Senza l’aiuto della religione non si costruisce l’Europa. Specialmente in un contesto sempre più multiculturale, dove i valori comuni, se relativizzati, rischiano di essere svuotati di contenuto e di autorevolezza. È sulla base di queste considerazioni che arriva l’appello a sostenere il progetto di una piattaforma stabile di dialogo fra il Consiglio d’Europa e i rappresentanti delle religioni, dei gruppi non confessionali e dei media. La richiesta è arrivata al termine dell’incontro sul «Ruolo dei media nella promozione del dialogo interculturale, della tolleranza e della mutua comprensione: libertà d’espressione dei media e rispetto della diversità culturale e religiosa», organizzato in Lussemburgo dallo stesso Consiglio d’Europa, al quale hanno partecipato leader religiosi, rappresentanti di organizzazioni internazionali e professionisti dell’informazione. È stata in particolare Anne Brasseur, dell’assemblea parlamentare dello stesso organismo, a proporre di dare seguito concreto alla raccomandazione già posta all'attenzione del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa.
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“La dimensione religiosa del dialogo interculturale”: è questo il tema del dibattito voluto dal Consiglio d'Europa che ha riunito oggi e domani a Lussemburgo esponenti di diverse religioni insieme con esperti di scambi culturali e rappresentanti di media.
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Per Radio Vaticana Fausta Speranza, ha parlato con padre Laurent Mazas, delegato del Pontificio Consiglio per la Cultura alla Conferenza, circa il cammino che ha portato a una consapevolezza nuova dell'importanza delle religioni per il dialogo
Leggi e ascolta: Lussemburgo: chiuso l'incontro del Consiglio d'Europa su religioni, dialogo e culture
Il Consiglio d'Europa ha chiesto ai leader religiosi di essere protagonisti del dialogo. Perché non si può parlare di cultura o identità dei popoli senza il concorso di tutte le fedi.
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