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mercoledì 24 luglio 2013

L'altezza dell'umiltà - La preghiera del Rosario

Papa Francesco, la gente e il rosario al santuario della Vergine Aparecida

Stando a racconti trasmessi da una generazione all’altra, la Vergine Aparecida (Apparsa), sotto il nome di Immacolata Concezione, divenne la patrona della città di San Paolo in seguito ad un episodio risalente al XVIII secolo, quando alcuni pescatori, gettando le reti nel fiume Paraiba, portarono in superfice una statua decapitata della Vergine Nera. Dopo avere gettato le reti la seconda volta ne recuperarono la testa.
La statua rimase per un po’ di tempo nella casa di uno di quei pescatori e qui la gente del villaggio si riuniva per recitare insieme la preghiera del rosario. 
Papa Francesco prima di partire per il Brasile ha pregato a Santa Maria Maggiore ed ora eccolo in preghiera nel più grande santuario del mondo. 
Il rosario, preghiera degli umili, preghiera ritmata nel silenzio o nel rumore da mani di uomini e di donne che accarezzano granelli di legno oppure di vetro. 
Una devozione diffusa da san Domenico de Guzman (1170-1221), uomo di studio e fondatore dei Domenicani, come risposta all’eresia che nel suo tempo imperversava con cattiveria e faziosità. 
Una preghiera che ha accompagnato e accompagna, come un canto lievissimo, la sofferenza, la preoccupazione, la fatica, la morte di tante persone. 
Una preghiera spesso posta ai bordi di molti percorsi spirituali perché ritenuta ripetitiva, monotona, superata, vecchia. Forse da rottamare. 
In realtà il rosario è un modo, nella sua semplicità e nella sua essenzialità, per meditare sui misteri della fede in compagnia di una donna, Maria. 
Su questi sentieri dell’anima, dove è difficile se non ingiusto esprimere valutazioni, nasce tuttavia qualche domanda guardando a figure di persone quotidiane e di uomini politici o intellettuali che custodivano e sgranavano con profonda convinzione la coroncina del rosario. 
Perché lo facevano, perché lo fanno?...



GMG Rio2013 - L'arrivo a Rio, l'accoglienza della folla e la cerimonia ufficiale (testi, foto e video)

Il Papa è sceso dalla scaletta dell'aereo tra gli applausi e i cori dei fedeli, e per prima cosa ha stretto la mano della presidente brasiliana Dilma Roussef. 
Francesco ha accarezzato i bambini che gli hanno porto un omaggio floreale e poi, intrattenendosi cordialmente con Dilma Roussef, ha salutato le autorità civili e religiose venute ad accoglierlo.


Papa Francesco sale quindi su un´utilitaria, una piccola Fiat Idea grigia. 
Il mini corteo papale (tre grosse auto di scorta, una piccola vettura a portare il Pontefice) s´infila in una stretta corsia, per raggiungere il centro della città. 
L'auto è stata bloccata più volte dalla folla che le si assiepava intorno, senza alcuna delimitazione con transenne. 
Una folla armata di macchine fotografiche circonda l´auto del Papa. Scende la scorta a far scudo con il proprio corpo. Si procede a fatica. Si va avanti a passo d´uomo finché l´auto con Papa Francesco si ferma del tutto. La scorta ha seri problemi a tenere a freno l'assalto dei fedeli. Momenti di apprensione, c´è paura che accada qualcosa. Che qualcuno si faccia male. Dopo qualche interminabile minuto, si riesce a far rimettere in cammino l´auto del Papa riprende. Tutti tirano il fiato.
Giunto alla Cattedrale, Jorge Bergoglio è sceso dall'auto ed è subito salito su una jeep bianca scoperta per salutare i pellegrini nel centro della città.
Guarda il video

Infine con un elicottero il Pontefice raggiunge il Giardino del Palazzo Guanabara di Rio de Janeiro per la cerimonia ufficiale di benvenuto.

Ecco alcuni passaggi del discorso del Santo Padre:









Leggi il testo integrale del DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Guarda il video

GMG Rio2013 - La partenza, il viaggio in aereo e l'incontro con i giornalisti (testi, foto e video)

Nel suo primo viaggio internazionale che lo porta a Rio de Janeiro (Brasile) in occasione della XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù, in programma nella città brasiliana dal 23 al 28 luglio sul tema: "Andate e fate discepoli tutti i popoli" (Mt 28, 19), papa Francesco ha dato fin dall'inizio l'impronta del suo stile.

Bergoglio ha salutato la delegazione italiana guidata dal premier Letta ed è salito sull'aereo con la borsa in mano.


L’aereo con a bordo il Santo Padre (un A330 dell’Alitalia) è partito dall’aeroporto di Roma-Fiumicino poco dopo le ore 8.45.


A bordo il Pontefice scherza con il personale di volo e con i giornalisti.



Cristiana Caricato, in collegamento dalla sala stampa di Rio de Janeiro, racconta il viaggio dell'aereo papale mostrando le immagini e le parole che Papa Francesco ha rilasciato ai giornalisti presenti sul volo.


martedì 23 luglio 2013

Francesco, il papa con la valigia - 'Un papa semplice e profondo' di Gianfranco Ravasi

L'episodio della valigia, portata personalmente sull'aereo, è solo l'ultimo esempio dei modi rivoluzionari di Francesco. Che riesce a comunicare con essenzialità e in modo efficace usando anima, corpo e mente.

Era in una città portuale della Turchia asiatica. A notte fonda aveva sentito risuonare in sogno una voce e gli era apparso un volto. Era un europeo che gli gridava: «Vieni in Macedonia e aiutaci!». Questa vicenda molto personale segnerà la storia dell'Occidente: il protagonista era Paolo di Tarso, e quel monito notturno lo spingerà a far approdare il cristianesimo, attraverso una serie di tappe, fino a Roma. Infatti, un'altra voce, quella dello stesso Cristo, lancerà successivamente all'Apostolo - allora in custodia cautelare nella Fortezza Antonia, sede del governatore romano a Gerusalemme - questo invito: «Coraggio! Come hai testimoniato qui su di me, così è necessario che tu mi dia testimonianza anche a Roma!».
CON TUTTE LE DEBITE differenze e distanze, mi piace applicare liberamente queste due scene notturne descritte negli Atti degli Apostoli, la seconda opera scritta dall'evangelista Luca, al papa «venuto dalla fine del mondo». Sì, la Chiesa europea e Roma stessa avevano bisogno della scossa di una simile presenza divenuta subito familiare, eppure così inattesa e sorprendente. Non voglio infliggere ai lettori de "l'Espresso" un altro ritratto di papa Francesco: ogni giorno, quando scorro i titoli della rassegna giornalistica della Sala stampa vaticana, mi imbatto in decine di articoli su di lui in tutte le lingue.
Vorrei solo proporre una considerazione su un lineamento capitale di quella figura, la voce, ossia il suo linguaggio. E' un'esperienza ormai nota a tutti: basta guardare le facce inquadrate casualmente dalla televisione quando lui parla, tra l'altro usando sempre una lingua oggi marginale com'è l'italiano. Nonostante le diversità etniche, tutti sono in tensione verso di lui e «comprendono ciascuno nella propria lingua», come accadeva a san Pietro a Gerusalemme il giorno di Pentecoste. La sua, infatti, è una comunicazione che adotta spontaneamente alcuni registri decisivi per l'incontro delle menti e dei cuori...
Leggi tutto: 'Un papa semplice e profondo' di Gianfranco Ravasi

Salendo a bordo dell'A330 dell'Alitalia che lo avrebbe portato in Brasile, papa Francesco ha compiuto un altro dei suoi gesti che, con assoluta spontaneità e semplicità ma in piena "rottura" rispetto agli schemi del passato, stanno rivoluzionando lo stile pontificio: mai si era visto, infatti, un Papa partire per un viaggio apostolico portandosi da solo in aereo il bagaglio a mano, una borsa nera che Bergoglio ha tenuto con sé sia durante il colloquio col primo ministro Enrico Letta, sia mentre saliva sulla scaletta dell'Airbus. Questi alcuni degli altri gesti più significativi con cui Francesco ha accantonato orpelli e ridondanze dello stile papale...
Leggi tutto: Francesco, il papa con la valigia - Tutti i gesti del Pontefice


lunedì 22 luglio 2013

GMG Rio2013 - La prima GMG di Papa Francesco



GMG Rio2013
22-29 luglio


Quattro gli appuntamenti espressamente voluti dal Pontefice e che hanno rivoluzionato l'agenda del viaggio: il pellegrinaggio al santuario marino di Aparecida, la visita alla favela di Varginha, la tappa all'ospedale São Francisco de Assis na Providência de Deus, l'incontro con il Comitato del Celam (Consiglio episcopale latinoamericano)

Un Papa “venuto dalla fine del mondo” che fa il suo primo viaggio apostolico nel suo continente, anche se non è stato lui a deciderlo. Del resto, neanche Benedetto XVI aveva programmato di fare il suo primo viaggio internazionale a Colonia, nella natìa Germania, sede designata dal suo predecessore, Giovanni Paolo II, per la Gmg del 2005. Ha esordito con questo “simpatico parallelo” padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, nel briefing di presentazione della Giornata mondiale della Gioventù , in programma a Rio de Janeiro dal 22 al 29 luglio, sul tema: “Ide e fazei discípulos entre todas as nações”, “Andate e fate discepoli in tutte le nazioni del mondo”. Quello di Rio è quindi un viaggio “già deciso”, di cui Papa Francesco raccoglie l’”eredità”, ma il cui programma è stato anche “intensificato e arricchito di ulteriori eventi con il cambio di pontificato”...

Il cardinale brasiliano Cláudio Hummes, francescano, grande amico di Bergoglio che nella Sistina gli stava accanto e al momento dell'elezione lo abbracciò, «non dimenticarti dei poveri!», spiega che il Papa «ci porta sempre di nuovo alle cose essenziali» e nella Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro mostrerà una Chiesa sempre più vicina ai poveri: «Visiterà soprattutto quelli che vivono alla "periferia" - ha raccontato alla Radio Vaticana - perché tutto il suo programma è fatto di questa sua priorità: le periferie, le persone che hanno bisogno, che stanno soffrendo...»...

A Rio de Janeiro fervono gli ultimi preparativi per la Giornata mondiale della gioventù. Ma quale messaggio porterà il Papa in questo suo primo viaggio apostolico internazionale?Cristiane Murray lo ha chiesto al cardinale brasiliano Cláudio Hummes, arcivescovo emerito di San Paolo...

GMG Rio 2013 - Inno versione italiana

GMG Rio2013 - I giovani e Papa Francesco

Sarà una torcida brasileira del tutto innovativa. I giovani di tutto il mondo sono pronti ad abbracciare, nella Gmg di Rio, Francesco, il Papa dei ragazzi. Lo rivela il “Rapporto giovani”, la ricerca promossa dall’Istituto G. Toniolo, curata da un gruppo di docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e realizzata da Ipsos con il sostegno della Fondazione Cariplo. Per oltre il 70% degli intervistati (un campione rappresentativo fra i 18 e i 29 anni), Papa Francesco è una persona di cui fidarsi, per l’85 % è vicino alla gente e per il 91% ispira simpatia...

I giovani intervistati vedono in Papa Francesco una persona capace di grande capacità comunicativa, capace di mostrare vicinanza e di mettere in dialogo la Chiesa con i cambiamenti che stanno attraversando la società. Avvertono una vicinanza emotiva e una tensione morale verso la quale manifestano grandi attese soprattutto in ordine all’attenzione verso problemi sociali e verso l’esemplarità dei comportamenti dei cristiani”.

Appaiono particolarmente significativi i dati della nuova rilevazione di approfondimento sull’atteggiamento dei giovani verso il Papa e il suo Pontificato, effettuata dal Rapporto giovani su un campione rappresentativo a livello nazionale.
Riguardo ai temi sui quali i giovani percepiscono una maggiore attenzione del Papa, a colpirli maggiormente è sì la vita di preghiera (68%) e le verità professate dalla Chiesa (64% di risposte positive), ma ancor più l’impegno verso gli ultimi e nei confronti delle questioni sociali (oltre l’85%). Seguono, raccogliendo largo consenso, i temi della pace e del dialogo tra religioni (oltre l’80%).



Il Papa a Lampedusa - «Un'isola che è scandalo e profezia» le riflessioni di mons. Francesco Montenegro


«Un'isola che è scandalo e profezia»

Pubblichiamo l’editoriale scritto dall’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, presidente della Commissione Cei per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, che uscirà sul prossimo numero di "Migranti-press"

È stato scritto, riferito a Giovanni Paolo II: «Il Papa ha permesso a Dio di respirare attraverso di lui». Ciò è avvenuto l’8 luglio a Lampedusa. Papa Francesco ci ha fatto sentire il respiro di Dio. L’ha fatto in una splendida mattina, resa luminosa dal sole e dal volto gioioso e festoso degli abitanti e degli ospiti.
Lampedusa assieme a Linosa, due piccoli puntini spersi nel Mare Mediterraneo, sono diventate il centro del mondo. Lì si sono concretate le parole di Maria: «Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati … Ha soccorso Israele, suo servo …». 
Lo stesso nome, Lampedusa, sembra che indichi e segni il destino dell’isola. Essa è contemporaneamente pietra d’inciampo (dal greco lèpas, scoglio), e faro (dal latino lampas, fiaccola), è insieme scandalo e anche profezia. È terra ambita dai turisti, ma lo è anche da chi fugge da una realtà di morte, di povertà e di guerra. C’è chi vergognosamente gioisce quando i barconi affondano (mi chiedo da che parte sta la civiltà?) e chi offre generosamente ospitalità a quanti, affamati di vita, fuggono da un presente senza soluzioni e rischiano per un futuro diverso. Lampedusa è davvero l’isola delle contraddizioni. In piccolo, insomma, è il mondo
Chi abita questo estremo sud d’Europa, pur amandolo, è costretto a trasferirsi al Nord, mentre, per chi arriva dal continente africano, è già il Nord migliore. Molti (chi potrà mai sapere il numero?) sono annegati portando con sé in quell’immensa "tomba liquida" il legittimo sogno di una vita migliore, altri invece, moderni Lazzaro, sono riusciti a sbarcare nella terra promessa, mentre i faraoni di turno lautamente banchettano. Lampedusa è una splendida isola, rivestita però degli abiti poveri dei poveri: quelli degli abitanti condannati a essere gli ultimi d’Europa e quelli degli immigrati ancora più ultimi. 
Il Papa, pellegrino in questo santuario della sofferenza degli uomini, stringendo il timone posto davanti all’ambone, diventato per l’occasione pulpito e balcone che guarda il mondo, ha lanciato il suo grido: «Adamo, dove sei? … Caino, dov’è tuo fratello? ... Tanti di noi, mi includo anch’io, non siamo più attenti al mondo in cui viviamo, e non siamo più capaci neppure di custodirci gli uni gli altri. 
E quando questo disorientamento assume le dimensioni del mondo, si giunge a tragedie come quella a cui abbiamo assistito … Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? Nessuno! Tutti noi rispondiamo così … La cultura del benessere ci rende insensibili alle grida degli altri …siamo caduti nella globalizzazione dell’indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro … Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? … Signore, chiediamo perdono per l’indifferenza verso tanti fratelli e sorelle». 
Papa Francesco ha parlato con parole pesanti come macigni che richiamano tutti, credenti e no, alla responsabilità e alla convinzione che è impossibile fermare la storia e i sogni. L’emigrazione è, infatti, una necessità di sopravvivenza. Egli ci ha fatto una consegna, ci ha affidato il sogno di Dio: «In quel giorno ci sarà una strada dall’Egitto verso l’Assiria; l’Assiro andrà in Egitto e l’Egiziano in Assiria; gli Egiziani serviranno il Signore insieme con gli Assiri. In quel giorno Israele sarà il terzo con l’Egitto e l’Assiria, una benedizione in mezzo alla terra. Li benedirà il Signore degli eserciti: "Benedetto sia l’Egiziano mio popolo, l’Assiro opera delle mie mani e Israele mia eredità"». (Is. 19,23-25). 
Tocca ora a noi scrivere pagine nuove per una storia nuova.
+ Francesco Montenegro
 (fonte: Avvenire)



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domenica 21 luglio 2013

GMG Rio2013 - I nuovi linguaggi digitali della Gmg: Social network, flash-mob e graffiti



Social network, flash-mob e graffiti tre le voci della generazione Rio 2013

Si può organizzare una Giornata mondiale della gioventù senza fare i conti con i linguaggi dei giovani? Ovviamente no. E se c'è un aspetto che balza all'occhio nell'appuntamento che ormai sta per iniziare a Rio de Janeiro è proprio l'attenzione a non lasciar fuori nessuna delle forme espressive attraverso cui i ragazzi di oggi comunicano.
Sarà la prima Gmg a misura di social network quella di Rio de Janeiro, con lo smart-phone o il tablet sempre a portata di mano. Del resto l'account Twitter è stato uno degli ingredienti fondamentali utilizzati dai giovani brasiliani nella preparazione dell'evento. Ma il Comitato organizzatore non si è fermato al tema dei nuovi media: ha voluto dare spazio anche ad altri due fenomeni molto popolari tra i giovani di oggi, i graffiti e i flash-mob...

Per saperne di più:

Durante la finale del concorso, gli artisti sceglieranno un tema da realizzare sui muri dei diversi punti turistici della città. I temi comprendono valori, principi umani e cristiani, frasi della Bibbia e frasi dei Santi. Il vincitore sarà votato dalla stessa giuria che sceglierà le 30 opere migliori.
“Questo progetto è molto speciale per la GMG e potrà toccare molti cuori”, afferma Palomá Lladó, coordinatrice del concorso.

La coreografia predisposta sulle note di Francisco, la canzone in onore del Papa che si annuncia come il tormentone della veglia di sabato 27. Nel video due ragazzi spiegano uno dopo l'altro i passi e il ritmo «del più grande flash-mob del mondo».


Visita il sito http://www.rio2013.com/it

La GMG sta per partire, ma anche chi resta in Italia potrà seguire i principali eventi brasiliani in streaming, collegandosi sul sito della Pastorale Giovanile della CEI!
A partire dalle catechesi di mercoledì, giovedì e venerdì, fino alla via crucis, alla veglia e alla messa con Papa Francesco. La veglia sarà trasmessa in diretta da TV2000. Un angolo di GMG anche per chi resta in Italia!
Tredici ore al giorno, da lunedì 22 a domenica 28 luglio, per raccontare l'incontro del Papa con i giovani di tutto il mondo. Alla Giornata Mondiale della Gioventù, a Rio de Janeiro, è dedicata la programmazione di tutta la settimana di Tv2000 che vedrà gli studi di «Nel cuore dei giorni» aperti, ininterrottamente, dalle 13.30 fino alle prime ore del mattino seguente...


Omelia di don Angelo Casati nella 16ª Domenica del Tempo Ordinario

16ª Domenica del Tempo Ordinario anno C
21 luglio 2013
omelia di don Angelo Casati



Gn 18,1-10a 
Sal 14,2-5
Col 1,24-28 
Lc 10,38-42



Le letture - il brano della Genesi e il racconto di Luca - si illuminano a vicenda: la tenda di Abramo e la casa di Marta e Maria si illuminano a vicenda.
E non vorrei perdere, se mi riesce, questo illuminarsi reciproco.
Ci sono rassomiglianze negli episodi che pongono domande, se noi li leggiamo, in continuità, senza cesure.
Isolando una lettura dall'altra noi eravamo portati a volte a leggere come positiva l'esplosione di gesti, di preparativi, di doni da parte di Abramo verso i tre ospiti alle querce di Mamre, e a leggere in termini decisamente negativi i molti servizi di Marta nella casa, la casa dell'amicizia, di Betania.
Questa lettura -tutto positivo, tutto negativo- se mettiamo i due brani a confronto, non ci convince totalmente, ci lascia in cuore più di un sospetto.
Sbaglieremmo a dipingere Marta come una donna appiattita totalmente sul fare, un fare da cui è assente il cuore.
C'è cuore in Abramo che corre e dà ordini, e lui stesso prende un vitello tenero e poi lo dà al servo e poi prende per gli ospiti latte acido e latte fresco. Così come c'è cuore -così io penso- in Marta che non sa più cosa inventare per il suo amico, il Rabbi di Nazareth.
Ricordo che, conversando una sera tra noi, Enzo Bianchi, il priore del monastero di Bose, ci diceva che far da mangiare, preparare un buon pranzo è uno dei due gesti più significativi del voler bene all'altro. È come se tu dessi vita all'altro.
Far da mangiare - diceva - e ascoltare.
Ascoltare: ecco, questa era la cosa che mancava a Marta. È l'assenza che Gesù rimprovera, dolcemente ma fermamente, a Marta, l'assenza di ascolto. Sua sorella "seduta ai piedi di Gesù" ascoltava....



sabato 20 luglio 2013

"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 29 di Santino Coppolino

Rubrica
'Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Lc 10,38-42


L'episodio è narrato solo dall'evangelista Luca e le due sorelle probabilmente sono le stesse della narrazione della risurrezione di Lazzaro, loro fratello (Gv 11,1-45).
In passato questa pericope veniva citata per dimostrare la superiorità della contemplazione sull'azione, ma ciò significa compiere una forzatura a cui il testo non si presta , formando esso un dittico con la precedente parabola del samaritano.
In gioco infatti non c'è la contemplazione ma l'ascolto della Parola, infatti "Maria era seduta ai piedi del Signore e ascoltava la sua Parola".
Stare seduti ai piedi di qualcuno significa esserne discepoli, abbeverarsi al suo insegnamento; Luca perciò vuole mettere in rilievo che l'atteggiamento essenziale e distintivo del discepolo affinché il servizio, la diakonia, non diventi uno sterile agitarsi a vuoto per il solo bisogno di autogratificarsi, è l'ascolto obbediente della Parola del Signore. Marta (che in aramaico significa "Signora, Padrona", ed è il femminile di quel "Marana-Signore"che incontriamo in 1Cor 16,22), nel momento stesso che ha accolto il Signore nella sua casa, deve fermarsi e cedergli il posto di Padrone di casa, deve mettersi anche lei in atteggiamento di profondo ascolto, come la sorella Maria, ai piedi di Gesù, unico Maestro e Signore, perché il suo impegno nel servizio ai fratelli sia obbedienza (ob-audire) amorosa alla Sua voce.


La teologia della liberazione di Francesco


Alla vigilia del viaggio in Brasile la lettura del teologo argentino Juan Carlos Scannone aiuta a capire le parole di Bergoglio sul «popolo dei fedeli»


A pochi giorni dal viaggio di Papa Francesco in Brasile, la domanda è d'obbligo: davvero, come da più parti s'è detto, il ritorno di Bergoglio da pontefice in America Latina lo vedrà protagonista di riconciliazione tra Roma e la teologia della liberazione?
Un "riavvicinamento" tra il papa e i teologi latino-americani è stato auspicato, di recente da dom Pedro Casaldáliga, vescovo emerito in Brasile, uno dei volti più noti del movimento. Qualche settimana fa Casaldaliga ha chiesto ad Adolfo Pérez Esquivel di farsi latore di questa istanza presso il Papa, nel corso di un incontro privato che il premio Nobel della Pace argentino aveva ottenuto.
Nella stessa occasione è stato consegnata a Francesco una copia del "Patto delle Catacombe", un accordo firmato da 40 vescovi presenti al Concilio Vaticano II il 16 novembre 1965. I firmatati - che comprendevano i rappresentanti più noti dell'ala "progressista" (tra gli altri i vescovi Helder Camara, Leonidas Proaño e Luigi Bettazzi ) - si impegnavano in quel testo a condurre una vita austera, senza proprietà né conti in banca, senza titoli né beni materiali. Scorrendo l'elenco dei firmatari, il Papa ha commentato: «Ma guarda un po' chi ci ritroviamo qui!». Pérez Esquivel ha riferito: «Francesco si è interessato, ha detto che l'avrebbe controllato; noi ci siamo impegnati per fare un lavoro e riunire tutti questi pensatori, come Leonardo Boff, che tanto hanno contribuito per la Chiesa»...

Leggi tutto: La teologia della liberazione di Francesco di Gerolamo Fazzini


venerdì 19 luglio 2013

F35: dove sono i cattolici? di don Renato Sacco


F35: dove sono i cattolici?
di don Renato Sacco

«Desideriamo riaffermare, come comunità cristiana, la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra. Ci riferiamo, in particolare, alla problematica sorta recentemente sul nostro territorio piemontese relativa all’avvio dell’assemblaggio finale di velivoli da combattimento da effettuarsi nel sito aeronautico di Cameri (Novara)». È questo, forse, il primo testo ufficiale contro gli F35. È la parte centrale del comunicato congiunto diffuso da mons Tommaso Valentinetti (vescovo di Pescara-Penne e, al tempo, presidente di Pax Christi) e da mons. Fernando Charrier (vescovo di Alessandria e delegato per la Ppastorale sociale e del lavoro del Piemonte, morto nel 2011). Era il lontano 25 gennaio 2007. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, fino ad oggi.
Con la campagna “Taglia le ali alle armi” sono state raccolte migliaia di firme. Ci sono state diverse mozioni presentate alla Camera e al Senato. C’è stata discussione. Il tema degli armamenti e in particolare degli F35 è uscito dal “sommerso” ed è diventato un argomento più famigliare anche nella discussione di molti italiani. Addirittura il Consiglio Supremo di Difesa ha fatto un duro monito: «Il Parlamento non può porre veti al governo in tema di armi».
E nel mondo ecclesiale? Il testo sopra citato è stato sicuramente una tappa importante. Tra l’altro continuava: «Riteniamo che la produzione di armamenti non sia da considerare alla stregua di quella di beni economici qualsiasi (…). Abbiamo, quindi, la speranza che si arrivi ad un ripensamento». Quel ripensamento che sembra ancora lontano nelle parole del ministro della Difesa Mauro, il quale, subito dopo la votazione in Aula, a fine giugno, ha dichiarato, con un cinico gioco di parole: «Per amare la pace, bisogna armare la pace». Prontamente gli ha risposto, su twitter, mons. Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi Italia e vescovo di Pavia: «#F35. Ministro Mauro: “Per amare la pace, armare la pace”. Una falsità storica, un’offesa all’intelligenza, dimenticate le radici cristiane». Un tweet che Pax Christi ha subito rilanciato, raccogliendo diverse adesioni soprattutto dal mondo missionario e dalla stessa Cimi (Conferenza istituti missionari in Italia). Mons Giudici era peraltro già intervenuto qualche giorno prima con un’intervista a Famiglia Cristiana: «Non comprendiamo come sia compatibile un caccia-bombardiere, che serve ad attaccare più che a difendersi, col ripudio della guerra dettato dalla Costituzione».

Leggi tutto: F35: dove sono i cattolici? di don Renato Sacco

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giovedì 18 luglio 2013

Lampedusa... isola da Nobel!!!

Lampedusa... 

isola da Nobel!!!


Il Premio Nobel per la pace? Ai lampedusani. Per quel «faro» indicato da Papa Francesco come «esempio di amore, di carità e di accoglienza» le parole non bastano più. Servono fatti concreti, gesti veri. 
E se «le parole del Pontefice – come ha spiegato martedì la Cei – invitano a vincere l’indifferenza di fronte al cammino drammatico di tanti nostri fratelli. 
Un’indifferenza che è globale e che chiede anzitutto ai cristiani la globalizzazione della solidarietà», un primo passo per questo risveglio delle coscienze potrebbe essere il riconoscimento dell’impegno e dell’amore della gente dell’isola...
Lampedusa e i lampedusani come Madre Teresa o Nelson Mandela, Nobel per la pace, per la solidarietà che hanno sempre dimostrato verso tutti i disperati che approdano sulle loro spiagge. 
L’idea piace già a due parlamentari, entrambi senatori, entrambi siciliani. Concordano nel ritenere che l’isola meriterebbe un simile riconoscimento. È già un primo segno di trasversalità, si direbbe in termini politici, poiché i due parlamentari appartengono a schieramenti diversi. Senza esitazione, il senatore Renato Schifani, già presidente dell’assemblea di Palazzo Madama, oggi capogruppo del Pdl, e la senatrice Anna Finocchiaro del Partito Democratico, presidente della commissione Affari costituzionali, si sono detti favorevoli. Ai due parlamentari abbiamo posto queste quattro domande...


Dichiarazione di don Luigi Ciotti sull'approvazione nuovo 416ter sullo scambio elettorale politico-mafioso


Luigi Ciotti sull’approvazione nuovo 416 ter: “quando si uniscono le forze – e ciascuno fa la sua parte – si costruisce cambiamento.”


«L’approvazione del nuovo 416ter sullo scambio elettorale politico-mafioso è, sotto tre diversi aspetti, un piccolo ma significativo passo avanti.
L’aspetto tecnico: la norma finalmente estende la perseguibilità del reato, oltre che allo scambio di denaro, ad altre “utilità”.
L’aspetto culturale: viene implicitamente riconosciuto che la corruzione è un problema di democrazia, di vuoto di diritti colmati con la sottocultura della raccomandazione, del favore, del privilegio, dell’abuso.
L’aspetto sociale e politico: è il frutto di una collaborazione fra la società responsabile – gli oltre 270mila cittadini che hanno firmato la petizione della Campagna Riparte il Futuro, promossa da Libera e Gruppo Abele per un più serio contrasto alla corruzione – e quella parte di politica seria che ne ha accolto e promosso l’appello.
Si tratta ora di procedere su questa strada, perché i passi da fare sono ancora molti. Con una certezza: che quando si uniscono le forze – e ciascuno, nel suo ambito, fa la sua parte – si costruisce cambiamento. È sempre il ‘noi’ che vince».

Luigi Ciotti,
presidente Libera e Gruppo Abele promotori Campagna Riparte il Futuro

Visita il sito RIPARTE IL FUTURO

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