"I migranti risvegliano le nostre paure.
La politica non può rimanere cieca"
Il filosofo, teorico della "società liquida", parla del dramma profughi: "Le tragedie di questi giorni sono il segnale di una stanchezza morale. Ma non rassegniamoci ai muri"
Intervista di Antonello Guerrera
«L’antropologo Michel Agier ha stimato circa un miliardo di sfollati nei prossimi quarant’anni:
“Dopo la globalizzazione di capitali, beni e immagini, ora è arrivato il tempo della globalizzazione
dell’umanità”. Ma i profughi non hanno un loro luogo nel mondo comune. Il loro unico posto
diventa un “non luogo”, che può essere la stazione di Roma e Milano o i parchi di Belgrado.
Ritrovarsi nel proprio quartiere simili “non luoghi”, e non solo guardarli in tv, può rappresentare
uno shock. E così oggi la globalizzazione irrompe materialmente nelle nostre strade, con tutti i suoi
effetti collaterali. Ma cercare di allontanare una catastrofe globale con una recinzione è come
cercare di schivare la bomba atomica in cantina ».
...
Nella nostra società liquida, flagellata dalla paura del fallimento e di perdere il proprio posto nella società, i migranti diventano “ walking dystopias ”, distopie che camminano. Ma in un’era di totale incertezza esistenziale, dove la vita è sempre più precaria, questa non è l’unica ragione delle paure che scatena la vista di ondate di sfollati fuori controllo. Vengono percepiti come “messaggeri di cattive notizie”, come scriveva Bertolt Brecht. Ma ci ricordano, allo stesso tempo, ciò che vorremmo cancellare ... Questi migranti, non per scelta ma per atroce destino, ci ricordano quanto vulnerabili siano le nostre vite e il nostro benessere. Purtroppo è nell’istinto umano addossare la colpa alle vittime delle sventure del mondo. E così, anche se siamo assolutamente impotenti a imbrigliare queste estreme dinamiche della globalizzazione, ci riduciamo a scaricare la nostra rabbia su quelli che arrivano, per alleviare la nostra umiliante incapacità di resistere alla precarietà della nostra società. E nel frattempo alcuni politici o aspiranti tali, il cui unico pensiero sono i voti che prenderanno alle prossime elezioni, continuano a speculare su queste ansie collettive, nonostante sappiano benissimo che non potranno mai mantenere le loro promesse.
... una cosa è certa: costruire muri al posto di ponti e chiudersi in “stanze
insonorizzate” non porterà ad altro che a una terra desolata, di separazione reciproca, che aggraverà
soltanto i problemi»
...
«Sicuramente non con soluzioni miopi e a breve termine, utili solo a provocare ulteriori tensioni esplosive. I problemi globali si risolvono con soluzioni globali. Scaricare il problema sul vicino non servirà a niente. La vera cura va oltre il singolo paese, per quanto grande e potente che sia. E va oltre anche una folta assemblea di nazioni come l’Unione europea. Bisogna cambiare mentalità: l’unico modo per uscirne è rinnegare con forza le viscide sirene della separazione, smantellare le reti dei campi per i “richiedenti asilo” e far sì che tutte le differenze, le disuguaglianze e questo alienamento autoimposto tra noi e i migranti si avvicinino, si concentrino in un contatto giornaliero e sempre più profondo. Con la speranza che tutto questo provochi una fusione di orizzonti, invece di una fissione sempre più esasperata».
...
Leggi tutto:
"I migranti risvegliano le nostre paure. La politica non può rimanere cieca" Zygmunt Bauman
"I migranti risvegliano le nostre paure. La politica non può rimanere cieca" Zygmunt Bauman
Leggi anche il nostro post già pubblicato:
"I MIGRANTI SONO I MORTI DELLA SPERANZA NEGATA" don Luigi Ciotti