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venerdì 26 maggio 2017

#AChildIsAChild Le "barchette di carta" devono servire solo per giocare, non per morire. Per il G7 di Taormina tante Barchette in mare con una lettera a Papa Francesco


#AChildIsAChild 

Le "barchette di carta" 
devono servire
 solo per giocare, non per morire. 


Per il G7 di Taormina tante Barchette in mare con una lettera a Papa Francesco

Migliaia di bambini e adolescenti affrontano il Mediterraneo a bordo di imbarcazioni fragili, in cerca disperata di un futuro degno di essere vissuto. Per molti di loro il viaggio ha un epilogo tragico: almeno 700 sono i minorenni annegati dall'inizio dell'anno nel Canale di Sicilia. 
Nei giorni del vertice G7 (Taormina, 26-27 maggio 2017) l'UNICEF Italia lancia un'azione di sensibilizzazione per ricordare all'opinione pubblica e ai leader politici che questi bambini rischiano la vita e meritano tutto il nostro aiuto. 
Le "barchette di carta" devono servire solo per giocare, non per morire.
Video-messaggio di Andrea Iacomini, portavoce dell'UNICEF Italia.
Hashtag dell'iniziativa: #AChildIsAChild

Guarda il video

"Barchette in mare, non per gioco", è la manifestazione che l'Unicef ha organizzato a Palermo in occasione del G7 di Taormina. A spiegare l'iniziativa Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia
"E' una manifestazione che parte da un presupposto fondamentale: questo G7 si occupa dei bambini? E quanto il dramma dei bambini migranti è nelle agende dei grandi della terra? Tanti bambini hanno dovuto attraversare la rotta della morte e sono costretti a prendere il mare e spesso, anche ieri anche oggi perdono la vita". "E' inammissibile perchè c'è una convenzione del 1989, la Convenzione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che è la più violata al mondo, che dice che i bambini vanno protetti ovunque perché "a child is a child", è l'hashtag della manifestazione".

Sulla spiaggia di Palermo l'Unicef metterà in mare le barchette di carta, insieme a tanti bambini delle scuole" Le barchette galleggeranno ma poi affonderanno perché i bambini con queste barchette di carta devono giocare e non salirci sopra perché perchè poi queste barche affondano"
"Dai grandi della terra ci aspettiamo protezione. Chiediamo ai governi di rendersi conto che questi movimenti umani vanno fermati e i bambini vanno protetti. Quindi canali umanitari sicuri, aiuto nei loro paesi che è sviluppo. E grande segnale di integrazione per sconfiggere il pregiudizio".
Noi, prosegue Iacomini, "siamo figli di una generazione i cui nonni hanno fatto le guerre mondiali. Ho fatto un appello ai nonni di oggi: non dimenticate di raccontare ai nostri figli quello che hanno raccontato a voi, di fatti che non dovevano più accadere. Non possiamo ancora una volta voltarci dall'altra parte".



Le barchette di carta dell’Unicef hanno superato il blocco navale imposto in questi giorni per il G7 di Taormina ai porti siciliani e sono sbarcate a Palermo. Centinaia di piccole imbarcazioni di carta contenenti il testo di una lettera, scritta e inviata a Papa Francesco da ragazzi italiani e migranti ospitati nel nostro Paese, sono state messe in acqua davanti la spiaggia di Sant’Erasmo di Palermo e spinte verso terra.

L’evento simbolico “Barchette in mare, non per gioco” è stato organizzato dall’Unicef, a voler ricordare a tutti, ma soprattutto ai rappresentanti del G7 che inizia il 26 maggio, che ogni giorno, in Mediterraneo, su fragili imbarcazioni tanti bambini e ragazzi migranti e rifugiati soli sono costretti a viaggiare, rischiando la vita per fuggire da guerre, violenze e abusi. Sono almeno 700 i minorenni annegati dall’inizio del 2017 sul Canale di Sicilia. E le tragedie in mare non finiscono: nell'ultimo naufragio di ieri avvenuto al largo delle coste libiche, un altra decina di bambini sono annegati per l'affondamento di un barcone che conteneva almeno 500 migranti. E la stima delle vittime nel 2017 in tutto il Mediterraneo sale a 1.500.

Protagonisti dell’iniziativa palermitana tanti studenti, volontari e alcuni ragazzi migranti e rifugiati dei centri di accoglienza in Sicilia.

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La lettera “galleggiante” firmata da 22 ragazze e ragazzi di “Unicef J7” esordisce così: Santo Padre, sette uomini Importanti nei prossimi giorni si vedranno in Italia, a Taormina, per parlare dei destini del mondo. Lei li conosce tutti o quasi. Parlano lingue diverse, vengono da mondi diversi, governano Paesi diversi. Sono uomini, esseri umani come noi, che decidono le sorti del pianeta, quello in cui nasciamo, viviamo e poi moriamo, tutti, anche se non allo stesso modo. Si incontreranno per parlare, come abbiamo fatto noi, ragazzi e ragazze italiani e del Gambia, della Nigeria, del Pakistan e di altri paesi, per confrontarsi su tanti temi che riguardano le nostre vite future. Si ascolteranno l’uno con l’altro e poi prenderanno delle decisioni sul clima, sul lavoro, sull’economia e così via. E allora Santo Padre se tenderanno le orecchie gli uni agli altri per capirsi meglio, saranno questi uomini in grado di sentire anche noi? Noi che in fondo siamo loro, che democraticamente li abbiamo chiamati a rappresentarci per gestire al meglio le nostre vite e quelle dei nostri simili?”.

E si conclude con un richiamo alle stesse parole di Papa Francesco: “Siamo diversi. Siamo differenti, abbiamo differenti culture e religioni, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace” (da uno dei messaggi del Pontefice) e le domandiamo: “Se i 7 uomini più grandi della Terra non si commuovono di fronte ad un bambino che attraversa il mare per fuggire da morte sicura, se non piegano la loro testa di fronte al dolore di una mamma che lo ha visto affogare davanti ai suoi occhi nelle acque che lei stessa ha deciso di prendere con la speranza di una nuova vita, se non trovano soluzioni concrete per milioni di bambini colpiti da fame e carestia che ancora rischiano di morire domani, se alzano muri invece di aprire varchi senza trovare soluzioni per integrare invece che espellere cosa sarà di questo mondo? Che ne sarà di noi? Speriamo che grazie alla sua parola alzino gli occhi al cielo e trovino le giuste risposte, noi, tutti insieme, più diversi che mai, continueremo a sognare di cambiare il mondo, senza stancarci mai, proprio come fa Lei, Santo Padre”.



In vista del G7 a Taormina, l’UNICEF ha lanciato un video attraverso il quale 22 giovani – ragazze e ragazzi di Italia, Gambia, Nigeria, Costa d’Avorio, Albania e Pakistan - pongono alcune domande ai leader del mondo. 
Questi ragazzi, provenienti da tutta Italia, si sono incontrati per il vertice UNICEF Junior 7 Summit, che ogni anno riunisce le voci dei giovani dai paesi del G7, per discutere i temi dell’agenda del vertice G7 e preparare un messaggio congiunto per i Capi di Stato. Quest’anno i temi affrontati dai ragazzi sono stati: i diritti umani, la tolleranza, la pace, l’inclusione, l’istruzione, le migrazioni. Sette dei 22 ragazzi sono minorenni stranieri non accompagnati, ora ospiti di un centro di prima accoglienza in Sicilia e di un centro di seconda accoglienza in Toscana. I ragazzi non si erano mai incontrati prima e hanno condiviso esperienze e prospettive. “È quanto ci insegna la parola inglese ‘together’, che scomposta diventa ‘to get there’: insieme, per arrivarci!”, hanno detto i ragazzi. 
Sette le domande che i ragazzi rivolgono ai leader.
* Istruzione e conoscenza sono la chiave per uscire dal buio e per avere successo nelle nostre vite. Vogliamo investirci?
* I diritti umani devono essere garantiti per ogni persona. È realmente così?
* Stare insieme è un bisogno universale. Per superare la paura e il pregiudizio non servono parole.
* Noi ci ascoltiamo e ci comprendiamo l’un l’altro per prendere decisioni migliori. Siete d’accordo?
* Crediamo che l’integrazione non sia la via per la tolleranza, ma la via per l’inclusione. Volete camminare con noi?
* La felicità può muovere il mondo verso una direzione migliore. Possiamo scegliere di essere felici insieme. La pace è solo retorica?
* Parliamo di noi, siamo responsabili per le nostre azioni. E voi?

Guarda il video


Barchette di carta, per non dimenticare

Questa mattina bambini, volontari e personale della Guardia Costiera Italiana hanno dato vita a un'iniziativa simbolica sulla spiaggia di Sant'Erasmo, a Palermo: la messa in acqua e il salvataggio, da parte dei bambini, di numerose barchette di carta per ricordare le migliaia di bambini che rischiano la loro vita nel Mediterraneo e per lanciare un messaggio ai leader del G7 affinché intervengano per proteggere questi bambini.

Da gennaio, almeno 36.000 dei rifugiati e migranti salvati sono stati trasferiti in Sicilia, il luogo dove si terrà il vertice del G7 2017, e la Presidenza Italiana del G7 ha reso il tema delle migrazioni una delle priorità da affrontare quest’anno.

«La Sicilia continua ad essere un luogo simbolo di speranza per i bambini sperduti che cercano una vita migliore, ma è anche il luogo in cui termina un viaggio estremamente pericoloso, durante il quale sono andate perdute le vite di molti bambini,» ha continuato Forsyth.

«È giusto che i leader del G7 si incontrino in un posto così simbolico e significativo per quella che è diventata una delle più grandi crisi del nostro tempo. Questo è il loro momento per dimostrare una leadership concreta che adotti un piano di politiche efficaci per aiutare a garantire sicurezza ai bambini rifugiati e migranti.»

Prima del Summit del G7, l’UNICEF ha incontrato gli sherpa degli Stati del G7 nelle loro capitali, chiedendo di sostenere la leadership dell’Italia e di adottare i 6 punti dell’Agenda d’Azione dell’UNICEF per proteggere i bambini rifugiati e migranti:
  • Proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza
  • Porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migrante
  • Tenere unite le famiglie, come migliore mezzo per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale
  • Consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e sociali di qualità
  • Chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati
  • Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e emarginazione nei Paesi di transito e di destinazione.
Uniamo le voci per farci ascoltare dal G7

Oltre ai sei punti dell’Agenda di Azione, l’UNICEF ha lanciato una campagna per chiedere a tutti di compiere un gesto di solidarietà verso i bambini rifugiati e migranti sperduti a causa di guerre, violenza e povertà.

La campagna #AChildIsAChild, il cui video-messaggio sarà proiettato su un maxi-schermo nel centro di Taormina con il messaggio “Leader del G7, proteggete i bambini rifugiati e migranti”, è stata fino ad ora supportata attraverso i social media da oltre 2 milioni di persone.

In Italia, l’UNICEF ha lanciato una azione di sensibilizzazione attraverso i social media: agli utenti chiediamo di produrre un video o una foto con una barchetta di carta (simbolo della campagna) e di diffonderle - attraverso i social - con un proprio messaggio e utilizando l'hashtag #AChildIsAChild.