martedì 31 luglio 2012

Omelia di P. Aurelio Antista

Omelia di P. Aurelio Antista
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
 XVII domenica del T.O. anno B - 29.7.2012

La pagina del Vangelo che la liturgia ci fa ascoltare e meditare questa domenica è molto conosciuta, va sotto il nome della moltiplicazione dei pani ed è un fatto che tutti gli Evangelisti raccontano proprio perché questo avvenimento ha una ricchezza di significato che va oltre quello che è avvenuto in quel giorno, infatti ci rimanda all'istituzione dell'Eucarestia da parte di Gesù la sera dell'ultima cena...

Per ascoltare l'omelia clicca qui



"Il dialogo è gratuita attenzione all’altro" di Bruno Forte

LA TESTIMONIANZA DELLA VERITÀ
Il dialogo è gratuita attenzione all’altro
di
Bruno Forte 
Arcivescovo di Chieti-Vasto

Quanto sta avvenendo in Italia, in Europa e nell’intero “villaggio globale” mostra con evidenza quanto ci sia bisogno di dialogo: dalla crisi che attraversiamo non si uscirà se non insieme. Sembra lo stiano comprendendo anche le forze politiche, o almeno i più. Dialogare, però, non è facile: può farlo veramente solo chi crede in un interesse superiore alle parti, nel bene comune da amare e servire più del proprio o di quello di gruppo. Riflettere sulle condizioni che rendono possibile e autentico il dialogo non è allora un esercizio astratto, risulta anzi tanto importante, quanto urgente. Il dialogo comporta sempre una sorta di uscita da sé, dalle ristrettezze del proprio punto di vista, per arrivare alla condivisione e all’incontro con l’altro: a tutti i livelli, il dialogo è il linguaggio della vita vissuta come dono e come impegno, e perciò il luogo dove propriamente può realizzarsi la ricerca del bene comune. Dove non c’è impegno generoso per gli altri non potrà esserci dialogo; e, analogamente, dove non c’è dialogo è dubbio che possa esserci attenzione adeguata al bene di tutti e spirito di servizio. Si potrebbe rischiare l’affermazione che il dialogo è la misura dell’autenticità della vita, della ricchezza di umanità di ciascuno e della credibilità delle proposte fatte per il bene comune.

È in libreria il nuovo volume di Bruno Forte, Dialogo e annuncio. L’evangelizzazione e l’incontro con l’altro (Edizioni San Paolo 2012, 356 pagine, € 26), che raccoglie alcuni interventi sui vari aspetti del dialogo nel suo rapporto con la ricerca e la testimonianza della verità, proposti negli ultimi due anni dall’Arcivescovo. 


lunedì 30 luglio 2012

VIZI CAPITALI - 6 "IRA: il volto ambivalente della collera" di ENZO BIANCHI


VIZI CAPITALI  - 6

IRA: 
il volto ambivalente della collera 
di padre ENZO BIANCHI

Collera? Ira? In realtà ci sono collere, ire al plurale, che non solo si manifestano in modi molto diversi tra loro, ma nascono da motivazioni molto diverse. Le accomuna il loro essere frutti di una passione che ci assale come un vento impetuoso, che emerge come un bollore improvviso dal nostro intimo e divampa come un fuoco divorante, avendo come bersaglio l’altro, gli altri. Si tratta del vizio visibile per eccellenza, capace di sfigurare chi ne è preda, producendo anche effetti psicosomatici: fa perdere il fiato, genera una sensazione di soffocamento, e non è dunque casuale che la Bibbia per indicarla si serva dell’espressione «brevità di respiro» (Pr 14,17).
Ciò che è comune alle collere – insisto sul plurale – è dunque la focosità, la dinamica dell’impeto che porta chi vive questa passione «fuori di sé», l’epifania, la manifestazione che si impone alla vista degli altri, perché si mostra fisiologicamente nel volto e nei gesti di tutto il corpo: il viso diviene rosso, gli occhi si accendono e paiono fulminanti, i muscoli facciali diventano tirati, la bocca si apre facendo apparire i denti serrati e compressi gli uni sugli altri, il parlare è concitato, urlato, non originato dal respiro ma da una forza selvaggia e animalesca, le braccia si muovono con gesti minacciosi. Insomma, tutto il corpo sembra teso verso un’esplosione da cui occorre stare il più lontano possibile. Ecco perché si parla di «scoppi d’ira», di «sfoghi di collera», di «impeti», di «incendio divorante»... 
Il fatto che la collera sia palese fa sì che chi soffre di questa patologia, se proprio non è cieco, di essa si vergogni, perché gli altri conoscono e misurano questa sua deformazione. Forse è questo il motivo per cui l’ira è un vizio da cui ci si può correggere più facilmente: la sua evidenza «pubblica» induce a disciplinarsi, a correggersi, a pentirsi di essere stati trasportati da essa a compiere gesti inconsulti.

Leggi tutto:
di Enzo Bianchi




domenica 29 luglio 2012

Gli appelli di Benedetto XVI all'Angelus di oggi (29 luglio 2012)

Castel Gandolfo 
Domenica 29 luglio 2012

Dopo l'ANGELUS:
Cari fratelli e sorelle,
continuo a seguire con apprensione i tragici e crescenti episodi di violenza in Siria con la triste sequenza di morti e feriti, anche tra i civili, e un ingente numero di sfollati interni e di rifugiati nei Paesi limitrofi. Per questi chiedo che sia garantita la necessaria assistenza umanitaria e l’aiuto solidale. Nel rinnovare la mia vicinanza alla popolazione sofferente ed il ricordo nella preghiera, rinnovo un pressante appello, perché si ponga fine ad ogni violenza e spargimento di sangue...
Il mio pensiero si rivolge anche alla cara Nazione irachena, colpita in questi ultimi giorni da numerosi e gravi attentati che hanno provocato molti morti e feriti. Possa questo grande Paese trovare la via della stabilità, della riconciliazione e della pace.
Tra un anno, proprio in questo periodo, si terrà la 28a Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, in Brasile. Si tratta di una preziosa occasione per tanti giovani di sperimentare la gioia e la bellezza di appartenere alla Chiesa e di vivere la fede.
Seguo con preoccupazione le notizie relative allo stabilimento ILVA di Taranto e desidero manifestare la mia vicinanza agli operai e alle loro famiglie, che vivono con apprensione questi difficili momenti. Mentre assicuro la mia preghiera e il sostegno della Chiesa, esorto tutti al senso di responsabilità...



Leggi il testo integrale dell'ANGELUS Castel Gandolfo Domenica, 29 luglio 2012


XVII TEMPO ORDINARIO anno B - Commento al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM

Benedizione dei pani e dei pesci
XVII Tempo Ordinario anno B
Commento al Vangelo di 
p. Alberto Maggi OSM

Gv 6, 1-15

Giovanni è l’unico tra gli evangelisti che non riporta il racconto della cena eucaristica, con le parole e i gesti di Gesù sul pane e sul vino, ma in realtà è l’evangelista che senz’altro più degli altri ne approfondisce il significato e ne svela la ricchezza. In particolare lo fa in questo capitolo 6. Scrive l’evangelista che era vicina la Pasqua, la festa dei giudei, ma la folla, anziché salire a Gerusalemme per celebrare la Pasqua, viene attratta da Gesù. La folla ha compreso che in Gesù si manifesta il vero santuario di Dio dal quale si irradia il suo amore.
Ebbene, Gesù, vedendo la folla, pensa lui a provvedere al suo sostentamento. Mentre nel deserto, nell’Esodo era stata la folla che, attraverso Mosè aveva dovuto chiedere a Dio e aveva dovuto supplicare per avere il pane, qui Gesù previene le necessità della gente. L’evangelista indica qual è l’azione divina: Dio non risponde ai bisogni della gente, ma precede e previene le sue necessità. 
E l’evangelista descrive questa azione della condivisione dei pani e dei pesci parlando di un ragazzo “che ha cinque pani d’orzo”. Perché cinque pani d’orzo? Perché l’evangelista vuole richiamare un fatto che era scritto nell’Antico Testamento quando Eliseo, il profeta, con venti pani d’orzo sfamò cento persone. “E due pesci”. Vediamo ora, ed è importante, perché l’evangelista ci da attraverso questi segnali l’indicazione precisa del significato dell’Eucaristia; vediamo qual è l’indicazione che ci dà Gesù. Gesù dice “Fateli sedere”, perché questo particolare? Per mangiare i pani e i pesci potevano stare in piedi, sdraiati, seduti, perché Gesù dà questo preciso ordine, letteralmente “fateli sdraiare”? 
Nei pranzi solenni, nei pranzi festivi, in particolare per la Pasqua, i signori, cioè quelli che avevano dei servi da cui potevano farsi servire, mangiavano sdraiati su dei lettucci. Chi mangiava così? Quelli che erano signori, quelli che avevano dei servi. Ebbene, la prima azione di Gesù è far sentire le persone “signori”; Gesù si fa servo perché i servi si possano sentire signori...



sabato 28 luglio 2012

Olimpiadi 2012 (2) - Non solo sport... anche per l'Italia

Più medaglie, meno spread. È l’inno ufficiale dell’Olimpiade italiana. Speranza, illusione, perplessità e buoni sentimenti: si può partire. Esagera Lello Pagnozzi, segretario del Coni e capo missione: «Inizia la battaglia d’Inghilterra». Più cauto Gianni Petrucci, 11 edizioni dei Giochi sulle spalle tra estivi e invernali, alla sua ultima da capo dello sport azzurro: «Nei prossimi 15 giorni abbiamo la possibilità di fare dimenticare agli italiani i guai economici e il momento terribile che stiamo attraversando: sarà dura, ma ci proviamo…».

Una forte emozione tricolore. Orgoglio e senso d'appartenenza, un mix inebriante in una giornata da incorniciare, incoraggiante preludio di un'avventura ancora da scrivere. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha reso omaggio alla squadra azzurra al Villaggio Olimpico di Londra ...
"... Il successo delle Olimpiadi può farci sentire un Paese importante, degno di grandi traguardi. Vedo tante donne, è un segno del progresso culturale di cui andare fieri..."



Sono centinaia le imprese italiane che hanno lavorato per la realizzazione delle strutture olimpiche e per fornire le attrezzature agli atleti di Londra 2012. Il loro giro d’affari è di circa 127 milioni di euro, e per alcune la commessa dei Giochi è stata una vera e propria svolta.

Piatti e bicchieri della rassegna a cinque cerchi sono realizzati con il Mater Bi prodotto a Novara


Vedi il nostro precedente post:


venerdì 27 luglio 2012

Olimpiadi 2012 (1) - Non solo sport

Quella delle Olimpiadi è una storia di dialogo internazionale, ma anche di rivalità nazionali. La tensione tra nazionalismo e internazionalismo ha sempre caratterizzato di questo evento: nonostante il motto non ufficiale delle Olimpiadi sia “lo sport e la politica devono restare separati”, sbaglia chi ritiene che la politica rimanga davvero lontana dalle piste d’atletica, dalle piscine, dai campi di calcio e di basket. Le Olimpiadi sono, prima di tutto, un evento che riflette e produce i mutamenti del sistema internazionale. 

I nostri pronostici sui Giochi che iniziano a Londra. Ciò che sicuramente "non" vedremo nell'edizione che s'inaugura oggi nella capitale inglese.
Primo nostro pronostico sui Giochi di Londra: non saranno vistosamente “i più” di qualcosa. E questo non è un male. L’augurio nostro è che siano Giochi normali, in chiave umana. Non ci interessano i superuomini. Anzi...
...Saranno Giochi bellissimi, come sempre accade anzi avviene (accadere è opera del caso, avvenire dell’uomo) quando si riunisce la meglio gioventù del mondo per fare gare regolamentate e non per sperimentare violenze, con stavolta, intorno e sopra di essa, gente di potere che però aborre le violenze quanto aborre la privazione o anche la limitazione della libertà.

A cosa servono le Olimpiadi? A ricordarci che esiste una dimensione della vita che prescinde dalla depressione...
Le Olimpiadi, a saperle guardare con quel pizzico di retorica che nello sport non guasta, sono una fabbrica di stimoli corroboranti. Storie di persone provenienti da ogni ripostiglio del pianeta che ci raccontano come si insegue un sogno, come si coltiva un talento, come si impara a vivere in rimonta, con rigore e sudore, pur di migliorare se stessi...

L’Olimpiade, in fondo, lo è sempre stato. Antidoto ai problemi e ai conflitti, parentesi e tregua. Perché regala emozioni, ferma il tempo, costruisce storie. E obbliga ad ascoltarle. Lo sport riconcilia con il senso del limite, i Giochi diffondono senso di squadra, di appartenenza, di impegno feroce. Ne abbiamo bisogno: serve un esempio con l’uomo al centro, con le sue debolezze, ma anche con la sua grande potenzialità. Un emblema vero di rispetto: delle regole e del traguardo.
Ci provano in tanti, vince uno solo. L’Olimpiade è vita, lascia il segno comunque. 
Leggi tutto: Misurarsi e capire

''Le Olimpiadi - ha affermato Benedetto XVI - sono il più grande evento sportivo mondiale, a cui partecipano atleti di moltissime nazioni, e come tale riveste anche un forte valore simbolico. Per questo la Chiesa Cattolica guarda ad esse con particolare simpatia e attenzione''.

Le notizie certe sono poche. Innanzitutto, la cerimonia si terrà venerdì 27 luglio alle ore 21 allo stadio di Stratford. Il direttore dell'evento sarà il premio Oscar Danny Boyle, celebre regista di film come Trainspotting e The Millionaire.
Gli spettatori italiani potranno seguirla, dalle 20.30, in diretta su Rai Uno oppure su tre canali Sky: Sky Olimpiadi 1 HD, Sky Uno HD, e per la prima volta al mondo nella storia dei Giochi olimpici, ci sarà un canale in tre dimensioni, Sky Olimpiadi 3D


"LA MAFIA NON E' INVINCIBILE" - Gli interventi a Partanna per XX anniversario della morte di Rita Atria

Ci siamo, siamo a Partanna. Caldo pomeriggio del 26 luglio. La prima sosta è all’ingresso del cimitero dove 20 anni addietro, in una altrettanto calda giornata di fine luglio (ma poteva anche essere uno dei primi giorni di agosto), arrivò, portata a spalla da alcune donne, la bara dove dentro erano state composte le spoglie di Rita Atria, la ragazza che il 26 luglio si era uccisa a Roma, lanciandosi nel vuoto, dal sesto piano della palazzina di via Amelia dove viveva “nascosta” con la cognata, Piera Aiello: la loro colpa che le ha costrette a fuggire da Partanna a vivere lontano con altre identità e sotto protezione, quella di essere diventate “testimoni di giustizia”...
Partanna la accolse con le finestre chiuse, nessuno la andò ad accogliere, c’erano solo le associazioni antimafia, le donne e gli uomini venuti anche da lontano. Restò chiusa anche la Chiesa Madre, per ordine del vescovo dell’epoca, Rita suicidatasi non meritava il funerale. Oggi un altro vescovo, mons. Mogavero ha posto rimedio celebrano lui la messa di commemorazione...
Don Luigi Ciotti cammina a piedi con tantissima altra gente, giovani, tantissimi, tiene tra le mani la lapide in marmo che solo simbolicamente verrà posta sulla tomba di Rita, al suo fianco tanti familiari di vittime della mafia...
L’arrivo al cimitero è segnato da una prima sorpresa, i referenti di Libera della provincia di Trapani, guidati dal coordinatore Salvatore Inguì, si staccano dal corteo e Gisella Mammo Zagarella, referente del presidio del capoluogo, tira fuori martello e chiodi da una borsa che porta a tracolla, e poi una targa ben coperta, viene collocata all’ingresso del cimitero, si legge, “in questo cimitero riposa Rita Atria testimone di Giustizia”. Così che chi entra sappia. 
Il corteo continua fino alla tomba di Rita, qui si vive un lungo momento di silenzio, rotto infine da don Luigi Ciotti. Sono parole pesanti ma che allo stesso tempo vogliono stemperare gli animi, parole di richiamo ma anche di forte appello alle coscienze. “Non basta commuoversi – dice don Luigi – ma muoversi, Rita ci esorta ad essere noi tutti capaci ogni giorni di essere testimoni di giustizia dinanzi alle illegalità spacciate per legalità che si compiono, dinanzi a chi intende possa esistere una legalità malleabile, questa tomba è senza lapide, speriamo di metterla, ma intanto la vera lapide è quella che dobbiamo portare nelle nostre coscienze, cercando verità e costruendo giustizia dobbiamo ricordare Rita”. Poi il richiamo alle istituzioni: “Rita ci ha lasciato scritto – ha affermato don Ciotti – come nel nostro Paese abbiamo bisogno di tanta verità, ancora oggi, abbiamo bisogno di una politica chiara e trasparente”...
In Chiesa la messa con le parole attese del vescovo Mogavero che ha presieduto alla celebrazione. Parole rivolte alla comunità di Partanna. Nessuno potrà dire di non avere capito. L’obbligo della riconciliazione, del perdono, e della pace, sono stati i cardini dell’omelia del vescovo Mogavero e con le parole del Vangelo ha descritto cosa è oggi la comunità di Partanna...
Ecco da dove bisogna cominciare a cambiare e come cambiare: “La capacità di vedere parte dal cuore: chi ha il cuore freddo e indifferente non riesce a vedere e non è capace di ascoltare; chi ha cuore buono e partecipe coglie il senso della realtà e degli eventi e sa interpretarli correttamente, lasciandosene ammaestrare. Questo significa che l’osservazione di ciò che accade attorno a noi è questione di cuore e che, pur vedendo e sentendo le medesime cose, si può reagire in modo diverso a seconda di come il cuore fa vedere e sentire quelle stesse cose…Noi siamo qui stasera proprio per guardare alla vita e alla morte di Rita con il cuore, non per capire, ma per accettare; non per giudicare, ma per riconciliare; non per maledire, ma per custodire la memoria; non per contrapporre, ma per pacificare. È tempo, dopo venti anni, di liberare il sogno di chi ha creduto e crede nella capacità delle persone di vivere relazioni fondate sull’amore e sulla fratellanza; di chi si spende e muore per la pace e la giustizia; di chi dice basta alla violenza e alla sopraffazione di qualsiasi origine e genere ed è disposto a pagare di persona; di chi guarda non al proprio interesse, ma al bene comune per il quale sa sacrificare tutto, anche la propria vita”. La mafia non è invincibile ha ripetuto il vescovo e ha ricordato che questo è stato dimostrato grazie “agli indifesi, i piccoli - in una parola i giusti - ad avviare l’opera di demolizione delle iniquità e malvagità diffuse. Essi, in apparenza, sono stati dei vinti perché hanno dovuto cedere alla violenza delle armi o alla sconforto della solitudine. Ma in effetti sono gli autentici vincitori che hanno detto: “basta” e hanno cambiato il corso della storia; e i loro nomi benedetti sono scritti in cielo”...

... Non va dimenticata la piccola forte ragazzina di Partanna. Non va cancellato il suo nome...
Perché ogni uomo, ogni donna, ha diritto al suo nome. Alla sua storia e alla sua identità. Anche la piccola Rita che la mafia voleva cancellare ma che con le sue scelte è rimasta e rimarrà nella nostra memoria. Una memoria che proprio nel suo nome si fa impegno e speranza.
Leggi tutto: Un fiore per Rita


Vedi anche il nostro precedente post: 



A rischio l'accoglienza dei minorenni stranieri in Italia - Il governo rispetti gli impegni assunti!

Il governo ''dia risposte urgenti e puntuali per continuare a garantire la migliore accoglienza e protezione ai minori stranieri non accompagnati, arrivati in Italia durante l'emergenza Nord Africa''. E perché, soprattutto, ''rispetti gli impegni assunti con le amministrazioni locali che, solo per senso del dovere, hanno garantito i servizi, malgrado i forti ritardi del governo nell'erogazione dei fondi anticipati dai Comuni''.

È l’appello lanciato ieri dal sindaco di Padova e delegato Anci all'Immigrazione, Flavio Zanonato, al termine della commissione Immigrazione che si è svolta nella sede nazionale dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.


Al 27 settembre 2011 erano 6.946, sparsi in tutta Italia. Quelli in comunità, oggi, sono 2.456. I minori extracomunitari non accompagnati, giunti nel nostro Paese oltre un anno fa, rischiano di essere nuovamente allo sbando. Perché il Governo non versa più i fondi necessari a chi li assiste. 
«Quanto possiamo resistere? Il tempo di arrivare al 30 luglio. Poi, diciamo a ottobre-novembre, saremo tutti costretti a chiudere». Antonio Di Pinto è uno delle centinaia di responsabili di comunità di accoglienza che si sono fatte carico dei minori stranieri arrivati all’epoca delle “primavere arabe” dal Nordafrica, provenienti soprattutto dalla Tunisia e dalla Libia. Ed è anche il coordinatore della sessantina di comunità che hanno lanciato nei giorni scorsi un appello disperato per ottenere finalmente il pagamento dei fondi che il Governo non versa da oltre un anno. «Sedici mesi, per l’esattezza», aggiunge Di Pinto.

Il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) chiede risposte immediate e certe al Governo italiano in merito alla grave e insostenibile situazione venutasi a creare in riferimento all’accoglienza dei minorenni stranieri giunti in Italia a seguito della cosiddetta “emergenza Nord Africa”, ed accolti presso numerose comunità residenziali, specie del Sud Italia

Le Associazioni e le Organizzazioni che operano in Italia a favore dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza esprimono forte preoccupazione per la decisione del governo di chiudere l'Osservatorio nazionale per l'infanzia, che costa meno di ottomila euro. 
Il Coordinamento è una delle misure generali che,in tutto il mondo, riveste un ruolo chiave nell'attuazione della Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
Nelle ultime raccomandazioni all'Italia del Comitato ONU sui diritti dell'infanzia il coordinamento tra le politiche realizzate dai diversi livelli di governo viene letto come elemento cruciale per l'attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti, si propone quindi un rafforzamento dell'Osservatorio: 

L'UNHCR ha presentato oggi i risultati di un progetto che coinvolge tre nazioni (Italia, Francia e Grecia) per la tutela e il miglioramento delle procedure di protezione del ragazzi (in prevalenza afgani, dai 15 ai 18 anni) che arrivano in Europa senza un adulto di riferimento

giovedì 26 luglio 2012

"Il coraggio e la tenerezza di Rita Atria" - Denunciò la mafia a Borsellino, 20 anni fa moriva Rita Atria

"Il coraggio e la tenerezza di Rita Atria" 
Denunciò la mafia a Borsellino, 
20 anni fa moriva Rita Atria
 
 
“...Rita, non t'immischiare, non fare fesserie" le aveva detto ripetutamente la madre che, ancora non sapeva della sua collaborazione, ma, quel magistrato alla ragazza sembrava un papà, i loro incontri non erano tanto formali, erano fatti di baci e abbracci. Tanta tenerezza. Per Rita, raccontare, ricostruire, anche cose successe quando era molto piccola è facile. “consentendo una ricostruzione ancora più precisa e approfondita del fenomeno mafioso partannese… benché minorenne mostrava immediatamente agli inquirenti grande determinazione nel collaborare con la Giustizia…” ( Procura della Repubblica di Marsala 4 marzo 1992 firmata da Paolo Borsellino e dal sostituto Procuratore della Repubblica Alessandra Camassa). La stessa Piera Aiello si legge, apprendendo della collaborazione della cognata Rita si sente incoraggiata e si aprirà di più. Approfondirà alcune precedenti dichiarazioni. ..."

Leggi tutto:
“Racconto tutto a Paolo Borsellino”

 

Per approfondire la storia di Rita:

Per non dimenticare Rita Atria



LA DITTATURA DELLA FINANZA - I RICCHI SEMPRE PIU' RICCHI IL RESTO DEL MONDO SEMPRE PIU' POVERO" - Giustizia sociale, fiducia, democrazia" Intervento di Stefano ZAMAGNI (VIDEO)


LA DITTATURA DELLA FINANZA - I RICCHI SEMPRE PIU' RICCHI  IL RESTO DEL MONDO SEMPRE PIU' POVERO - 



Sarebbero almeno 17 trilioni di euro i capitali nascosti nei paradisi fiscali
L’elite globale dei super ricchi nasconderebbe nei paradisi fiscali sparsi per il Pianeta ben 21 trilioni di dollari (circa 17 trilioni di euro). È il dato più eclatante che emerge dal libro “The Price of Offshore Revisited”, scritto dall’economista James Henry, il quale dimostra in maniera molto circostanziata e documentata come, alla fine del 2010, i capitali “nascosti” ammontassero al valore dell’economia statunitense e di quella giapponese messe insieme.
Leggi tutto:
Paradisi offshore, i buchi neri della finanza mondiale

«Lo spread attribuisce ogni potere decisionale a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffragio universale» presidente della Consob, Giuseppe Vegas
Leggi tutto:
Vegas: «C'è il rischio dittatura dello spread»


 Anche per la Chiesa tagli agli sprechi

"... Anche nel mondo ovattato della realtà ecclesiale è arrivata la spending review. Con qualche luminare in meno a studiare le carte, ma alla fine con la stessa sfida: quella di distinguere davvero ciò che è indispensabile rispetto al superfluo. Perché anche come Chiesa a un certo punto ci si può accorgere di aver vissuto al di sopra delle proprie possibilità. ..."

Leggi tutto:  
La nostra spending review di Giorgio Bernardelli


Intervento del Prof. ZAMAGNI in occasione del Convegno conlusivo del Biennio di Formazione sulla Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica - Campobasso 18.06.2012.

Questa è un’epoca di paradossi d anche il Papa Benedetto XVI esorta a bilanciare i due pensieri, calcolante e pensante in questo mondo che soffre della carenza di pensiero. Ma il paradosso che in greco significa “meraviglia” è la diseguaglianza dovuta all’aumento della ricchezza globale. .... tre sono i paradossi: il paradosso della felicità che non va con la utilità; il paradosso dei suicidi dovuto ad una scarsa capacità relazionale; il paradosso dei divorzi, ormai aumentati del 50 % perché manca la felicità. Questi paradossi inquietanti traggono la loro origine nel metodo gestionale. Nascono dall’antidoto al bene comune, cioè l’individualismo. .... La gestione comune crea la distribuzione del bene e la felicità. Diseguaglianza, felicità e scarsità di bene comune sono gli “agenti inquinanti” nella stagione dell’opulenza. In questa analisi sociale bene si innesta il welfare abilitante , un nuovo ma anche antico metodo che tende a migliorare le capacità della vita ed aiuta le persone a sviluppare il proprio potenziale. ... Ma la giustizia sociale è ancora la sussidiarietà circolare che si attua attraverso il mutuo riconoscimento. La novità straordinaria nella sussidiarietà circolare è il principio antico della “fraternità” che rimanda il pensiero al francescanesimo. “Favorire il mercato plurale attraverso lo strumento delle “obbligazioni di impatto sociale” con il principio della “fraternità” ed applicarla all’attività economica ordinaria con interventi intra e non post cioè in fase di redistribuzione, aiuta a sviluppare i principi di libertà ed uguaglianza. La fraternità deve essere declinata dentro l’attività attraverso il secondo principio, della reciprocità che crea “fiducia”, Fides, che dal latino vuol dire corda cioè concretezza di unione e di unità. La fiducia declinata in orizzontale, verso la società e declinata in verticale, verso la speranza e verso Dio porta allo sviluppo”. ....  con l’ utile e pratico riferimento alla Didachè, dottrina sociale degli apostoli, tra opposti :sale-lievito (invisibili) e luce-città (visibili). Eccesso di intimismo ed eccesso di operatività ne oscurano lo sviluppo. La vera democrazia è la città dell’uomo dello sviluppo umano sociale e relazionale”.
  
PARTE PRIMA



SECONDA PARTE



Emergenza umanitaria per i progetti di accoglienza per i rifugiati in Italia

Sul cartello di ingresso nella cittadina si legge: 
«Riace, paese dell’accoglienza». 
Ma il piccolo borgo della Locride (in provincia di Reggio Calabria), diventato il simbolo dell’integrazione di quegli immigrati respinti in altre città d’Italia, potrebbe trasformarsi presto in una nuova Rosarno. E con Riace, a rischiare disordini sono anche i comuni di Caulonia e Acquaformosa, che da più di un anno non ricevono i contributi per la gestione dei progetti con i rifugiati provenienti da Libia, Siria, Nigeria e altri Paesi in guerra. Non un euro. Da luglio 2011. E anche i commercianti della zona, che finora hanno fatto credito per garantire cibo e vestiti ai richiedenti asilo, non sono più disposti a farlo. Così, per evitare la rivolta degli immigrati, alcuni dei quali ridotti ormai senza cibo né elettricità nelle case, Domenico Lucano, sindaco di Riace, Giovanni Manoccio, sindaco di Acquaformosa, e Giovanni Maiolo, operatore sociale della cooperativa che si occupa dei migranti a Caulonia, da mercoledì 18 luglio hanno dichiarato lo sciopero della fame. «E anche se cominciamo a non sentirci bene», dice Maiolo al suo sesto giorno senza cibo, «non smetteremo finché non vedremo questi soldi».
Ma che fine hanno fatto i fondi destinati ai profughi e ai richiedenti asilo?

Può una mancata firma su un pezzo di carta ridurre alla fame decine e decine di migranti? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere dei minorenni a restare senza assistenza sanitaria? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere, in questa estate bollente, intere famiglie a vivere senza corrente elettrica, senza un frigorifero funzionante in cui conservare i cibi? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere decine di lavoratori a restare per 7 mesi senza stipendio? Può una mancata firma danneggiare l'economia di interi paesi, costringendo molti piccoli commercianti a fare credito per non lasciare morire di fame degli esseri umani? È quello che sta accadendo visto che la Protezione Civile da un anno non eroga a Caulonia e Riace i fondi stanziati per il progetto di accoglienza "Emergenza Nord Africa". 


L'Università delle Generazioni, nell'esprimere solidarietà ai sindaci in sciopero della fame per difendere i diritti dei rifugiati in Italia, si chiede se valga di più un monumento dichiarato ''patrimonio dell'umanita''' piuttosto che ''la persona''. Allora, a questo punto, è meglio dichiarare la persona stessa ''patrimonio dell'umanità'' e trattarla di conseguenza''. Sono numerose le associazioni che stanno appoggiando la lotta dei sindaci dell'accoglienza. Maria Ripamonti, presidente dell'Associazione per la Pace di Milano, e la scrittrice Chiara Sasso, del Coordinamento dei Comuni Solidali sono in prima fila e chiedono a tutti gli enti, le istituzioni, le persone, le associazioni sensibili (specialmente a tale tematica altamente civile) di sostenere i sindaci e le comunità dei rifugiati pure economicamente in questo terribile frangente.
Chi vuole contribuire può utilizzare il conto corrente bancario intestato ad Associazione per la Pace di Milano presso Banca Popolare Etica - filiale di Milano - con IBAN IT27U 05018 01600 000000131695 BIC CCRTIT2T84A. 

I sindaci di Riace e Acquaformosa, Domenico Lucano e Giovanni Manoccio, e Giovanni Maiolo della Rete dei comuni solidali hanno sospeso lo sciopero della fame iniziato da oltre una settimana per protestare contro i ritardi nell’erogazione dei fondi per l’accoglienza e l'integrazione degli immigrati. La decisione è giunta al termine di una assemblea a "Borgo Donna Rosa" di Riace dove hanno partecipato numerose persone, rappresentanti istituzionali ed immigrati.
Il sindaco di Riace ha affermato che «con la nostra protesta abbiamo evitato una rivolta come quella di Rosarno. Abbiamo deciso di interrompere lo sciopero della fame ma se la situazione non dovesse trovare una soluzione siamo pronti a riprendere la mobilitazione e questa volta andremo a protestare nei pressi della sede della protezione civile regionale». 
Leggi tutto: Fondi per l'integrazione degli immigrati, sospeso lo sciopero della fame


mercoledì 25 luglio 2012

Enzo Bianchi lectio magistralis "Il cristiano e la polis"

E' stato padre Enzo Bianchi con la sua lectio magistralis "Il cristiano e la polis" ad aprire la quarta edizione di parole di Giustizia, l'8 giugno a La Spezia

 “Il concetto chiave è quello della “compagnia degli uomini”: il cristiano accetta che il suo contributo sia accanto agli altri, ma non può pretendere di imporre i suoi valori, che questi diventino legge. Nel loro DNA i cristiani hanno la società plurale e la laicità dello Stato. La parola di Dio, il Vangelo, è comprensibile a tutti se è umana. ....”

"...il  cristiano deve seguire la parola del Vangelo, ma non può imporla al resto della società...."

"...La democrazia è in perenne trasformazione, oggi si deve coniugare con giustizia, equità sociale, cultura, laicità dello Stato. Sulla laicità dello Stato i cattolici sono arrivati tardi. La laicità è stata minacciata con privilegi che le altre confessioni non avevano. Sono pochi decenni che la Chiesa ammette la laicità dello stato come valore, nel 2005 lo ha detto Giovanni Paolo II ..."

"...La barbarie si vince con l’ascolto, la convivenza, l’umanizzazione. Dobbiamo costruire una società più umana.”



“La santità familiare nell’esperienza del lavoro” tenuta da Fulvio De Giorgi

Dalla relazione “La santità familiare nell’esperienza del lavoro” tenuta da Fulvio De Giorgi al VII Incontro mondiale delle famiglie (Milano, 30 maggio – 3 giugno 2012).

La globalizzazione e i suoi effetti in termini di grandi migrazioni hanno sempre più trasformato le nostre società in senso multiculturale e multireligioso, anche sul piano dei modelli familiari, con rischi di derive xenofobe ma pure con grandi potenzialità positive di arricchimento inter-religioso.
La crisi dei legami sociali
Individualismo ed egoismo sociale, esponenzialmente cresciuti ed esaltati, in tutto il mondo occidentale, a causa dell’egemonia del neoliberalismo, hanno fatto entrare in sofferenza e in crisi le diverse forme di legame sociale disinteressato, come il legame educativo, ma anche come il legame familiare, che si è notevolmente fragilizzato; l’accresciuta sensibilità verso la soggettività non ha avuto però solo una deriva individualistica,
ma ha anche approfondito positivamente l’attenzione verso la dignità personale, verso il rifiuto del razzismo, verso la valorizzazione delle differenze di genere, verso il superamento della discriminazione omofobica e tutto questo ha aperto nuovi punti di vista anche rispetto alle relazioni familiari. Inoltre l’affermarsi, sullo sfondo dell’edonismo commerciale dei media, di un materialismo pratico e di un neopaganesimo della ricchezza ha fatto regredire la sessualità a merce e a cifra ostentata di potere, opacizzando preventivamente e sistematicamente ogni dimensione spirituale di discorso, di sentimenti, di prassi. La stessa condizione di dominio e di reificazione, che nel mondo del lavoro assume la forma dello sfruttamento e della spersonalizzazione alienante, porta, nella coppia, ad una riduzione dell’altro a oggetto di consumo.

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martedì 24 luglio 2012

Retroscena di Vatileaks rivelati da Repubblica e smentiti dal Vaticano

E dopo il maggiordomo del Papa venne la governante tedesca, la donna capace di capire la scrittura minuta e articolata delle carte di Benedetto XVI. E dopo la governante l'ex segretario personale di Joseph Ratzinger, tedesco pure lui, oggi vescovo addirittura, sacerdote che l'aveva servito per 19 anni prima di lasciare l'incarico all'aiutante attuale, padre Georg Gaenswein. E infine il cardinale italiano che aiutava il Pontefice a redigere i discorsi, l'ex vice Camerlengo, Sua Eminenza Paolo Sardi.
"Ci saranno sorprese", aveva detto poche settimane fa all'agenzia Ansa il cardinale Julian Herranz Casado, capo della Commissione composta da tre porporati, incaricata da Benedetto di scoprire la verità sui documenti trafugati dalla sua scrivania e finiti pubblicati sui media. "Ci saranno sorprese", dice a Repubblica una fonte interna alle Mura vaticane circa l'identità dei cosiddetti Corvi, cioè coloro che hanno fatto uscire le carte. E per la prima volta, sabato, nel suo briefing con la stampa il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, non ha negato che ci possano essere altre persone sottoposte a indagine. I sospetti degli inquirenti penali e della Commissione cardinalizia che ora ha consegnato il rapporto al Papa si stanno così concentrando, fra gli altri, su 3 persone attorno al Pontefice: la professoressa Ingrid Stampa, il vescovo Josef Clemens, e il cardinale Paolo Sardi.


La risposta ufficiale della Santa Sede:

Nuova dura smentita del direttore della Sala Stampa vaticana padre Federico Lombardi sulla questione della fuga di documenti vaticani riservati: riguarda per l’ennesima volta il quotidiano La Repubblica, che ha pubblicato oggi un articolo praticamente copiato da un servizio di una settimana fa di Die Welt. Pubblichiamo di seguito il testo

Paolo Gabriele, l'aiutante di camera infedele nella cui abitazione sono stati ritrovati documenti riservati sottratti dall'appartamento pontificio, ha chiesto perdono a Benedetto XVI in una lettera nella quale esprime il suo dolore e il suo pentimento per quello che ha fatto. 

VIZI CAPITALI 5 - "LUSSURIA: l'eros senza pienezza" di mons.GIANFRANCO RAVASI


VIZI CAPITALI  - 5

LUSSURIA: 
l'eros senza pienezza
di mons. GIANFRANCO RAVASI

«Nella seduzione, beatitudine; / sciagura a prova fatta. / Un sorridente sogno, prima; / una chimera, dopo. / E’ cosa che chiunque sa bene. / Ma nessuno sa bene sottrarsi / al cielo che conduce gli uomini / in tale inferno». Ancora una volta è il genio di Shakespeare (Sonetto 129) a intuire nella trama di una vicenda erotica tutto il miele e il fiele che vi si celano. Gli approcci amorosi sono un mirabile gioco di seduzione che genera felicità e attesa. Tutto appare come un sogno dorato, un dolce vagheggiamento. Ti sembra di essere così lieve da toccare il cielo. Ecco, però, a questo punto il crinale: è significativo che spesso si usi un verbo brutale come “consumare” per indicare l’atto sessuale, quasi fosse un dare fondo a un piatto più o meno prelibato o esaurire una scorta di energia; anche la comune locuzione “fare all’amore” riduce una realtà così complessa e simbolica a un oggetto da manipolare e da modellare o a un atto da eseguire. Ora, se è vero, come affermava lo scrittore austriaco Karl Kraus, che «il vizio e la virtù sono parenti, come il carbone e i diamanti» che hanno una base comune nel carbonio, cerchiamo innanzitutto di risalire alla matrice di partenza da cui di diramano la virtù dell’amore e il vizio della lussuria.


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LUSSURIA: l'eros senza pienezza
di Gianfranco Ravasi




lunedì 23 luglio 2012

Omelia di P. Alberto Neglia

Omelia di P. Alberto Neglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
 XVI domenica T. O. anno B 22.7.2012

Abbiamo ripetuto più volte "II Signore è il mio pastore non manco di nulla"...
È bellissima questa immagine di Dio che ci accompagna, che ci accoglie, che si prende cura di noi.
Anche nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato troviamo Gesù, il Figlio di Dio che si è fatto umano è venuto incontro a ognuno di noi, compagno di viaggio di ognuno di noi...

Per ascoltare l'omelia clicca qui



Estate, per la Chiesa tempo di ferie o opportunità pastorale?

Servono operatori disponibili a mettersi in gioco come cristiani non Aziende cattoliche di promozione delle specialità artistiche locali...

Dovrebbe essere il gusto genuino dell'accoglienza a caratterizzare le tante iniziative che s'inventano ogni estate sui litorali o all'ombra delle cime: nonostante l'aspetto svagato, il villeggiante cerca (e ricorda) i volti di una famiglia ospitale, i momenti di una chiacchierata distesa o di un silenzio condiviso davanti ad un panorama mozzafiato.
Altrimenti anche la Pastorale del Turismo - pur con le necessità di efficiente coordinamento che evita dispendio di energie - finisce per burocratizzarsi in un "fare per fare", riciclato di anno in anno in base a valutazioni che considerano più la quantità dei contatti e degli eventi che la qualità della relazione. Dipende quasi tutto dagli "operatori" - ne siamo convinti - disponibili a mettersi in gioco come cristiani prima ancora che ospitanti, per evitare che la parrocchia a vocazione turistica sia riconosciuta solo come una sorta di Azienda cattolica di promozione delle specialità artistiche locali.
Diciamoci prima chi sono i destinatari della stessa Pastorale turistica: più dei fedelissimi che fin dal primo giorno s'informano sugli orari delle celebrazioni, dovrebbero essere quanti sono portati dall'inerzia estiva ad allentare la loro già incerta partecipazione ecclesiale: con la chiusura delle scuole ripongono in cartella fino a settembre anche le domande dello spirito.
Dalle variegate sperimentazioni che affiorano ogni anno dal panorama ecclesiale italiano, spicca l'efficacia di alcuni ambienti congeniali, non tanto per la loro struttura quanto per le presenze umane che la abitano (e che dovrebbero essere) soprattutto laicali: quando si finirà per identificare una parrocchia accogliente solo con lo stile più o meno gradito del suo parroco?

Sempre più sono i Vescovi Italiani che salutano i turisti con i loro messaggi in occasione dell'estate. Questo è un segno molto evidente dell'attenzione della Chiesa per la pastorale del turismo e per manifestare la loro gioia nell'accogliere coloro che si spostano dalle proprie località per soggiornare, riposarsi, ritrovare il piacere di stare insieme, di pregare insieme, di riflettere e pensare come non si riesce a fare nella vita quotidiana. Tutti i Vescovi esprimono il loro "benvenuto" con parole di speranza e di contentezza, aprendo le porte dello spirito e dell'evangelizzazione
Leggi tutto: Raccolta  dei saluti dei Vescovi italiani per l'estate 2012.

LA CHIESA D'ESTATE è la serie di puntate di A Sua Immagine dedicata ai movimenti e alle associazioni cattoliche e a tutti i credenti che in estate non vanno "in vacanza", ma usano il tempo delle ferie per dedicarsi a ciò che conta nella vita, anche con maggiore intensità.
Guarda le puntate dal sito RAI:



Nella calda estate 2012 ancora una volta si parla di oratorio perché tante famiglie sono coinvolte in parrocchia con i propri figli, animatori e animati, giovani e bambini dei Grest e dei campi scuola che in paese o in città, al mare o in montagna, vedono protagoniste le nuove generazioni. Ne parlano i bollettini parrocchiali, la stampa diocesana, e in questi giorni perfino i quotidiani nazionali. Tutti sembrano aver riscoperto la realtà di una Chiesa vicina alla gente: quella del paese o del quartiere, una Chiesa popolare che vive i problemi di ogni giorno con la sapienza del Vangelo e la fantasia dello Spirito.
Una Chiesa che “si prende cura del bene delle persone” fin dall’infanzia...