sabato 3 dicembre 2011

Commento al Vangelo della II domenica di Avvento (Mc 1,1-8) di Alberto Maggi

Mc 1,1-8
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».



Marco inizia il suo vangelo con queste parole: “Inizio del vangelo” - vangelo lo sappiamo significa “la buona notizia” - “di Gesù Cristo figlio di Dio”. E qual è questa buona notizia che l’evangelista già ci anticipa? E’ un nuovo rapporto con Dio che non è più basato sull'osservanza della legge, un codice esterno all'uomo, ma sull'accoglienza dello Spirito, una forza dinamica interna all'uomo.
L’evangelista continua questa presentazione aggiungendo: “Come sta scritto nel profeta Isaia…”, ma in realtà presenta tre testi. Il primo è il libro dell’Esodo, il secondo è il profeta Malachia, e infine il terzo del profeta Isaia. Perché questo?
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