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sabato 25 febbraio 2017

Passare all'altra riva di Massimo Toschi

Passare all'altra riva 
di Massimo Toschi



A dieci anni dalla indisponibilità della Chiesa italiana a trattare su temi “sensibili” di carattere etico. Sembra un secolo fa…




Il 6 febbraio 2007, dieci anni fa, Avvenire, il giornale dei vescovi italiani, pubblicava un editoriale non firmato dal titolo “Non possumus”, rivendicando la indisponibilità a trattare non solo su un disegno di legge, ma sul senso della politica del governo.

Il card Ruini, il 12 febbraio dello stesso anno scriveva: «Potrà essere importante una parola meditata, una parola ufficiale che sia impegnativa per coloro che accolgono il magistero della Chiesa e che potrà essere chiarificatrice per tutti», prefigurando per i parlamentari cattolici un vincolo di voto. È la questione dei Dico, che ha poi trovato soluzione onorevole in questa legislatura.

La “parola ufficiale” vuole definire non solo un disegno di legge, ma la politica del governo, considerato non amico dalla Chiesa italiana e dalla Cei. Pino Alberigo, figura di grande intellettuale cristiano, lancia un appello per affermare la libertà del credente. È raccolto da molti, anche se la Chiesa, soprattutto nei movimenti, si mobilita nella grande piazza san Giovanni di Roma, nel maggio dello stesso anno.


E la tentazione del numero e della forza diventa assolutamente visibile.

Si crea intorno alla leadership del presidente della Cei una grande alleanza della destra, che ha l’obiettivo di far cadere il governo Prodi, che appare come il vero intralcio al cristianesimo politico diventato egemone. Non si cerca il Vangelo, ma il potere.

Sono passati dieci anni da quella stagione. Sembra un secolo. Davvero il tempo si è fatto breve. Il ministero di Francesco apre e inaugura una stagione straordinariamente nuova. Non si tratta di predicare sul Vangelo, ma di predicare il Vangelo. La gioia del Vangelo entra nelle ginocchia infiacchite della nostra Chiesa e da nuovo vigore evangelico ai discepoli che cercano il Signore.

È finita la stagione della dottrina sociale e delle logore regole razionalistiche dei principi non negoziabili.


Si fa strada un nuovo discernimento sapienziale, che cambia i cuori e la storia. Al centro i poveri, al centro i feriti, al centro il Vangelo sine glossa, come condizione di una vita cristiana rinnovata.

Il ministero di Francesco, con la forma del Vangelo, illumina e plasma la Chiesa nel segno della misericordia e della tenerezza. Ecco Gesù diventa il volto della misericordia di Dio e la misericordia diventa la prassi di una Chiesa secondo il grande giudizio finale, in cui Dio diventa il più piccolo tra i fratelli.


Ecco il Vangelo del perdono, che legge la guerra dalla parte delle vittime, che fa la pace con il sangue della croce, che contesta chi prende le armi, perché di armi periranno, come dice Gesù nella passione di Matteo.

In questi dieci anni abbiamo vissuto lo scandalo della pace nel Mediterraneo, da mare di mezzo a cimitero di tutti. I principi non negoziabili sono diventati retorica declamazione di valori che servono a conquistare la società e non a servire gli ultimi e i piccoli.

Oggi la Chiesa vuole essere una Chiesa delle beatitudini, una chiesa spoglia e spogliata, per essere per tutti in primo luogo ospedale da campo per i feriti di ogni genere, secondo un mistero di guarigione che sta al cuore del mistero di Gesù, che si è caricato di tutte le nostre malattie.

Papa Francesco ci ha detto questo a Firenze, nel novembre 2015, e ci ha indicato la via della Chiesa che è la via della conversione, della povertà di cultura «per annunciare Cristo e Cristo crocifisso». Davvero un rovesciamento: dal semipelagianesimo di gruppi che cercano di rendere visibile il proprio volto e il proprio potere, a coloro che non cercano i primi posti, ma servono tutti coloro che bussano alla porta della città, porta della preghiera e porta della pace.

Dieci anni fa maggiore sapienza avrebbe forse evitato molti errori e tanti scandali, anche gravissimi. Dobbiamo confessare quei peccati di potere che ancora oggi operano nelle fibre profonde della nostra Chiesa. Un tempo lungo di penitenza che liberi dalla tentazione del denaro e dalla arroganza del potere.

Il viaggio del rinnovamento evangelico è appena iniziato. Sarà lungo, nel segno della fatica; ma ci prepara a un grande tempo di grazia e gioia, che appena intravediamo nel nostro cuore e nella nostra vita.

Anche Ruini, insieme a storici e giornalisti, è tornato a far ascoltare la sua voce, dopo l’affissione dei manifesti contro papa Francesco. È meglio non perdere le posizioni. Può darsi che si possa tornare in corsa. Questo davvero, da solo, non basta: bisogna anche passare all’altra riva, la riva del Regno, la riva di Gesù.

(Fonte: Citta Nuova - 8 febbraio 2017)