Don Giovanni Berti
Il sogno del Vangelo
Sabato 1 novembre 2025 – Tutti i Santi
L’Apocalisse usa il linguaggio dei sogni per rivelare che la salvezza non è per pochi eletti. Ai 144mila si affianca una moltitudine immensa di ogni popolo: chi vive il bene, anche senza saperlo, appartiene a Dio. I Santi ci ricordano che il Vangelo è possibile per tutti e continua a trasformare il mondo
Io, Giovanni, vidi salire dall’oriente un altro angelo, con il sigillo del Dio vivente. E gridò a gran voce ai quattro angeli, ai quali era stato concesso di devastare la terra e il mare: «Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio».
E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila segnati, provenienti da ogni tribù dei figli d’Israele.
Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce: «La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello».
E tutti gli angeli stavano attorno al trono e agli anziani e ai quattro esseri viventi, e si inchinarono con la faccia a terra davanti al trono e adorarono Dio dicendo: «Amen! Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli. Amen».
Uno degli anziani allora si rivolse a me e disse: «Questi, che sono vestiti di bianco, chi sono e da dove vengono?». Gli risposi: «Signore mio, tu lo sai». E lui: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello».
(dal Libro dell’Apocalisse 7,2-4.9-14)
Il libro dell’Apocalisse, scritto da Giovanni evangelista e ultimo dei 73 che compongono la Bibbia, usa il linguaggio dei sogni, con immagini ed eventi che non seguono una logica razionale. Parla di ciò che accade nella vita e di come Dio entra nella storia umana, ma in modo filtrato e simbolico. I simboli, figure e numeri legati alla cultura del primo secolo dopo Cristo, non sono sempre di immediata comprensione. Non è un libro misterioso che annuncia chissà quali eventi catastrofici, ma una miniera inesauribile di parole che ci conducono a comprendere chi è Dio per noi e chi siamo noi per Dio, anche oggi.
Come accade nei sogni che faccio e che riesco a ricordare quando, appena sveglio, non mi lascio subito rapire dal concreto, anche davanti a questo sogno rivelatore di Giovanni evangelista voglio provare a cogliere un messaggio per me e per tutti noi, in questo giorno in cui alziamo lo sguardo al cielo verso tutti i Santi.
E il sogno che ho davanti è, come sempre, strano e pieno di colpi di scena. Insieme a Giovanni vedo un gruppo numerosissimo: 144mila persone con un sigillo speciale, che sembrano le uniche degne di Dio e destinate alla salvezza dalle catastrofi della storia. Hanno tutte questo sigillo di una promessa legata a un popolo preciso, unito dalla parentela. Sono forse i Santi che veneriamo e che la Chiesa ha riconosciuto come modelli di fede? Sono gli unici accanto a Dio? In cielo ci sono quindi solo i battezzati, e per di più quelli davvero esemplari? È un sogno bello, ma fin qui ha qualcosa che mi terrorizza. Solo 144mila persone privilegiate da Dio, cristiani che hanno “guadagnato” la felicità eterna… e tutti gli altri? E io che posto avrò, visto che quando leggo la vita di un Santo percepisco più la distanza che la somiglianza con la mia vita e la mia fede?
Ma il sogno non è finito. Giovanni racconta che oltre quel gruppo speciale ce n’è un altro sterminato. Ed ecco il colpo di scena che rende questo sogno dell’Apocalisse stupendo e sorprendentemente legato alla vita: «…una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani».
Una moltitudine immensa che fa sembrare i 144mila un piccolo gruppo, e dona alla scena un respiro davvero evangelico. Da ogni nazione, tribù, popolo e lingua: cioè chiunque, anche non cristiano e anche non credente, ma uomini e donne che vivono fino in fondo la vita secondo Dio, magari senza saperlo. Il sogno dell’Apocalisse, in questo giorno in cui celebriamo tutti i Santi, in un tempo in cui sembra ci siano più Santi sul calendario di un mese che cristiani in chiesa, mi ricorda che il Vangelo di Gesù è ancora al centro della storia umana, con il suo messaggio di vita, fraternità e pace.
I Santi che ricordiamo oggi, riconosciuti dalla Chiesa come modelli, ci hanno creduto e nel piccolo spazio del loro tempo e del loro luogo hanno messo in pratica le parole di Gesù, nonostante persecuzioni, dubbi, limiti e peccati. Sono lì a ricordare a me e a noi che il Vangelo si può vivere, e che non passa di moda né perde la sua forza nel migliorare il mondo. Ci ricordano che il Vangelo è possibile per tutti, e chi oggi cerca la pace, la fraternità e l’amore reciproco fa parte dell’infinito popolo di Dio, in terra e in cielo.
È vero, le nostre liturgie, gli incontri formativi, i catechismi e gli oratori sono sempre più vuoti, e questo dispiace, ma non deve farci perdere la speranza. Siamo qui oggi, spinti dall’esempio dei Santi, a continuare a credere nella forza del Vangelo, capace di raggiungere ogni popolo, ogni lingua, ogni persona. E come spesso cantiamo, il sogno diventa realtà…
(fonte: sito dell'autore 31/10/2025)
