E' una visita ormai diventata consuetudinaria del suo Pontificato quella che Jorge Mario Bergoglio compie prima e dopo ogni Viaggio Apostolico fuori d'Italia. Anche in quest'occasione, prima di partire infatti si è recato nella Basilica di Santa Maria Maggiore, il luogo sacro mariano più antico dell'Occidente. Come è noto il Papa è molto devoto alla Madonna e questo spiega il perché affidi la buona riuscita di ogni sua visita apostolica all'antica icona bizantina della Salus populi romani.
È iniziato, infatti, il 16° viaggio apostolico internazionale di Papa Francesco che si reca in Georgia e in Azerbaijan, seconda tappa della più ampia visita nel Caucaso, che a giugno ha visto il Santo Padre in Armenia. L’aereo con a bordo il Pontefice (un A321 dell’Alitalia) è decollato dall’aeroporto internazionale di Roma-Fiumicino verso le ore 9 ed è previsto che atterri allo scalo internazionale di Tbilisi alle ore 15 (le 13 di Roma), dopo quattro ore di volo.
Sull’aereo Papa Francesco come di consueto si è recato a salutare gli operatori dei media che lo accompagnano sul volo papale.
Questo il testo delle parole che il Papa ha rivolto ai giornalisti, dopo il saluto del Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke:
Burke:
Santo Padre, grazie di stare con noi. Volevo dire soprattutto grazie per la disponibilità, per la pazienza. Abbiamo visto l’altro giorno che ha salutato 400 giornalisti, uno per uno… Grande pazienza! Però speriamo che oggi non mettiamo alla prova la Sua pazienza. Questo è un saluto che il Santo Padre farà, e poi la conferenza stampa sarà dopo, al ritorno, non questa mattina.
Papa Francesco:
Buongiorno! Dò a tutti voi il benvenuto. Grazie per la compagnia. E inoltre do il benvenuto al primo viaggio di Greg [Burke].
Burke:
Grazie.
Papa Francesco:
Grazie per l’aiuto, grazie per il vostro lavoro. Questo viaggio sarà breve, grazie a Dio: in tre giorni torneremo a casa. Grazie tante, e vi saluterò.
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Quindi ha percorso il corridoio per salutare individualmente ciascuno dei giornalisti, fotografi e cameramen a bordo. Mentre passava tra i giornalisti, al Papa è stato chiesto quando andrà a trovare i terremotati. Francesco, che vuole fare una visita privata, senza ufficialità né cerimonie, ha risposto che ci sono tre ipotesi di data e ha citato come possibilità la prima domenica d’Avvento. Anche se molti sono convinti che una prima visita possa avvenire prima, già nei prossimi giorni, ma senza preavviso.
L'Airbus A321 è atterrato allo scalo internazionale della capitale georgiana poco prima delle 15 (in Italia erano le 13) comincia così ufficialmente la seconda parte del Viaggio Apostolico di Papa Francesco nel Caucaso. Come prevede il protocollo ufficiale, si è tenuta una cerimonia di benvenuto con gli inni e gli onori militari: Papa Francesco è stato accolto dal Presidente della Georgia, Sig. Giorgi Margvelashvili, e dalla Consorte, nonché dal Catholicos Patriarca di tutta la Georgia, S.S. e Beatitudine Ilia II. Sono inoltre presenti alcune autorità dello Stato e un gruppo di fedeli con un coro.
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Da un abbraccio all’altro. Papa Francesco aveva lasciato l’Armenia lo scorso 26 giugno stringendo a sé Karekin II, patriarca e catholicos della Chiesa apostolica; tre mesi dopo ha ripreso il suo pellegrinaggio nel Caucaso abbracciando e baciando Ilia II, l’anziano patriarca e catholicos di tutta la Georgia. È questo il primo significativo gesto che, all’aeroporto di Tbilisi, ha segnato nel pomeriggio di venerdì 30 settembre l’inizio del viaggio apostolico in Georgia e Azerbaigian. Non due momenti distinti, ma una continuità sigillata dal grande incontro ecumenico e interreligioso di Assisi dello scorso 20 settembre. Un filo ininterrotto sul quale viaggiano le parole “dialogo”, “unità”, “pace”.
Prima della cerimonia di accoglienza con le esecuzioni degli inni e la presentazione delle delegazioni — in cui il Papa è stato assistito da un interprete — due ragazzi in abiti tradizionali gli hanno offerto un omaggio floreale. Completamente vestita di bianco la ragazzina, in nero il ragazzino, hanno consegnato un mazzo di rose bianche.
Intanto un coro locale e un gruppo di fedeli intonavano canti di benvenuto. Indossavano foulard e cappellini gialli con il logo della visita. Alcuni sventolavano bandierine coi colori dell’Argentina. Altri innalzavano uno striscione con su scritto: «Benvenuto Francesco pellegrino della pace», che richiama il motto di questo viaggio — «Pace a voi» — dal forte significato ecumenico e interreligioso.
Intanto un coro locale e un gruppo di fedeli intonavano canti di benvenuto. Indossavano foulard e cappellini gialli con il logo della visita. Alcuni sventolavano bandierine coi colori dell’Argentina. Altri innalzavano uno striscione con su scritto: «Benvenuto Francesco pellegrino della pace», che richiama il motto di questo viaggio — «Pace a voi» — dal forte significato ecumenico e interreligioso.
Sulla pista dello scalo il Pontefice ha successivamente salutato anche il vescovo Giuseppe Pasotto, amministratore apostolico del Caucaso dei Latini, e l’arcivescovo Raphaël F. Minassian, ordinario per gli armeni cattolici dell’Europa orientale: i due pastori cattolici, che si sono aggiunti al seguito papale, sono i responsabili della parte latina e di quella armena della piccola comunità locale (circa 112 mila battezzati, pari al 2 per cento della popolazione). Gli assiri di rito caldeo fanno invece riferimento al patriarca di Babilonia, Louis Raphaël I Sako, che il Papa incontra al termine della giornata nella chiesa di San Simone Bar Sabbae.
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Alle ore 16.00, il Santo Padre Francesco ha incontrato le Autorità politiche, i rappresentanti della Società Civile della Georgia e i membri del Corpo Diplomatico nel Cortile d’Onore del Palazzo Presidenziale di Tbilisi. Dopo il discorso del Presidente della Georgia, Giorgi Margvelashvili, il Papa ha pronunciato il discorso che riportiamo di seguito
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Nel pomeriggio, il Santo Padre Francesco si è recato in auto presso la sede del Patriarcato Ortodosso della Georgia per l’incontro con S.S. e Beatitudine Ilia II, Catholicos Patriarca di tutta la Georgia.
Alle ore 17.00, il Papa è stato accolto dal Patriarca. Dopo la presentazione delle Delegazioni, il Santo Padre Francesco e S.S. e Beatitudine Ilia II si sono recati nell’Appartamento Patriarcale per l’incontro privato.
Al termine, il Papa ed il Patriarca si sono recati nella Sala delle Udienze dove erano presenti le Delegazioni ed alcuni esponenti del mondo accademico e della cultura. Nel corso dell’incontro, il Coro Patriarcale ha eseguito un canto, e dopo lo scambio dei doni c’è stata l’offerta simbolica del tè e del caffè di benvenuto.
Pubblichiamo di seguito il discorso che Papa Francesco ha pronunciato in risposta al saluto di S.S. Beatitudine Ilia II all’inizio dell’incontro:
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Al suo arrivo, alle ore 18.00, è stato accolto dal Patriarca di Babilonia dei Caldei, S.B. Louis Raphaël Sako, e dal Parroco all’ingresso della chiesa. Quindi, il Santo Padre ha proceduto in processione verso la Cappella del Santissimo tra i fedeli della diaspora assiro-caldea.
Dopo l’esecuzione di un canto e la recita di una preghiera in aramaico, il Papa ha recitato la Preghiera per la pace che riportiamo qui di seguito:
Preghiera del Santo Padre
Signore Gesù, adoriamo la tua croce, che ci libera dal peccato, origine di ogni divisione e di ogni male; annunciamo la tua risurrezione, che riscatta l’uomo dalla schiavitù del fallimento e della morte;
attendiamo la tua venuta nella gloria, che porta a compimento il tuo regno di giustizia, di gioia e di pace.
Signore Gesù, per la tua gloriosa passione, vinci la durezza dei cuori, prigionieri dell’odio e dell’egoismo; per la potenza della tua risurrezione, strappa dalla loro condizione le vittime dell’ingiustizia e della sopraffazione; per la fedeltà della tua venuta, confondi la cultura della morte e fa’ risplendere il trionfo della vita.
Signore Gesù, unisci alla tua croce le sofferenze di tante vittime innocenti: i bambini, gli anziani, i cristiani perseguitati; avvolgi con la luce della Pasqua chi è ferito nel profondo: le persone abusate, private della libertà e della dignità; fa’ sperimentare la stabilità del tuo regno a chi vive nell’incertezza: gli esuli, i profughi, chi ha smarrito il gusto della vita.
Signore Gesù, stendi l’ombra della tua croce sui popoli in guerra: imparino la via della riconciliazione, del dialogo e del perdono; fa’ gustare la gioia della tua risurrezione ai popoli sfiniti dalle bombe: solleva dalla devastazione l’Iraq e la Siria; riunisci sotto la tua dolce regalità i tuoi figli dispersi: sostieni i cristiani della diaspora e dona loro l’unità della fede e dell’amore.
Vergine Maria, regina della pace, tu che sei stata ai piedi della croce, ottieni dal tuo Figlio il perdono dei nostri peccati; tu che non hai mai dubitato della vittoria della risurrezione, sostieni la nostra fede e la nostra speranza; tu che siedi regina nella gloria, insegnaci la regalità del servizio e la gloria dell’amore. Amen.
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