"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
PRESENTAZIONE DEL SIGNORE ANNO C
Dopo la manifestazione del Pastore ai pastori e ai poveri, Gesù viene presentato al tempio in obbedienza alle disposizioni Torah. L'alleanza tra Dio e Israele ha il suo segno visibile nella circoncisione che ancora oggi marca l'appartenenza al popolo che ha scelto di servire Jahweh e di riconoscerlo come unico Signore. «Gesù, vero Dio, è anche il vero Israele, fedele all'alleanza, obbediente alla Parola, pieno compimento della Torah» (cit.). Gesù è accolto tra le tenere braccia di Simeone (che significa: Dio ascolta) che è il simbolo del Israele rimasto fedele che attende, senza stancarsi, la sua consolazione. Simeone è l'uomo che ascolta la Parola e la mette in pratica e il suo cantico, che la liturgia ci fa pregare a compieta, rappresenta il grido incontenibile - soffocato dall'attesa di secoli - che finalmente prorompe nella gioia con il fiato di tutta l'umanità, come fiume impetuoso che abbatte ogni argine e dilaga. Finalmente possiamo chiamare per nome ha-Shem, «il Nome che è al di sopra di ogni altro Nome», che nessuno mai ha potuto vedere (se non di spalle), conoscere pienamente e che nessuno è stato mai in grado di pronunciare. Poter dire il Nome di Dio significa ritrovare ognuno le proprie radici nel Nome che sta all'origine di ogni altro nome. «Ora siamo in grado di pronunciare il Nome di Dio perché Dio si è fatto concepire e si è donato a ciascuno di noi, realizzando finalmente quel che era il più grande desiderio dell'uomo.» (cit.)