Arrivano le feste, ma con esse anche una domanda sempre più pertinente: siamo ancora capaci di fare festa? Riusciamo ancora a segnare un tempo come festivo, diverso dal feriale quotidiano? E, se e quando ci riusciamo, di cosa abbiamo bisogno per distinguerlo dalle ormai sempre più numerose occasioni che abbiamo per festeggiare, stimolati come siamo da un mercato che ci vuole sempre pronti a consumare tempo e denaro in beni fuori dall’ordinario? Finiamo per credere che ciò che caratterizza la festa debba essere l’eccesso, la ricchezza, il poter spendere per il superfluo, lo stordirci con lo stra-ordinario.
In questo senso il Natale è divenuta la ricorrenza che più di altre mostra la contraddizione in cui ci troviamo e il conseguente paradosso di trovarci in ansia per la festa: siccome ha perso la preziosità che gli derivava del suo essere unica o quasi durante l’anno, ora sembra condannata a distinguersi dalle mille altre feste che ci siamo inventati attraverso un “di più” di tutto...
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