La mia giovinezza ormai lontana è stata un tempo vissuto con gioia e anche con tristezza. Le gioie erano la mia famiglia, dove ho vissuto una condizione felice fino ai vent’anni, e soprattutto le amicizie che mi sono sempre state facili, sentivo forte l’attrazione verso l’amicizia con i miei compagni di età e qualche volta ricevevo i rimproveri di mia madre perché vi dedicavo troppo tempo. Confrontate con la realtà di vita dei giovani di oggi, queste due dimensioni sono cambiate profondamente, e il cambiamento è avvenuto in peggio. L’individualismo del giovane nasce già in famiglia, dove non vive quella scuola di dialogo, di scambi che possano fare di lui quasi insensibilmente una persona c o r d i a l e .
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Sistematicamente ci viene proposto il tema e il problema dei giovani. Vi vorrei parlare piuttosto del problema degli adulti in rapporto con i giovani. La relazione adulti - giovani è difficile perché parte da un atteggiamento di base non corretto: il giovane deve imparare dall’adulto e condividerne i valori. Fratel Arturo nei suoi momenti “profetici” ripete che i nostri valori di adulti sono come fiori recisi tanti anni fa e appassiti nelle nostre mani. Pretendiamo che i giovani li apprezzino, li condividano e li amino. Il giovane sta su un’altra lunghezza d’onda.