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lunedì 12 luglio 2010

MONDIALI - IL GIORNO DOPO

Valeva la pena per il Sudafrica spendere 33 miliardi di dollari per ospitare la World Cup?
Non lo so. Bisogna vedere cosa accadrà dopo i Mondiali. Se il mondo avrà acquistato una percezione diversa del Sudafrica, se cadranno gli stereotipi e la caricatura per rivelare un Paese moderno e capace, con una tecnologia all’avanguardia, allora si potrà dire che ne è valsa la pena. Non so se le partite possono giustificare un investimento enorme come quello che è stato fatto dal nostro governo. Quello che resterà saranno le infrastrutture e i cambiamenti abbastanza radicali che sono stati fatti nelle nove città che hanno ospitato il torneo. E questo è un piccolo passo nella giusta direzione.


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Il calcio è un gioco di popoli, ed è lo sport più bello e commovente al mondo proprio per questo. Razzismo e antirazzismo, apartheid, segregazione e integrazione, progresso, fratellanza: Sudafrica 2010 ci ha tenuto vivi non solo con Messi o Rooney, Xavi o Sneijder, Buffon o Cannavaro, Robben o Iniesta - proprio per rimanere alla finale - ma portato a diretto contatto con realtà che spesso ci rifiutiamo di considerare, che pensiamo troppo lontane per riguardarci. Abbiamo parlato di Soweto, di Mandela, di Robben IslandI, delle rivolte razziali. ll calcio, alla fine della sua sessantaquattresima partita e del suo trionfo tutto europeo, messe a tacere le milioni di vuvuzelas che ci hanno accompagnato, ci ha comunque lasciato migliori, più consapevoli, e portati un po' più vicini a quello che chiamiamo Terzo Mondo.

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