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lunedì 22 gennaio 2018

VIAGGIO APOSTOLICO DI PAPA FRANCESCO IN CILE E PERÙ 15-22 GENNAIO 2018 / 9 - Visita all’Hogar Principito: "Gesù Bambino. Lui è il nostro tesoro, e voi bambini siete il riflesso, e siete anche voi il nostro tesoro, il tesoro di tutti noi, il tesoro più prezioso di cui dobbiamo avere cura... voi siete le stelline che illuminano la notte." - Incontro con le Autorità: "... la corruzione. Quanto male procura... tale “virus” sociale... infetta tutto, e i poveri e la madre terra sono i più danneggiati. ... la corruzione è evitabile ed esige l’impegno di tutti."

VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN CILE E PERÙ

15-22 GENNAIO 2018

Venerdì 19 gennaio 2018

PUERTO MALDONADO-LIMA

12.15Visita all’Hogar Principito
13.15Pranzo con i rappresentanti dei popoli dell’Amazzonia nel Centro Pastorale Apaktone
14.35Partenza in aereo per Lima
16.10Arrivo all’Aeroporto di Lima
16.20Visita alla Cappella della Base Aerea
16.45Incontro con le Autorità, con la Società civile e con il Corpo Diplomatico nel Cortile d’Onore
17.15Visita di cortesia al Presidente nel Salone degli Ambasciatori del Palacio de Gobierno
17.55Incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù nella chiesa di San Pedro


VISITA ALL'HOGAR PRINCIPITO
Puerto Maldonado

“Non potevo andarmene da Puerto Maldonado senza venire a trovarvi”. È il saluto del Papa ai piccoli ospiti dell’Hogar Principito, una casa a tre chilometri da Puerto Maldonado che accoglie circa 40 minori, fra bambini e adolescenti, provenienti da orfanatrofi, famiglie a rischio, vittime di violenza fisica, sessuale o psicologica.







SALUTO DEL SANTO PADRE

Cari fratelli e sorelle,
cari bambini e bambine,

grazie per questa bella accoglienza e per le parole di benvenuto. Vedervi cantare e ballare mi riempie di gioia.

Quando mi hanno raccontato dell’esistenza di questa Casa “Il Piccolo Principe” e della Fondazione Apronia, ho pensato che non potevo andarmene da Puerto Maldonado senza salutarvi. Avete voluto riunirvi da diversi alloggi in questa bella Casa “Il Piccolo Principe”. Grazie per gli sforzi che avete fatto per poter essere qui oggi.

Abbiamo appena celebrato il Natale. Ci ha intenerito il cuore l’immagine di Gesù Bambino. Lui è il nostro tesoro, e voi bambini siete il riflesso, e siete anche voi il nostro tesoro, il tesoro di tutti noi, il tesoro più prezioso di cui dobbiamo avere cura. Perdonate le volte in cui noi grandi non lo facciamo o non vi diamo l’importanza che voi meritate. Quando sarete grandi non dimenticatevi di questo. Il vostro sguardo, la vostra vita esigono sempre un maggiore impegno e lavoro per non diventare ciechi o indifferenti davanti a tanti altri bambini che soffrono e si trovano in necessità. Voi, senza alcun dubbio, siete il tesoro più prezioso di cui dobbiamo prenderci cura.

Cari bambini della Casa “Il Piccolo Principe” e giovani delle altre case di accoglienza. Alcuni di voi a volte sono tristi alla sera, avete nostalgia del papà o della mamma che non c’è, e so anche che ci sono ferite che fanno molto male. Dirsey, sei stato coraggioso e lo hai condiviso con noi. E mi dicevi «che il mio messaggio sia una luce di speranza». Ma lascia che ti dica una cosa: la tua vita, le tue parole e quelle di tutti voi sono luce di speranza. Voglio ringraziarvi per la vostra testimonianza. Grazie perché siete luce di speranza per tutti noi.

Mi da gioia di vedere che avete una casa dove siete accolti, dove con affetto e amicizia vi aiutano a scoprire che Dio vi tende la mano e vi mette dei sogni nel cuore. E' bello questo.

Che bella testimonianza quella di voi giovani che siete passati per questa strada, che ieri vi siete riempiti di amore in questa casa e oggi avete potuto costruire il vostro futuro! Voi siete per tutti noi il segno delle immense potenzialità che ogni persona possiede. Per questi bambini e bambine voi siete il miglior esempio da seguire, la speranza che anche loro potranno farcela. Tutti abbiamo bisogno di modelli da seguire; i bambini hanno bisogno di guardare avanti e di trovare modelli positivi: “voglio essere come lui, voglio essere come lei”, sentono e dicono. Tutto quello che voi giovani potete fare, come venire a stare con loro, a giocare, a passare il tempo, è importante. Siate per loro, come diceva il Piccolo Principe, le stelline che illuminano la notte.

Alcuni di voi, giovani che ci accompagnate, provenite dalle comunità native. Con tristezza vedete la distruzione dei boschi. I vostri nonni vi hanno insegnato a scoprirli, in essi trovavano il loro cibo e la medicina che li guariva: lo avete rappresentato bene all'inizio qui. Oggi siete devastati dalla vertigine di un malinteso progresso. I fiumi che hanno visto i vostri giochi e vi hanno dato da mangiare oggi sono insudiciati, inquinati, morti. Giovani, non rassegnatevi a ciò che sta succedendo. Non rinunciate all’eredità dei vostri nonni, non rinunciate alla vostra vita e ai vostri sogni. Mi piacerebbe invogliarvi a studiare: preparatevi, approfittate dell’opportunità che avete per formarvi, questa opportunità che vi dà la Fondazione Apronia. Il mondo ha bisogno di voi, giovani dei popoli originari, e ha bisogno di voi non mascherati, ma così come siete. Non mascherati da cittadini di un altro popolo, no, come siete voi, così abbiamo bisogno di voi. Non rassegnatevi ad essere il vagone di coda della società, agganciati e trascinati! No, non siate mai vagoni di coda, abbiamo bisogno di voi come motore che spinge. E vi raccomando una cosa: ascoltate i vostri nonni, apprezzate le vostre tradizioni, non frenate la vostra curiosità. Cercate le vostre radici e, nello stesso tempo, aprite gli occhi alla novità, sì… e fate la vostra sintesi. Restituite al mondo quello che imparate perché il mondo ha bisogno di voi originali, come realmente siete, non come imitazioni. Abbiamo bisogno di voi autentici, giovani fieri di appartenere ai popoli amazzonici e che offrono all’umanità un’alternativa di vita autentica. Amici, le nostre società molte volte hanno bisogno di correggere la rotta e voi, giovani dei popoli originari – ne sono sicuro –, potete aiutare moltissimo in questa sfida, soprattutto insegnandoci uno stile di vita che si basi sulla cura e non sulla distruzione di tutto quello che si oppone alla nostra avarizia.

E un’altra cosa importante, è che desidero ringraziare il padre Xavier [Arbex de Morsier, fondatore dell’Associazione Apronia]. Padre Xavier ha sofferto molto, e questo gli è costato. Semplicemente, grazie. Grazie per il suo esempio. Voglio ringraziare i religiosi e le religiose, le missionarie laiche che svolgono un lavoro favoloso e tutti i benefattori che formano questa famiglia; i volontari che regalano il proprio tempo con gratuità che è come balsamo rinfrescante sulle ferite. E inoltre ringraziare quanti rafforzano questi giovani nell’identità amazzonica e li aiutano a costruire un futuro migliore per le vostre comunità e per tutto il pianeta.

E adesso, così come stiamo, chiudiamo gli occhi e chiediamo a Dio di darci la benedizione.

Che il Signore abbia pietà e vi benedica, faccia risplendere il suo volto su di voi, che il Signore abbia pietà e misericordia e vi colmi di ogni genere di favori, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen (cfr Nm 6,24-26; Sal 66; Benedizione del Tempo Ordinario).

E vi chiedo due cose: di pregare per me, e di non dimenticarvi che voi siete le stelline che illuminano la notte. Grazie.

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Tra canti intonati alla chitarra, foto e abbracci, Papa Francesco si avvia fuori dalla struttura e, in macchina, percorre le strade polverose tipiche di questa porzione di terra peruviana. La direzione è il Centro Pastorale Apaktone dove si tiene il pranzo con nove rappresentanti dei popoli indigeni, al termine del quale, intorno alle 14.35, il Papa si trasferisce in aeroporto per far ritorno a Lima. 


Poi papa Francesco è andato al Palacio de Gobierno, per un incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico. Quindi c'è stato un colloquio privato col presidente della Repubblica Pedro Pablo Kuczynski. 

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La corruzione è un «virus», un «flagello» sociale. Serve «maggior cultura della trasparenza» tra enti pubblici, settore privato e società civile. Papa Francesco, di ritorno dalla faticosa giornata amazzonica incontra nel Palacio del Gobierno a Lima le autorità politiche, il corpo diplomatico e i rappresentanti della società civile del Perù. È l’occasione per affrontare il tema della corruzione. Accanto a lui c’è il presidente Paolo Kuczynsky, che lo scorso dicembre stava per essere destituito dal Congresso con l’accusa di corruzione, ma è stato salvato dal voto dei sostenitori dell’ex presidente Alberto Fujimori, che doveva ancora scontare 12 anni per crimini contro i diritti umani e ha invece ottenuto alla vigilia di Natale la grazia e la scarcerazione per motivi di salute. 

Il Papa - giunto con un leggero ritardo a causa di un cambio d'auto imprevisto durante il tragitto dovuto alla foratura di uno pneumatico - durante il suo discorso chiede di fare molta attenzione a una «forma, spesso sottile, di degrado ambientale che inquina progressivamente tutto il tessuto vitale: la corruzione.Quanto male procura ai nostri popoli latinoamericani e alle democrazie di questo benedetto continente tale “virus” sociale, un fenomeno che infetta tutto, e i poveri e la madre terra sono i più danneggiati». 

«Ciò si può fare per lottare contro questo flagello sociale – afferma Bergoglio - merita il massimo della considerazione e del sostegno; e questa lotta ci riguarda tutti». Serve «maggior cultura della trasparenza tra enti pubblici, settore privato e società civile. Nessuno può dirsi estraneo a questo processo; la corruzione è evitabile ed esige l’impegno di tutti». ...

Leggi il testo integrale del discorso

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La faticosa giornata sì è conclusa con l'incontro privato di Papa Francesco con i Gesuiti peruviani, 45 minuti di domande e risposte. Come sempre uno dei momenti più intensi dei viaggi papali. (foto di p. Antonio Spadaro)

E' stata un festa incontrare l'amico e il pastore Francesco. “Voglio una Chiesa povera per i poveri” – ce lo ha ricordato il Papa. Così racconta il padre gesuita Juan Bytton che ha partecipato nella Chiesa di San Pedro a Lima all'incontro di Francesco con i membri della Compagnia di Gesù. "I poveri sono al centro del Vangelo- ha detto il Pontefice nel suo colloquio privato- non si può capire il Vangelo senza i poveri”. Padre Bytton racconta l'incontro dei Gesuiti con il Papa, a Lima, e la parola "pace" tante volte ripetuta. Tra domande e risposte Francesco ha lasciato un compito ai membri della Compagnia di Gesù, "insegnare, con molta umiltà, al santo popolo di Dio il discernimento": anche se il momento della realtà peruviana e dell’America Latina è difficile, quello che conta di più è proprio il discernimento.


 


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