di fronte allo sfacelo delle altre identità politico-culturali? Eppure la loro visione della società, fondata sul primato del bene comune, sulla solidarietà e la sussidiarietà, non è stata sconfessata, come il marxismo, dalla storia, e potrebbe costituire oggi un polo di aggregazione per tanti che avvertono il malessere di una società malata di individualismo e utilitarismo selvaggi.

Non si tratta di mettere avanti un’etichetta per ricostituire il “partito cattolico”, ma di riscoprire un patrimonio culturale che oggi è più attuale che mai e intorno a cui possono aggregarsi, insieme a tanti credenti, tanti seri non credenti. Ma per fare questo bisogna riattivare dinamiche culturali che sono oggi latitanti nelle nostre parrocchie e condividerle con chi ne sta fuori. Non basta applaudire papa Francesco, bisogna tradurre in progetti politici e sociali concreti il suo altissimo magistero. Bisogna rimettersi a pensare, a confrontarsi, a costruire alternative. ..." (Giuseppe Savagnone)