Oltre 400 partecipanti e 30 relatori per il convegno "Dipendenze e consumi", che si è concluso a Torino con una serie di proposte per rilanciare politiche non repressive, ma educative sul tema della droga.
Eros, 19 anni morto a Roma. Concetta 26 anni, morta a Torino, Piero 22 anni, morto a Milano. Sono i nomi dei primi morti di droga in Italia. A ricordare queste e altre vite spezzate dalla tossicodipendenza è stato don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele, in apertura del convegno nazionale "Dipendenze e consumi" che si sta svolgendo a Torino, a 35 anni dall'approvazione delle legge 685 sulla droga.
La droga è sempre una privazione della propria libertà, una schiavitù alimentata dalla società dei consumi che crea nuovi bisogni. La riflessione del filosofo Salvatore Natoli.
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«Dobbiamo tornare a farci sentire». Questo l'appello di Luigi Ciotti agli oltre 400 operatori sociali presenti al convegno nazionale sulle dipendenze che si è concluso oggi alla Fabbrica delle "e", la sede del Gruppo Abele a Torino. «Dobbiamo farci sentire e farci capire anche fuori dai nostri contesti, usare linguaggi accessibili ai "non addetti ai lavori", come non sempre siamo stati capaci di fare in passato».
A 36 anni dalla protesta che portò alla legge 685, che non trattò più il tossicodipendente da criminale ma da persona bisognosa d'aiuto, il Gruppo Abele fa il punto della situazione.
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Il commento del vicepresidente Grosso: “Non è stato risolto il ginepraio di contraddizioni sulla normativa e non si è completata la trasformazione dei progetti sperimentali in servizi strutturali e permanenti”
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