Ci sono quattro referendum per cui andare a votare il 12 e 13 giugno. Due sono per rivendicare la libertà dell’acqua. La libertà dell’acqua consiste nel fatto che essa non sia di proprietà di nessuno; è un dono di Dio, e come tale è celebrata in tutti i modi nella veglia della notte di Pasqua; in ogni caso, anche per coloro che non si fanno emozionare da Dio, essa è una pertinenza della terra, e come tale è un bene comune, il che vuol dire che appartiene di diritto all’intera umanità, e perciò a ciascun uomo e a ciascuna donna, e anzi ad ogni vivente, perché è la condizione della vita.
Di conseguenza non si può privatizzare, cioè dare in proprietà a nessuno, e nessuno se la può vendere, per il semplice fatto che non è una merce. I due referendum abrogativi tendono ad eliminare, con la vittoria del “sì”, le norme che col pretesto di regolare la distribuzione dell’acqua (che dalle mani pubbliche si intende sia trasferita a mani private) di fatto attribuiscono l’esclusività della gestione dell’acqua alle imprese private, pur senza attribuirne loro la proprietà; e perciò i privatizzatori, che ci sono in tutti i partiti, anche a sinistra, gridano che la proprietà dell’acqua non è in discussione e che pertanto i referendum sarebbero pretestuosi e andrebbero disertati. Ma l’esclusività è precisamente un connotato della proprietà, e perciò chi ha l’esclusività della distribuzione, di fatto ha la proprietà di ciò che distribuisce e commercia, e perciò sfrutta come privato un bene pubblico, un bene comune.
Leggi tutto: Referendum: per salvare l’acqua della nostra vita, per favore non andate al mare di Raniero La Valle
Video: ACQUA LIBERA TUTTI - Ragioni per cominciare "a contare" in attesa del referendum.
Ospite Riccardo Petrella, professore ed economista, tra i massimi esperti sulle tematiche dell'acqua e per la difesa dei beni comuni; istituisce il comitato per il contratto dell'acqua; nel 2001 pubblica il "manifesto sull'acqua". Conduce la serata il giornalista Stefano Morselli