Sulla strada dell’umiltà
Papa Francesco
della Casa Santa Marta
14.09.2015
Per andare avanti “sulla strada della vita cristiana” bisogna abbassarsi come ha fatto Gesù sulla Croce. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa mattutina a Casa Santa Marta, alla quale hanno partecipato anche i cardinali del "Consiglio dei Nove" che da oggi sono riuniti con il Papa fino al 16 settembre. Si tratta dell'11.ma riunione dell'organismo voluto dal Papa per aiutarlo nella riforma della Curia. Nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il Pontefice ha quindi messo in guardia dal diavolo che ci incanta e poi ci porta alla rovina.
Nella lettera ai Filippesi (2, 6-11), proposta dalle letture odierne, Paolo spiega questo mistero, anche perché, ha fatto notare il Papa, voleva loro molto bene: «Pur essendo nella condizione di Dio, Gesù non ritenne un privilegio di essere come Dio ma svuotò se stesso, assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini; umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e morte di croce». Dunque, ha ripetuto Francesco, «annientò se stesso: si è fatto peccato per noi, Lui che non conosceva peccato». Questo, perciò, «è il mistero» e noi «possiamo dire: si è fatto come un serpente, brutto che fa schifo, per modo di dire».
Ci sono tanti bei dipinti, ha affermato Francesco, che ci aiutano a contemplare «Gesù sulla croce, ma la realtà è un’altra: era tutto strappato, insanguinato dai nostri peccati». Del resto «questa è la strada che Lui ha preso per vincere il serpente nel suo campo». Dunque, ha suggerito il Papa, bisogna sempre «guardare la croce di Gesù, ma non quelle croci artistiche, ben dipinte»: guardare invece «la realtà, cosa era la croce in quel tempo». E «guardare il suo percorso», ricordando che «annientò se stesso, si abbassò per salvarci».
«Anche questa è la strada del cristiano», ha proseguito il Pontefice. Infatti «se un cristiano vuole andare avanti sulla strada della vita cristiana deve abbassarsi, come si è abbassato Gesù: è la strada dell’umiltà» che prevede «di portare su di sé le umiliazioni, come le ha portate Gesù». Proprio questo, ha insistito il Papa, «è quello che oggi la liturgia ci dice in questa festa della santa Croce». E il Signore, ha concluso, «ci dia la grazia che chiediamo alla Madonna sotto la Croce: la grazia di piangere, di piangere d’amore, di piangere di gratitudine perché il nostro Dio tanto ci ha amato che ha inviato suo Figlio ad abbassarsi e annientarsi per salvarci».
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Servizio CTV
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