martedì 17 novembre 2020

AL “CORRIERE” NON PIACE PAPA FRANCESCO di Vittorio Bellavite

La “parabola” Bergoglio
AL “CORRIERE” NON PIACE PAPA FRANCESCO


Massimo Franco, importante e molto noto editorialista del “Corriere della Sera”, ha scritto un libro su papa Francesco. Esso è stato distribuito il 24 settembre insieme al quotidiano. Il titolo è “L’enigma Bergoglio, la parabola di un papato”. Si tratta di un’operazione editoriale e culturale di primo spessore anche per il momento particolare in cui si realizza. Franco da sempre scrive di cose vaticane e le sue fonti confidenziali sono molto estese così come egli conosce bene la struttura della Chiesa. E’ lontano dalla ricerca di fatti da condannare (scandali) come Nuzzi e la sua prospettiva non è quella storica di Melloni. Il libro è interessante per la ricchezza di informazioni e tratta in genere le vicende più note che da tempo riguardano il papa e il Vaticano. Ce ne sono anche di sconosciute o del tutto sottovalutate dai media. Bisogna anche dire che l’interesse particolare al libro riguarda soprattutto gli addetti ai lavori che seguono da vicino questi fatti.

Franco interviene da giornalista, a volte da cronista, ma nel suo discorrere , sempre circostanziato, fa trapelare opinioni a volte marcate o direttamente o con riferimento a opinioni di altri o a dichiarazioni ricevute da fonti credibili ma che spesso mantengono l’anonimato (come non si può parlare male di Garibaldi così lo stesso non si può criticare Francesco in pubblico!!). Santa Marta è diventata nel tempo “una corte pontificia parallela”; di seguito il libro dice, con episodi e persone, come la personalità di Francesco appaia in privato diversa da quella pubblica, a volte imprevedibile o inafferrabile, a volte enigmatica, indotta a scelte sulla base di contatti personali, amicizie o impressioni che si sono rivelate deboli in alcuni casi. I meccanismi decisionali non sono molto chiari; nomine, dimissioni e sostituzioni si susseguono senza capirne molto la logica o i fatti che le determinano. Alcuni parlano di una solitudine istituzionale e addirittura di un Francesco che è diventato o rischia di diventare una specie di papa-re. Di qui il titolo del libro “L’enigma Bergoglio”. Ciò premesso, i vari capitoli affrontano ad uno ad uno i problemi. Sui rapporti coi vescovi italiani la fotografia è abbastanza esplicita per quanto riguarda una certa diffidenza da cui sarebbe circondato papa Francesco. Il suo discorso per una Chiesa in uscita al Convegno della Chiesa italiana a Firenze non è stato recepito e poi le grandi diocesi sono senza cardinale. L’ipotesi di un Sinodo italiano gradita al papa è ferma. Ruini che viene intervistato ancora dal “Corriere” a piena pagina per le seconda volta il 6 ottobre e che accredita la destra politica che si proclama cristiana è sicuramente il punto di riferimento di un pezzo della Chiesa italiana antibergogliana. Le vicende del cardinale Pell e quella degli investimenti a Londra vengono descritte con particolari (ma il libro esce appena prima degli ultimi fatti) . Viene dato spazio al problema dei “due papi” che forse viene sopravalutato; sicuramente in Italia Benedetto XVI non ha il ruolo che ha all’estero dove le strutture di potere clericale del conservatorismo giocano la carta della contrapposizione dei papi. Il libro continua sul caso Viganò, sul caso Zanchetta, sulla vicenda cilena della copertura degli abusi sessuali, sulla crisi del C9 che è come paralizzato ed incapace nella riforma della curia (che è fortemente contestata). I due capitoli forse più interessanti sono quelli sulla collocazione internazionale del Vaticano tra Occidente e America Latina e sui rapporti con la Cina. L’inizio del pontificato era coinciso con una fase ancora positiva nella gestione del potere in Brasile, Bolivia , Venezuela, Equador…. Fu il momento degli incontri del movimenti popolari promossi dal papa. Poi con Trump e Bolzonaro tutto si è fatto più difficile anche perché l’appoggio da parte dei vescovi non è omogeneo, negli USA è molto problematico. Con la Cina lo scenario è migliore perché l’accordo del settembre 2018 sarà rinnovato e l’attacco da parte del segretario di Stato americano non fa che rafforzarlo, e si tratta, con evidenza, di una mossa preelettorale. Il libro si conclude parlando di un possibile scisma, mi sembra accentuandone le possibilità. Questa ipotesi forse serve di più per alzare la pesantezza della contrapposizione, un po’ sottotraccia ed un po’ evidente, che c’è ormai tra chi sta con Bergoglio e chi sta contro.

Il libro viene presentato nella copertina come un’indagine “sulla parabola di un papato nato nel segno della trasparenza e di un riformismo radicale e immerso oggi in un incantesimo purgatoriale in cui convivono popolarità e veleni, promesse di palingenesi e scandali, comitati d’affari e gesti di solidarietà”. Il titolo è coerente con questa presentazione e lancia un messaggio che è diverso dal sentire di una vasta opinione, non solo cattolica, che invece sta con Bergoglio. Ma come esprimere un’opinione complessiva al termine della lettura? Se il testo di Massimo Franco pretende, o vuole essere percepito, come una riflessione complessiva sul pontificato il giudizio è decisamente critico. Esso guarda in gran parte, sicuramente con efficacia e ricchezza di informazioni, alla gestione centrale della Chiesa e ad una fase recente. Ignora del tutto i “processi” (come li chiama Bergoglio) che egli ha innescato o cercato di avviare e che ne qualificano il pontificato. Ed ignora alcune discriminanti di fondo dalle quali non torneremo indietro. Faccio un elenco: il ritorno al Concilio, la discontinuità coi due pontificati precedenti, la fine della rincorsa a condannare le posizioni critiche nella Chiesa, il lancio della questione ambientale con la Laudato Si, l’indicazione di una Chiesa “ospedale da campo”, “in uscita” e che riparta dalle periferie, le riflessioni sulla Chiesa povera e dei poveri, l’apertura verso situazioni di sofferenza (omosessuali, divorziati risposati), la parole sempre dure sulla questione della pace e della guerra e sul riarmo nucleare, il tentativo di realizzare eventi sinodali nella struttura della Chiesa. Questi processi, questa linea sono ora in un momento di maggiore difficoltà ma l’enciclica “Fratelli tutti” indica che il percorso continua con tenacia e con spirito evangelico.

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