Nell'anniversario della morte di Madre Teresa avvenuta il 5 settembre 1997 riproponiamo lo speciale “Santa Teresa di Calcutta” di Rai Storia.
Il documentario, firmato da Antonia Pillosio, è realizzato partendo da spunti biografici inediti suggeriti dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale di Sua Santità per la Città del Vaticano e arciprete della Basilica di San Pietro, amico personale di Madre Teresa, che racconta: «Un giorno un fotografo famoso le disse: “ Madre io vorrei cogliere i segreti di questi occhi perchè i suoi occhi sono cosi felici ? Io ho fotografato attori , attrici , ma non ho mai visto occhi così felici”. La risposta della Madre fu un capolavoro – ricorda Comastri - se vuole sapere il segreto è molto semplice i miei occhi sono felici perché le mie mani asciugano tante lacrime... faccia cosi’ anche lei».
Interviene nel documentario anche il vaticanista Saverio Gaeta, che sottolinea: «Credo che Madre Teresa sia una di quelle persone che tutti considerano oggi diciamo Santa, ma la considerano Santa a prescindere dal fatto religioso, la considerano un modello, una donna che ha rappresentato effettivamente quello che è il cuore dell’uomo quando cerca di rispondere al bisogno degli altri e ha cercato di farlo seguendo quello che era il suo desiderio di fare cio’ che Dio chiedeva a lei attraverso le sue opere».
Presenti nello speciale anche le testimonianze di padre Brian Kolodiejchuk, postulatore della sua causa di beatificazione e direttore del Centro Madre Teresa, e suor Mary Prema, la nuova Superiora generale delle Missionarie della Carità. Ad arricchire la puntata immagini, fotografie provenienti dalle Teche Rai.
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Il 4 settembre del 2016 la canonizzazione, ma per tutti resta la "madre". Martedì a Pristina, in Kosovo, si consacra la Cattedrale-santuario che le è stata dedicata
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Il santuario – spiega il Consiglio per la comunicazione dell’amministrazione apostolica di Prizren – ha due obiettivi principali: «far tornare e incarnare nelle nostre menti e nei cuori la vita e il messaggio di madre Teresa, così come la sua intercessione per la nostra Chiesa ed il nostro popolo. Una scuola da cui cercheremo di imparare, per metterle in pratica, la cultura della vita e la civiltà dell’amore, virtù che lei fece proprie tra di noi, e poi testimoniò e portò nel mondo intero».
La Cattedrale come eredità visibile della spiritualità di madre Teresa, dunque, della sua missione di servizio degli ultimi, a cominciare dai più dimenticati e soli. Un itinerario di santità percorso giorno dopo giorno nelle varie tappe della sua esistenza, felice ma anche contrastata, spesso non compresa, soprattutto dai grandi della terra. «Questa instancabile operatrice di misericordia – disse papa Francesco un anno fa – ci aiuti a capire sempre più che l’unico nostro criterio di azione è l’amore gratuito, libero da ogni ideologia e da ogni vincolo e riversato verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, razza o religione». Uno stile da adottare nelle scelte decisive della vita come nei gesti più semplici. Nella gioia, come nell’aridità, e lei la sperimentò a lungo tenendola per sé, dell’apparente silenzio di Dio. Perché ciò che conta non è mettere in mostra se stessi ma lasciarsi abitare dall’Assoluto, non è fare discorsi memorabili ma saper usare il vocabolario della carità, non è fare cose grandi ma permettere alla preghiera, alla contemplazione di diventare vita. Non a caso sulla semplice tomba bianca di madre Teresa, della piccola grande madre, premio Nobel per la pace 1979 è inciso un semplice versetto del Vangelo: «Amatevi gli uni altri come io ho amato voi». Il segreto sta tutto lì.
Vedi anche i post:
- «Penso che, forse, avremo un po’ di difficoltà nel chiamarla Santa Teresa: la sua santità è tanto vicina a noi, tanto tenera e feconda che spontaneamente continueremo a dirle “Madre Teresa”» Papa Francesco Omelia e Angelus 04/09/2016 (testo e video)
- Il segreto di Madre Teresa: DA PICCOLA DONNA A GRANDE SANTA di Mimì Caruso
- L'eredità di Madre Teresa dopo un anno dalla canonizzazione