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mercoledì 6 febbraio 2013

NON TI HO AMATO PER SCHERZO - p. Nino Fazio (VIDEO)

NON TI HO AMATO PER SCHERZO
p. Nino Fazio 
(VIDEO)

Frammento dell'incontro tenuto il 4 febbraio 2013 
a Barcellona Pozzo di Gotto (ME)

Nella celebrazione va fatto solo quello che è vero!
La liturgia manifesta e attua il mistero della Chiesa.

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La famiglia in crisi e la famiglia in tempo di crisi

... Innamorati se ne trovano su tutte le strade del mondo, ma si tratta di strade diverse, e questo da sempre, come quel docente universitario, convivente e con un figlio, che noi conosciamo come sant’Agostino … o quelle tante coppie sposate in chiesa, perché così facevano tutti, ma poi hanno lasciato un tesoro di sacramento ad impolverarsi in cantina … Anche loro fanno parte della pastorale familiare che non è “destinata a …”, bensì “per” e soprattutto “con” le coppie: sono loro i soggetti "risorsa!", non i destinatari.
Ma se non diciamo che l’amore di coppia costituisce un “messaggio teologico” (da Adamo ed Eva alle nozze della Gerusalemme celeste, che non è l'amore "zuccheroso" di quanti non ne hanno idea) dovremo aspettarci che sia inutile fra qualche tempo invocare politiche familiari, perché coppie e famiglie non ce ne saranno più...
Leggi tutto: Famiglia, non di sola politica di Maria Teresa Pontara Pederiva

«Oggi è normale pensare che non è più possibile un amore per sempre. Perché si può dire forever per la Roma o la Lazio e non per la propria moglie o il proprio marito? È evidente che qualcosa non funziona». Con paragone calcistico, monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, ha presentato oggi in Vaticano gli atti dell’incontro internazionale delle famiglie che si è svolto a Milano del 2012. «La cultura ha abbandonato la famiglia», è l’allarme lanciato dall’ex vescovo di Terni, «oggi i giovani non si sposano perché la famiglia è sentita più come un peso, che come una prospettiva». Eppure, in una situazione di crisi economica, «se oggi, in Italia e altrove non ci fossero le famiglie, non so i giovani che non trovano lavoro dove andrebbero»... 

La crisi economica attanaglia ormai le famiglie, e alimenta nuove povertà. Di pari passo dilaga ormai una «preoccupante emarginazione affettiva e culturale che le persone separate o divorziate sperimentano sempre più sulla propria pelle». Di fronte a questa situazione «drammatica» la comunità cristiana non può rimanere indifferente ma ha il compito di intervenire, accogliendo e accompagnando le famiglie in crisi. Un messaggio forte quello che è stato ribadito sabato 2 febbraio al Seminario Maggiore al convegno su “Famiglia in crisi: cosa fare?” promosso dal Centro diocesano per la pastorale familiare «per toccare con mano i vari problemi della famiglia e trovare un cammino per intervenire concretamente», come ha spiegato monsignor Paolo Mancini, segretario generale del Vicariato e responsabile della pastorale familiare in diocesi.

Vedi anche il nostro precedente post

Matrimoni in calo - Perché sposarsi in Chiesa?



martedì 5 febbraio 2013

JESUS, febbraio 2013 - "Caro Diogneto - 50" di Enzo Bianchi

JESUS, febbraio 2013

Caro Diogneto - 50

Rubrica di ENZO BIANCHI

Alla mia età è data una grazia: quella di poter fissare con lo sguardo i tempi passati, leggerli più facilmente come storia e quindi penetrare tra i fili dell’ordito e della trama che formano il tessuto della vita della chiesa. Non dimentico, anzi, si è fatto più vivo il ricordo degli ultimi anni cinquanta quando il pontefice Pio XII era, come si diceva, “felicemente regnante”. Cresceva nella chiesa un fermento che chiedeva un vero rinnovamento della fede, della liturgia, della missione e, nello stesso tempo, emergeva un gemito per la sclerosi di molte forme di vita ecclesiale. Cosa si chiedeva, a volte forse in modo confuso, altre volte da parte di uomini e donne profetiche in modo evangelico e determinato, anche al caro prezzo dell’emarginazione e perfino della censura e della condanna ecclesiastica? Si chiedeva innanzitutto la presa della parola: poter parlare nello spazio ecclesiale, manifestare il proprio pensiero, confrontarsi in uno spirito costruttivo e fraterno. Soprattutto i semplici fedeli, chiamati allora “laici”, desideravano assumere una soggettività che li rendesse membra vive del corpo ecclesiale, membra responsabili...

Leggi tutto: Caro Diogneto - 50 di Enzo Bianchi


Don Luigi Ciotti da Gad Lerner a ZETA

La politica degli imbonitori e dell'immagine continua a farla da padrona, in questa campagna elettorale. Un volto di credibilità è quello mostrato dalla storia di don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, il 1° febbraio da Gad Lerner. (Christian Albini)

Seguono i video
Don Ciotti a ZETA prima parte

Don Ciotti a ZETA seconda parte 

Don Ciotti a ZETA terza parte



lunedì 4 febbraio 2013

Omelia di P.Alberto Neglia (video)


IV Domenica del Tempo Ordinario anno C 
3-2-2013
Omelia di P.Alberto Neglia 
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Pozzo di Gotto

Abbiamo ripetuto più volte con il canto tutti insieme "la mia bocca racconterà la Tua salvezza...", chissà quante volte il Signore Gesù avrà pregato questo salmo... i salmi erano la Sua preghiera quotidiana... il Padre nostro che Lui ci ha insegnato è la sintesi di tutti i salmi... "Voglio raccontare tutte le meraviglie di Dio" questo è il desiderio che Gesù prega e che matura nel Suo cuore...
Nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato c'è la reazione scomposta, è strana e anticipa quella che sarà la reazione tutto il vissuto di Gesù, il Suo ministero, è un'anticipazione simbolica di quello che avverrà nella vita di Gesù...

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OREUNDICI - IL QUADERNO DI FEBBRAIO 2013: RIPENSARE LA POLITICA - "IL LINGUAGGIO DI DIO cambiano le culture, ma Dio non cambia" di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio -

OREUNDICI
IL QUADERNO DI FEBBRAIO 2013

IL LINGUAGGIO DI DIO
cambiano le culture, ma Dio non cambia
di Arturo Paoli

... Le crisi di fede nascono dalla nostra cultura, da quello che viviamo in questo momento, e i primi ad accorgersene sono i giovani. Questo è il momento più arido e freddo che abbia vissuto. È il momento in cui l’amicizia non serve, perché posso fare da me: ma questa è una bestemmia, perché noi non siamo stati pensati da soli, l’uomo è relazione, senza relazione l’uomo è nulla. Non voglio concludere con pessimismo, perché vedo segnali che mi fanno sperare: sarà che l’amicizia è la cosa più bella del mondo? sarà che l’amore verso gli altri è il vero senso della vita? sarà che la felicità che io cerco negli strumenti della tecnica non mi soddisfa fino in fondo? Forse c’è ancora un pezzo di cuore nell’uomo, non è spento del tutto, è ancora al suo posto. Dio troverà la maniera di riscaldare questi cuori, di far sentire che il vero, il buono, il grande è Lui solo. Questo ritorno ha bisogno di lotta: dobbiamo essere i difensori di Gesù, anche se portarlo nella vita è sempre un martirio, non di sangue ma di vita. Allora bisogna che noi cristiani che abbiamo vissuto questa fede abbiamo la forza di renderla più robusta e essenziale nella nostra vita per poterla trasmettere ai giovani. Oggi la fede o è totale o è nulla. La fede è calore di vita, forza intrinseca che può arrivare agli altri. Vi auguro una primavera di fede. Io non la vedrò, ma sono contento che voi possiate vederla.
Leggi tutto: IL LINGUAGGIO DI DIO di Arturo Paoli

RIPENSARE LA POLITICA
L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO

Cari amici,
la parola " economia " ha dominato tutto il 2012, la parola "politica" dovrà essere quella del 2013 se vogliamo che l'economia cambi in meglio. Così ci ammonisce l'economista Luigino Bruni. Mi permetto di suggerire che alle parole economia e politica dovremmo aggiungere la parola "spiritualità". La sfiducia verso la politica è talmente diffusa che l'accostamento dei due termini può sembrare irriverente. Eppure anche se nei nostri esami di coscienza non siamo abituati a mettere sotto riflessione le nostre scelte politiche o il nostro comportamento all'interno della "polis", è necessario raccordare in modo consapevole i gesti importanti che faremo con i principi che orientano la nostra vita... 
Leggi tutto l'Editoriale di Mario De Maio


C’è vita nella democrazia,
dunque è giusto
e possibile cercarvi
anche la felicità.

Gustavo Zagrebelsky


domenica 3 febbraio 2013

Barcellona P.G. (ME) - 4 febbraio 2013 - Appuntamento "Itinerario di Formazione per la Vita Cristiana"

L'Angelus di Benedetto XVI e la 35a Giornata Nazionale per la vita

... Gesù non è venuto per cercare il consenso degli uomini, ma – come dirà alla fine a Pilato – per «dare testimonianza alla verità» (Gv 18,37). Il vero profeta non obbedisce ad altri che a Dio e si mette al servizio della verità, pronto a pagare di persona. E’ vero che Gesù è il profeta dell’amore, ma l’amore ha la sua verità. Anzi, amore e verità sono due nomi della stessa realtà, due nomi di Dio...


Nell’odierna Giornata per la vita, celebrata in Italia la prima domenica di febbraio, Benedetto XVI ha auspicato all’Angelus che “ogni essere umano sia tutelato nella sua dignità” e sollecitato ad investire sulla famiglia “quale risposta efficace alla crisi attuale”. Ha poi ricordato che “Gesù non è venuto per cercare il consenso degli uomini” ma “per dare testimonianza di verità”. 
Ascolta il servizio di Roberta Gisotti per Radio Vaticana: Il Papa all’Angelus: investire sulla vita e la famiglia come risposta efficace alla crisi attuale (audio)

Leggi il testo integrale del Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 35a Giornata Nazionale per la vita (3 febbraio 2013) “Generare la vita vince la crisi” (pdf)

La cultura della morte è in affanno. Occorre che chi governa faccia la sua parte
Sono ormai tanti anni che la Chiesa italiana dedica una giornata al tema della vita umana fragile e indifesa. Lo fa senza facili moralismi e con ragion veduta: invita a promuovere e difendere la vita umana, tenendo conto via via delle reali difficoltà, ma anche indicando le possibili soluzioni...
Leggi tutto: Nella giusta logica


Lectio del Vangelo della domenica a cura di fr. Egidio Palumbo



Lectio del Vangelo 
della domenica

a cura di fr. Egidio Palumbo
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)


IV DOMENICA del TEMPO ORDINARIO - anno C - 3-2-2013

Come Gesù, vero profeta sarà sempre contraddetto 

Il vangelo di questa domenica ci fa accostare alla seconda parte dell’episodio di Gesù nella sinagoga di Nazareth, cioè alla parte del rifiuto opposto dai presenti nella sinagoga (Lc 4,21-30), i quali poco prima l’avevano lodato per le «parole di grazia che uscivano dalla sua bocca» (Lc 4,22). Il movimento “brusco” dall’accoglienza al rifiuto non poteva meglio evidenziare – sia dal punto di vista letterario (Luca ha unito due episodi avvenuti in momenti diversi), sia dal punto di vista teologico-esistenziale – la realizzazione della profezia dell’anziano Simeone: Gesù è «segno che sarà contraddetto… affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,34-35). Questa è una delle costanti che attraversa tutta l’esistenza dei profeti: lo attesta, ad esempio, il profeta Geremia (prima lettura: Ger 1,4-5.17-19). E lo conferma tutta l’esistenza di Gesù: contraddetto dai suoi discepoli, dai suoi parenti, dagli uomini religiosi (scribi, farisei, sacerdoti), e anche da noi… che lo vorremmo secondo i nostri gusti e “a nostra misura”. Ciò dimostra che la contraddizione ce la portiamo dentro, in particolare le donne e gli uomini religiosi, le cristiane e i cristiani impegnati, fedeli e pastori. 
Questa pagina del vangelo, allora, è per noi come uno “specchio” che riflette senza ombre e oscurità il nostro modo di ascoltare la Parola di Dio e il nostro modo di testimoniarla con la vita e con le parole. È una pagina che discerne, svelando i pensieri del nostro cuore (Lc 2,35) come la “spada a doppio taglio” della Parola di Dio (Eb 4,12), la qualità della nostra vocazione profetica, ricevuta con il battesimo e la confermazione. 

2. Riguardo alla qualità del nostro ascolto della Parola di Dio, esso di solito contraddice lo stile dell’ascolto che vediamo messo in pratica e insegnato da Gesù...



sabato 2 febbraio 2013

Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 9 di Santino Coppolino

Rubrica
Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)

Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica
di Santino Coppolino 




IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
Vangelo: Lc 4,21-30


...niente violenza, niente vendetta, il versetto del profeta Isaia viene troncato a metà, per Gesù la lettura è terminata. 
"Gli occhi di tutti erano fissi su di Lui, allora cominciò a dire: Ma i Nazaretani "hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non odono"(Sal 115,5-6; Ez 12,2), la Grazia del Signore Gesù è fonte di scandalo, il Suo messaggio d'amore per tutti gli uomini, siano essi ebrei o pagani, è inaccettabile, essi credono di servire il Dio Altissimo e invece adorano l'idolo della potenza e della forza, che vive e si nutre di violenza e di morte. Per farsi accettare Gesù dovrebbe proclamare ciò che il popolo desidera, come i profeti di corte che scrivevano quello che era (è) gradito ai potenti, "ma il suo compito è quello di liberare il popolo da false attese, che altro non sono se non la proiezione di paure e frustrazioni, ambizioni e speranze"(A. Maggi). Triste destino di ogni profeta, anche Gesù viene rifiutato, respinto, condotto "fuori della città, sul ciglio del monte per buttarlo giù", nella sinagoga di Nazareth è anticipato ciò che avverrà a Gerusalemme appena fuori le mura della città santa. Ma Egli non si lascia prendere nelle trappole dell'uomo, "dal laccio del cacciatore" (Sal 91), la morte non avrà su di Lui l'ultima parola perché "passando in mezzo a loro, si mise in cammino".


2 Febbraio: Presentazione di Gesù al Tempio e 17ª Giornata mondiale della Vita Consacrata

L’offerta dei consacrati, 
un segno per tutti
Con la libertà del dono

​Come le stelle sono il sorriso di Dio nelle tenebre della notte, così le feste liturgiche illuminano di gioia e di speranza il pellegrinaggio dell’uomo credente verso la patria celeste. Nella sua sapiente pedagogia, la Chiesa ha voluto affidare ad alcune di queste feste una particolare intenzione, per la crescita spirituale dei suoi figli diversamente impegnati nella vigna del Signore. Così l’odierna festa della Presentazione di Gesù al Tempio è designata come Giornata dei consacrati: scelta ricca di suggestione e carica di significato. 
La liturgia di questa festa, mentre da una parte ci riporta al clima del Natale, dall’altra già ci trasporta in quello della Pasqua, ricordandoci la profonda unità del mistero di Cristo, di Colui che nasce per morire e muore per farci rinascere a vita nuova...

La presentazione di Gesù neonato al tempio è preludio del suo supremo sacrificio pasquale; per questo anche Maria, la Madre, ne è coinvolta: «Anche a te – dice Simeone – una spada trafiggerà l’anima» (Lc 2,35). Così pure ogni cristiano, ma in modo speciale i consacrati, devono lasciarsi trafiggere il cuore. La testimonianza della fede comporta, infatti, la radicalità nel dare il primato a Dio in tutte le scelte, poiché a nulla varrebbe una fede soltanto teorica, staccata dal realismo, talvolta duro, della vita; un duro realismo che non sgomenta chi ha sempre davanti agli occhi la prospettiva escatologica, ossia il Regno eterno che già viene nell’umana storia e fa passare il tempo cronologico (chrónos) nel tempo di grazia (kairós)...

Leggi tutto: Con la libertà del dono di Anna Maria Cànopi

Leggi il Messaggio Giornata vita consacrata 2013.doc

Guarda i nostri precedenti post:

SACERDOZIO COMUNE E SACERDOZIO MINISTERIALE UNA FRATTURA

SACERDOZIO COMUNE
E SACERDOZIO MINISTERIALE
UNA FRATTURA

Nell’opinione pubblica si riscontra una triplice sovrapposizione: della Gerarchia alla Chiesa; della Gerarchia vaticana a quella Italiana; dei vertici ecclesiastici (Segreteria di Stato e Presidenza della CEI) alla Gerarchia vaticana e a quella italiana. Ne deriva che quando parlano, decidono e operano i vertici della Gerarchia, per l’opinione pubblica (e in fondo per gli stessi vertici) è la Chiesa in quanto tale che parla, decide e opera. Questo fenomeno è tuttora largamente vigente anche se recentemente si è iniziato a fare le necessarie distinzioni.

La Chiesa-Popolo di Dio...

Gli sconfinamenti del sacerdozio ministeriale...

Rinunce, auto-referenzialità e incertezze...

La via della sinodalità e della franchezza...



venerdì 1 febbraio 2013

"Siamo ancora capaci di consigliare?" Una riflessione del cardinale Ravasi

L'esigenza di riscoprire uno dei doni dello Spirito Santo in un'epoca, come la nostra, dei nostri giorni, priva di padri e di maestri.

«Mi guardai attorno: ed ecco non c’era nessuno,
nessuno che fosse capace di consigliare,
nessuno da interrogare per avere risposta» (Isaia 41,28)

Avrà pure un significato il fatto che uno dei doni dello Spirito Santo sia proprio il “consiglio”, ossia la guida offerta alla ricerca, alla domanda, all’attesa umana. Non per nulla il crescere del bambino avviene attraverso una batteria di domande che egli scatena nei confronti dell’adulto perché lo aiuti a decifrare il senso della realtà. Similmente la scienza si regge e si sviluppa proprio sulla base di interrogativi ai quali si cerca di dare risposta. Ed è sempre nella stessa linea che si spiegano quei “Perché?” angosciati che i sofferenti lanciano verso il cielo, in attesa di un’indicazione di significato che giustifichi tanta amarezza e l’apparente assurdità del dolore. 
La missione dell’educatore è, pertanto, indispensabile, come lo è quella del padre, del maestro, del sapiente, del sacerdote, del consigliere, del direttore spirituale e così via...

Leggi tutto: Siamo ancora capaci di consigliare? di Gianfranco Ravasi

CATTOLICI E POLITICA / Opinioni in vista delle elezioni

Don Luigi di Liegro
Ho ripensato alla figura di Don Luigi di Liegro - il sacerdote che nel '79 ha fondato la Caritas diocesana di Roma - leggendo in questi giorni gli appassionati dibattiti che (...) hanno riguardato il tema del rapporto tra i cattolici e la politica...
I politici non amavano Di Liegro: quelli di destra, ovviamente, lo consideravano un comunista, quelli di sinistra un rompiscatole ingovernabile. Ma neanche la gente lo amava, tranne i poveri. Era scomodo per tutti...
Insomma, per Di Liegro, salire in politica è per i cristiani un dovere, e la partecipazione è un valore sempre, nella società e nella Chiesa.

Giuseppe Savagnone
Come voteranno i cattolici? Questo interrogativo ritorna, nell'attuale campagna elettorale, con maggiore insistenza che in altre, ma ciò che con esso ci si chiede è in realtà: «per chi voteranno i cattolici?».
Noi qui vorremmo sganciarci da questa logica quantitativa, peraltro del tutto legittima in termini strettamente politici, e adottarne invece una qualitativa, che ci porta sul terreno di una riflessione ecclesiale. Dove "come" significa: con quali criteri, in base a quale formazione remota, in quale prospettiva intellettuale. Ciò dovrebbe starci a cuore, in quanto membri della comunità cristiana, molto più delle concrete scelte partitiche, perché è da questo che si misura il senso di responsabilità dei credenti verso gli altri, verso se stessi e, in ultima istanza, verso Dio...

“Anche stasera o domani, nell’opinione pubblica echeggeranno solo alcune delle nostre parole, e non precisamente queste... si sappia però che è questo, è Gesù Cristo che noi vogliamo porgere, il Suo nome far risuonare. Non è vero che a noi interessa far politica, noi vogliamo dire Gesù”. Così il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, aprendo questa sera, a Roma, il Consiglio episcopale permanente, ha voluto mettere l’accento sul ruolo e sul compito principale della Chiesa: l’annuncio del Vangelo...

Leggi il testo integrale della prolusione del cardinale (pdf)


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