martedì 9 ottobre 2018

AVE MARIA: il nuovo libro di papa Francesco da oggi in libreria ed il programma in onda su Tv2000 dal 16 ottobre


PAPA FRANCESCO
AVE MARIA
Il Santo Padre ci racconta il mistero di Maria 
con le parole della preghiera più amata


“Ave, Maria, piena di grazia”: così comincia la preghiera che ci viene insegnata fin da bambini e che, soprattutto nelle difficoltà, riaffiora sulle labbra e nei cuori. “Dio saluta una donna, la saluta con una verità grande: ‘Io ti ho fatto piena del mio amore, piena di me, e così come sarai piena di me sarai piena del mio Figlio e poi di tutti i figli della Chiesa’. Ma la grazia non finisce lì: la bellezza della Madonna è una bellezza che dà frutto, una bellezza madre.” In questo nuovo libro, Papa Francesco affronta il mistero di Maria percorrendo verso per verso l’Ave Maria in un dialogo vivo e fertile con don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova. La Madonna “è la normalità, è una donna che qualsiasi donna di questo mondo può dire di poter imitare”: “lavorava, faceva la spesa, aiutava il Figlio, aiutava il marito”. Eppure, questa creatura “normale” diventa lo strumento di una nuova creazione, di un nuovo patto: “all’inizio la ri-creazione è il dialogo tra Dio e una donna sola”. Ed è sulla donna e il suo ruolo che s’impernia la riflessione del Papa: “La Chiesa è donna, la Chiesa non è maschio, non è ‘il’ Chiesa. Noi chierici siamo maschi, ma noi non siamo la Chiesa”. Nella seconda parte del volume, l’Ave Maria entra in carcere, segno e mezzo di conversione e consolazione.
(fonte: Rizzoli)

AVE MARIA
Di Don Marco Pozza e Andrea Salvadore
Condotto da Don Marco Pozza
Regia di Andrea Salvadore
Dieci puntate



Dopo Padre Nostro sullo sfondo della Terra Santa dove tutto ha avuto origine, don Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova, torna a interrogarsi sul significato di un’altra preghiera, l’Ave Maria, che parla di un “impossibile”: l’incarnazione di Dio attraverso il sì di una donna concepita senza macchia, Maria.
Incontri e conversazioni con donne del mondo della cultura, dello spettacolo e di tutti i giorni per entrare in uno dei più grandi misteri della storia dell’umanità e riconoscere la figura di Maria come “donna dei nostri giorni” e madre di tutti.
Il programma è arricchito di due puntate speciali in cui il tema del Magnificat è la trama su cui si intrecciano storie di donne che, impegnandosi come Maria con il loro “sì”, hanno cambiato il corso degli eventi, cercando di “rovesciare” l’ordine delle cose a favore degli ultimi.
(fonte: TV2000)





Per gentile concessione di Rizzoli-Lev pubblichiamo il capitolo titolato “Prega per noi, peccatori”.
Papa Francesco: 
“Se dicessi di non essere peccatore, sarei il corrotto più grande”


E così arriviamo al verso «prega per noi, peccatori». La storia della salvezza, Papa Francesco, inizia con una domanda: «Adamo, dove sei?» (cfr. Gen 3,9). La storia di Maria inizia con una risposta: «Eccomi» (cfr. Lc 1,38). È come se la mamma rispondesse per noi, per tutte le risposte che non abbiamo dato. Però rimane un fatto: parafrasando Indro Montanelli, ci sono errori che profumano di bucato e altri che puzzano di fogna. Maria è la mamma dei peccatori, non dei corrotti. Sono due cose completamente diverse.

Maria non può essere la mamma dei corrotti, perché i corrotti vendono la mamma, vendono l’appartenenza a una famiglia, a un popolo. Cercano soltanto il proprio profitto, che sia economico, intellettuale, politico, di qualsiasi tipo. Fanno una scelta egoistica, direi satanica: chiudono a chiave la porta dal di dentro. E Maria non riesce a entrare. Si chiudono loro, per questo l’unica preghiera per i corrotti è che un terremoto li commuova talmente da convincerli che il mondo non è cominciato e non finirà con loro. Per questo loro si chiudono, non hanno bisogno di madre, di padre, di una famiglia, di una patria, di appartenere a un popolo. Coltivano soltanto l’egoismo, e il padre dell’egoismo è il diavolo.

Maria è madre di tutti noi peccatori, dal più al meno santo. È mamma. Ricordo che mia mamma, parlando di noi cinque figli, diceva: «I miei figli sono come le dita della mano, ognuno diverso dall’altro; ma se mi pungo un dito sento lo stesso dolore che proverei se me ne pungessi un altro». Maria accompagna la strada di noi peccatori, ognuno con i suoi peccati. «Prega per noi, peccatori» significa dire: «Sono peccatore ma tu custodiscimi». Maria è colei che ci custodisce.

Il peccato è molto vicino a un nodo. Nel suo pontificato, lei ha spesso citato un’immagine che arriva da Ireneo di Lione e che è stata ripresa anche dal Concilio: Maria che scioglie i nodi. Molte persone che incontro mi dicono: «Sto facendo la novena a Maria che scioglie i nodi». Mi ricorda un proverbio che la mia mamma usa ogni tanto come minaccia: «Tutti i nodi vengono al pettine». E io dentro di me penso: «È anche vero che tutti i nodi arrivano a Maria». È bellissima questa immagine del nodo di una matassa che Maria dipana. Quanta pazienza serve?

L’immagine di Ireneo risale al II secolo. Il Concilio Vaticano II la riprende nella Lumen gentium. Ireneo contrappone due donne: il nodo fatto da Eva con la disobbedienza e la mancanza di fede è sciolto da Maria appunto con la sua obbedienza e la sua fede. È un’immagine piena di significato.

E per me è pieno di significato, Papa Francesco, il fatto che lei si ostini a definirsi un peccatore al quale Dio continua a guardare con misericordia. Qualcuno si stupisce che un Papa possa dire una cosa simile, ma riconoscersi peccatori è il primo gradino per diventare santi…

È la realtà, figlio. È la realtà. Se dicessi di me di non essere un peccatore, sarei il corrotto più grande.
(fonte: Sir)


"AVE MARIA": 
LA PREGHIERA PIÙ AMATA LETTA 
DA PAPA FRANCESCO E DON MARCO POZZA


Papa Francesco racconta il mistero di Maria con le parole della preghiera più amata nella conversazione con don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, trasmessa nel programma ‘Ave Maria’ in onda su Tv2000 dal 16 ottobre ogni martedì in prima serata. L’anteprima è stata presentata alla Filmoteca Vaticana, alla presenza dell’Assessore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, mons. Dario E. Viganò, del direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante, di don Marco Pozza e della responsabile editoriale Saggistica della casa editrice Rizzoli, Manuela Galbiati.
La Madonna – ha detto il Papa - è una ragazza normale, è una ragazza di oggi, una ragazza non posso dire di città perché lei non era nella città, ma in un paesino, normale, educata normalmente, aperta a sposarsi, a fare una famiglia”. E ancora: "C’è una cosa della Madonna che immagino – ha proseguito il Papa - amava le scritture, conosceva le scritture, una ragazza che aveva fatto la catechesi ma dal cuore".

"Qualsiasi donna di questo mondo – ha affermato Francesco - può dire ‘ma io posso imitare Maria’, perché è normale. Anche il suo matrimonio verginale, casto, è stato un matrimonio normale: lavoro, fare le spese, fare le cose della casa, educare il figlio, aiutare il marito”.
Dall’incontro, dalle parole e dalle risposte del Papa a don Marco è stato realizzato anche il libro ‘Ave Maria’ di Papa Francesco edito dalla Rizzoli e dalla Libreria Editrice Vaticana, in uscita in Italia il 9 ottobre.

Il programma, nato dalla collaborazione tra il Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e Tv2000 come avvenuto lo scorso anno per ‘Padre Nostro’, è strutturato in undici puntate, nel corso delle quali don Marco incontra noti personaggi laici del mondo della cultura e dello spettacolo: Sonia Bergamasco, Michelle Hunziker, Cristiana Capotondi, Carla Signoris, Cristina Parodi, Cristina Comencini, Letizia Moratti, Luisa Muraro, Noa e Federica Angeli. All’interno di ciascuna puntata viene raccontato un aspetto della maternità attraverso storie di madri, figli, mariti, religiose e artisti. Ogni puntata è aperta dalle parole del Papa; l’intervista integrale di don Marco a Francesco verrà trasmessa domenica 23 dicembre in prima serata.

La santità di Maria – ha aggiunto Papa Francesco - è facile dirla; non capirla ma dirla. È la pienezza dello Spirito Santo in sé. È lo Spirito Santo che la riempì, lei è conseguente con quello”.

Il Pontefice interviene anche sul concetto della “classe media della santità”. “Non è mia. L’ho rubata a uno scrittore francese, Joseph Malègue. È lui che ha osato dire: ‘Lo scandalo e la difficoltà non è capire se Dio esiste, ma capire che Dio si è fatto Cristo’. Questo è lo scandalo. E la Madonna è lì al centro dello scandalo. La santità è al centro di questo scandalo. Tu non puoi capire la santità senza capire questo scandalo: che Dio si è fatto Cristo, cioè unto, uomo come noi”.
Maria”, ha sottolineato ancora il Papa, “era inquieta. E non si può capire la santità senza inquietudine”.

Su Giuseppe il Papa ha detto: “È stato lo sposo. Lei mai ha detto a Giuseppe ‘Io sono la mamma di Dio, tu sei l’impiegato di Dio’. ‘Tu sei il mio sposo. Io sono vergine’. Giuseppe è vergine, ‘ma tu sei il mio sposo’. Sottomessa al suo sposo come era la cultura del suo tempo. Gli faceva da mangiare, parlava con lui, parlavano del figlio, hanno condiviso l'angoscia quando il bambino a 12 anni è rimasto a Gerusalemme. E lei ascoltava Giuseppe e obbediva a Giuseppe. Le grandi decisioni le prendeva Giuseppe, era normale in quel tempo. Tante volte in sogno riceveva i messaggi di Dio. Lei è la piena di grazia, lui è il giusto. L’uomo osservante della parola di Dio, giusto. Bella coppia”.

Papa Francesco nel dialogo con don Marco ha poi risposto a una domanda sulle mamme di Plaza de Mayo: “A una mamma che ha sofferto quello che hanno sofferto le mamme di Plaza de Mayo io permetto tutto. Le permetto di dire tutto, perché non si può capire qual è il dolore di una mamma. Alle volte tu senti ‘ma io almeno io vorrei vedere il corpo del mio figlio, avere le ossa, sapere dove è stato sepolto’... Le è stato strappato il figlio e buttato; è un’esperienza molto forte, quando a una donna le strappano il figlio. C’è una memoria che io chiamo memoria materna che è anche fisica, è una memoria di carne e ossa. Anche in questa memoria si può spiegare l’angoscia. Tante volte dicono ‘ma dov’era la Chiesa che in quel momento non ci ha difeso’. Io sto zitto, le accompagno. La disperazione di una mamma di Plaza de Mayo è terribile. Dobbiamo accompagnare e rispettare il dolore, prenderle per mano”.
Abbiamo perso la capacità di amare – ha ribadito il Papa - abbiamo perso la memoria del carezzare, la memoria della tenerezza e oggi ci vuole la rivoluzione della tenerezza”.

“Un dialogo intenso e sincero tra don Marco e il Papa – ha detto mons. Viganò - su una preghiera, quella dell’Ave Maria, che ci aiuta a conoscere sempre più Gesù. Basta ricordare come a Cana di Galilea, a fronte della mancanza di vino, Maria non ha detto ‘ci penso io’, ma ha detto ‘fate quello che vi dirà’. Il progetto nasce dalla collaborazione, come lo scorso anno con il dialogo sul Padre Nostro, tra Tv2000, Vatican Media e la LEV che, insieme a Rizzoli hanno realizzato un volume che è già stato tradotto già in molte lingue”.

“Papa Francesco nel dialogo con Don Marco – ha sottolineato il direttore di Tv2000, Vincenzo Morgante – descrive più volte Maria come una donna normale. Ed è proprio questa normalità la forza del programma ‘Ave Maria’. Una preghiera che ogni giorno nel mondo viene recitata da milioni di credenti e non solo. Le parole del Papa colpiscono per la loro profondità e dolcezza. Ci invitano alla preghiera semplice ma profonda, genuina, senza filtri. Oggi la televisione ci offre spesso un consumo veloce quello ‘del tutto e subito’ legato al successo. Si fa televisione solo per fare ascolti. Con questo programma abbiamo voluto invece mettere in ascolto il telespettatore attraverso le parole di Papa Francesco e le storie di vita di tutti gli altri personaggi. Un compito non facile. Ho ereditato questo progetto da Paolo Ruffini e con entusiasmo lo porto avanti continuando a camminare sulla strada della qualità. Un grazie sincero a don Marco e a tutto lo staff per la passione con cui hanno realizzato tutto il programma. E un ringraziamento speciale al Vescovo di Roma per averci fatto questo dono speciale”.
“Per la casa editrice Rizzoli – ha aggiunto Manuela Galbiati - è un grande onore poter proseguire il percorso iniziato l’anno scorso con il ‘Padre Nostro’ in collaborazione con la Lev per portare in tutto il mondo il libro in cui il Santo Padre racconta insieme a don Marco Pozza, teologo e cappellano del carcere di Padova, l’emozione della preghiera ‘Ave Maria’”.

“Con Padre Nostro – ha raccontato don Marco Pozza - ci siamo accorti d'aver offerto non solo un programma televisivo, ma anche una proposta di catechesi, che tante persone hanno usato nei mesi a seguire. Ave Maria è nata spontanea, quasi un naturale seguito della prima tappa. Più che un tributo a Maria, volevamo provare a scrollare di dosso a questa bellissima preghiera la crosta dell'abitudine, il rischio della ripetizione. Averlo costruito in compagnia di tantissime donne, femminilità e maternità sono divenute la grammatica-base del racconto. Papa Francesco, capace di narrare i misteri di Dio con la semplicità dei bambini, con la sua presenza ha arricchito di fantasia e di spiritualità questo grande viaggio fatto sotto il segno di Maria. Non posso che essere grato al buon Dio della sua infinita generosità verso di noi”.
(fonte: Famiglia Cristiana)

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