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mercoledì 16 settembre 2015

"Dopo la crisi, costruire il welfare" Rapporto Caritas sulle politiche contro la povertà in Italia 2015

"Dopo la crisi, costruire il welfare" 
Rapporto Caritas 
sulle politiche contro la povertà in Italia 2015

E' stato presentato martedì 15 settembre a Roma, presso la sede di Caritas Italiana, "Dopo la crisi, costruire il welfare",il Rapporto 2015 sulle politiche contro la povertà in Italia, che segue il primo pubblicato lo scorso anno. 





Negli ultimi sette anni, quelli della crisi economico finanziaria mondiale che ha colpito anche l’Italia, il numero dei poveri nel nostro paese è raddoppiato.

Sulla povertà il governo Renzi è come tutti gli altri: disattento, senza una posizione precisa nelle politiche di contrasto e senza interventi degni di nota. La valutazione dell’operato dell’esecutivo contenuta nell’ultimo rapporto della Caritas italianapresentato oggi a Roma, è chiara: dal governo non arrivano segnali di un cambio di rotta rispetto al passato, i poveri non rientrano tra le priorità, nonostante la povertà assoluta (sebbene sostanzialmente invariata tra il 2013 e il 2014) sia raddoppiata rispetto al 2007. A delineare lo scarso impegno di Renzi sul tema, l’analisi di Cristiano Gori, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e ideatore del Reis, il Reddito di inclusione sociale sviluppato all’interno dell’Alleanza contro la povertà, un cartello di oltre 30 organizzazioni
impegnate nel sociale. 

“Nello specifico della lotta alla povertà - spiega Gori -, il governo ha seguito una linea di sostanziale continuità con quelli che l’hanno preceduto: non ha, in altre parole, realizzato interventi significativi”. Povertà che non rientra nei programmi di Palazzo Chigi, aggiunge Gori. “La lotta alla povertà per ora non è comparsa tra gli obiettivi di questo esecutivo - spiega -. La compagine guidata da Matteo Renzi non ha compiuto azioni degne di nota nei confronti dell’esclusione sociale”. Non solo. La povertà, spiega Gori, non c’è neanche nelle intenzioni. “Da quando è a palazzo Chigi - aggiunge -, Renzi non ha ancora preso una posizione pubblica precisa sulla lotta alla povertà”. Quella contenuta nel rapporto, però, non è un’accusa di immobilità dell’esecutivo. Gli interventi non mancano, ma rispetto alla povertà assoluta non sono incisivi. “Valutando l’insieme delle politiche realizzate - spiega Gori -, si rileva che il governo in carica sta compiendo un’azione riformatrice più incisiva di quella di molti suoi predecessori. Su questo fronte si registra una discontinuità rispetto al passato, misurabile dall’ampiezza delle riforme in atto e dalla numerosità delle parti della società che vi sono coinvolte. I poveri, però, non sono tra questi”.
Dire che non ci siano interventi del governo che riguardino anche i poveri, non è corretto. Tuttavia, le misure finora adottate riguardano solo marginalmente questa fascia di popolazione. Gli interventi in questione sono il bonus di 80 euro per i lavoratori dipendenti, il bonus bebè per famiglie con figli entro i tre anni, il bonus per le famiglie numerose e l’Asdi, cioè l’assegno di disoccupazione destinato a chi ha esaurito la possibilità di ricevere la nuova indennità di disoccupazione (Naspi), ma è ancora senza lavoro e in condizioni di povertà. “I diversi contributi sin qui introdotti - spiega Gori - raggiungono, nel loro complesso, una quota limitata delle famiglie in povertà assoluta, intorno al 20 per cento. Quattro nuclei indigenti su cinque, in altre parole, non ne sono toccati”. Andando sa valutare l’incremento medio del reddito di tutte le famiglie in povertà assoluta, invece, si scopre che con le misure attualmente introdotte aumenta soltanto del 5,7 per cento. Col Reis,spiega Gori, si arriverebbe ad un aumento medio del reddito del nucleo familiare dell’86 per cento.
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- Povertà, con Renzi nessun cambio di rotta. Caritas: disattento e non incisivo
Leggi anche:
Testo completo Rapporto 2015 "Dopo la crisi, costruire il welfare"  (PDF)

Intervento don Francesco Soddu, Direttore Caritas Italiana (PDF)




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