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mercoledì 26 agosto 2015

"L'accoglienza è figlia della misericordia" di Giulio Albanese


L'accoglienza è figlia della misericordia
di Giulio Albanese


Dobbiamo constatare che vasti settori dell’opinione pubblica europea, dunque anche italiana, manifestano grande insofferenza di fronte all’acuirsi del fenomeno migratorio. Si tratta di una sfida, strettamente connessa a quella dell’integrazione e della tutela delle libertà, rispetto alla quale vi è un forte condizionamento da parte di chi specula, manipolando le coscienze e seminando zizzania. Ecco che allora lievitano pregiudizi a dismisura, ispirati troppo spesso da una rappresentazione fittizia della realtà. È un problema di onestà intellettuale, per credenti e non credenti, che riguarda il rispetto dei diritti universali in un mondo segnato dalla globalizzazione dei mercati.
La posta in gioco è alta perché questioni strategiche quali, ad esempio, quelle della legalità e della pacifica convivenza in una società interculturale, non possono e non debbono essere rappresentate in funzione dello “share” o del numero di copie vendute, meno che mai del consenso elettorale indotto da una paura metafisica. Sono decenni, soprattutto nel nostro Paese, che passiamo da un’emergenza all’altra, tutte segnate da fibrillazioni ansiogene per l’arrivo di albanesi, rumeni, bosniaci, per non parlare degli sbarchi più recenti, sulle nostre coste, di matrice africana e mediorientale. Tenendo conto dell’imminente Anno della Misericordia, papa Francesco ha scelto per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si svolgerà il 17 gennaio 2016, un tema che ha l’obiettivo di scuotere le coscienze: “Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”. Di fronte al flusso di tanta umanità dolente che proviene dalle periferie geografiche ed esistenziali del nostro tempo, il pontefice invita le nostre comunità ad operare un sano discernimento, interpretando uno dei più significativi “segni dei tempi” della nostra Storia, quello della mobilità umana, alla luce del Vangelo. 
Di fronte al rischio evidente che questo fenomeno sia soffocato dall’egoismo, il vescovo di Roma presenta il dramma dei migranti e rifugiati come realtà che devono interpellare l’animo umano. 
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