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sabato 18 febbraio 2017

"L’apertura di Pietro all’evangelizzazione dei pagani: At 10-11" di P. Aurelio Antista, carmelitano (VIDEO INTEGRALE)

"L’apertura di Pietro all’evangelizzazione dei pagani: At 10-11" 
di P. Aurelio Antista, 
carmelitano
(VIDEO INTEGRALE)




Terzo incontro dei 
MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA 2017
promossi dalla

Fraternità Carmelitana 
di Barcellona Pozzo di Gotto 

08.02.2017



La tradizione cristiana del NT attribuisce a Pietro il ruolo di “Apostolo dei Giudei” e a Paolo quello di “Apostolo dei pagani”. In realtà però, il primo ad annunciare il vangelo ai pagani è Pietro, guidato da Dio e dal suo Spirito. Per l’evangelista Luca ne è testimonianza chiara la pagina degli Atti in cui racconta l’incontro, a Cesarea, tra Pietro e il centurione Cornelio (At 10,1-11,18).
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Il giorno dopo avviene l’esperienza di Pietro, anche questa in un contesto di preghiera. Mentre prega, all’ora di pranzo, sul terrazzo della casa che lo ospita, Pietro vede il cielo aperto e una grande tovaglia calata a terra che contiene una gran quantità di animali e di uccelli puri e impuri. Una voce gli dice: “Alzati, Pietro, immola e mangia!” Ma lui, prontamente risponde: “Non sia mai, Signore, io non ho mai mangiato nulla di impuro”. E la voce di nuovo a lui: “Ciò che Dio ha purificato, tu non chiamarlo profano, immondo”. La scena si ripete per ben tre volte, e poi il lenzuolo con il suo contenuto viene tirato su, verso il cielo. 
L’esperienza vissuta e le parole ascoltate sono per Pietro motivo di turbamento e di smarrimento, perché mettono in discussione il complesso delle prescrizioni contenute nella Legge circa il puro e l’impuro, la cui osservanza è garanzia della santità di Israele davanti a Dio e manifestazione davanti agli altri del suo essere “il popolo eletto”. L’osservanza delle prescrizioni alimentari, nella rivelazione biblica, hanno, appunto, lo scopo di sottolineare la separazione di Israele dagli altri popoli, per salvaguardare la sua peculiarità di “popolo eletto” e garantire così la sua missione di testimone della presenza del Dio vivente nel cuore dell’umanità. Comprendiamo, pertanto, il perché della reazione istintiva e indispettita di Pietro che contesta la voce del Signore e si rifiuta di mangiare ciò che è “comune o impuro”.
Mentre Pietro sta interrogandosi sul significato della rivelazione divina, arrivano gli inviati da Cesarea che cercano proprio lui.
L’intervento dello Spirito Santo lo invita a superare gli scrupoli e ad accogliere senza esitazione quegli uomini stranieri: “Alzati, scendi e va’ con loro, senza esitare”, gli dice lo Spirito. Sono molto pregnanti i verbi che usa Luca: “Alzarsi, scendere e andare con” indicano un risorgere, uno scendere come movimento interiore di conversione e un “andare con” gli altri e un “andare verso” i nuovi itinerari che il Signore sta tracciando per lui. Con docilità, Pietro si apre all’accoglienza della nuova situazione che gli si prospetta davanti, anche se non è ancora in grado di decifrare la direzione e i contorni. Egli comincia a comprendere, tuttavia, che quel “viaggio” che aveva progettato “per tutti” (9,30) e che lo aveva portato fuori di Gerusalemme in visita alle comunità di Lidda e di Giaffa, ora lo sta conducendo molto più lontano, verso lidi sconosciuti, verso il mondo dei pagani. Dalla richiesta dei messaggeri di recarsi a Cesarea per portare a Cornelio “la parola che ha da dirgli”, Pietro comincia a comprendere che “tutti quegli animali” della visione simboleggiavano “tutti gli uomini” a favore dei quali Dio dichiara la caduta delle barriere etnico-religiose e garantisce per loro lo stato di “purità”.
Alla luce di questa intuizione, Pietro compie una scelta coraggiosa: “Li fece entrare e li ospitò” (10,23). Con questo gesto l’autore sacro non ci sta dicendo che Pietro è una persona educata e, in quanto tale, rispetta le regole dell’ospitalità. Ma ci rivela che in Pietro avviene un cambiamento radicale, una conversione. E così, lui, capo della comunità giudeo-cristiana, invita dei pagani a condividere le stessa mensa e ad abitare sotto lo stesso tetto; cosa inaudita per un giudeo. Un commentatore scrive che la trasformazione di Pietro “forse è più miracolosa della stessa conversione di Cornelio”.
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Incontro integrale


Guarda anche gli incontri  dei MERCOLEDÌ' precedenti già pubblicati: 

















sabato 28 gennaio 2017

"Sulla via di Damasco. La vocazione di Paolo e la svolta della sua vita: At 7,95-9,31" di fr. Egidio