lunedì 8 marzo 2021

“Ecco, così sono i malvagi: sempre al sicuro…” (Sal 73) - “È forse cessato per sempre il suo amore…?” (Sal 77). Il tempo della crisi - A cura di Aurelio Antista, Carmelitano

“Ecco, così sono i malvagi: 
sempre al sicuro…” (Sal 73) 
“È forse cessato per sempre
 il suo amore…?” (Sal 77). 
Il tempo della crisi 

A cura di Aurelio Antista, 
Carmelitano

(VIDEO INTEGRALE)


3 marzo - Quinto dei 
MERCOLEDÌ DELLA BIBBIA 2021
Il Signore veglia sul cammino dei giusti 
Con i Salmi: per un cammino di maturità umana e di fede


promossi dalla
Fraternità Carmelitana 
di Barcellona P.G. (ME)

Aurelio Antista, Carmelitano
(Foto di repertorio)

    La tradizione ebraica ha diviso i 150 salmi che compongono il Salterio in 5 libretti per fare il parallelo con la Torah: cinque i libri della Torah, l’insegnamento del Signore, e cinque i libri della preghiera con cui il popolo risponde al suo dono. 
    Nel nostro primo incontro p. Gregorio ci suggeriva di leggere di seguito, uno dopo l’altro, queste preghiere in poesia e ci offriva una suggestiva chiave di lettura secondo cui i 5 libretti del Salterio costituiscono l’offerta di un percorso umano che parte dalla nascita, attraversa la giovinezza con i suoi ideali, conosce i momenti di stanca e di crisi, e giunge alla piena maturità umana e spirituale. 1. «Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo» La prima sottolineatura che vorrei fare riguarda la modalità e la qualità della relazione tra Dio e la comunità dei credenti o il singolo orante, così come la riscontriamo nei salmi. È una relazione animata da un grande pathos, presente sia in coloro che pregano i salmi, sia in Dio; una relazione viva, palpitante, appassionata. Direi un rapporto “a tu per tu”, “alla pari”, pur nella consapevolezza della distanza incolmabile che c’è tra noi e Dio: Lui è il Signore e noi le creature; Lui è il Santo e noi semplicemente donne e uomini fragili e peccatori. Eppure, questa distanza il Signore stesso, in qualche modo, l’ha voluta colmare nel momento in cui ha fatto Alleanza con il popolo di Israele, dicendo: «Io sarò il vostro Dio e voi il mio popolo!» (Lv 26,12). 
...
        Il nostro salmista era partito con l’intento di trovare la soluzione allo scandalo del successo degli empi, soluzione che da solo non trova, seppure si sia impegnato con una riflessione approfondita. Ma pellegrinando nella sua interiorità incontra il Dio vivente che lo porta a guardare la storia e gli eventi della vita con gli occhi illuminati dalla sua luce. 
       Egli gioisce perché Dio lo ha preso per la mano destra (v. 23). Guidato da lui, adesso cammina sicuro. Non è terrorizzato né dagli scandali, né dalle ingiustizie, anche se continuerà a combatterle; e neppure è terrorizzato dalla prospettiva della morte, come accade ai malvagi, perché è sicuro che Dio non lo abbandonerà mai. Ripete con convinzione: «La vicinanza di Dio è per me il bene» (v. 28). Per lui è l’unicum che conta veramente. 
      Gli scandali, le ingiustizie e le sofferenze della vita permangono. Quanti cercano di vivere nella via della giustizia, continueranno ad andare incontro ogni giorno a fatiche e contraddizioni d’ogni genere. «Ma io nel Signore ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le sue opere» (v. 28), conclude il salmista.         Pertanto arricchito e fortificato da una tale esperienza vitale, egli si propone di raccontare ad altri, con la sua vita più che con le parole, la bellezza di un incontro che lo rende felice: Misericordias Domini in aeternum cantabo! 
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Riflessione integrale


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- Video integrale del secondo dei Mercoledì

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