venerdì 4 novembre 2011

4 novembre: Festa delle Forze Armate...

Il 4 novembre 1918 per l'Italia finì la Prima guerra mondiale, quell’immensa carneficina che nella storiografia e nella memoria di ogni persona cosciente resta fissata nella lapidaria definizione che ne diede Benedetto XV: una «inutile strage».
Ma per i poteri dominanti in Italia il 4 novembre divenne la festa della vittoria guerriera, della patria in armi, delle forze armate, e come tale è stata lungamente utilizzata a fini di consenso e di propaganda, facendo ancora uso delle innocenti vittime per provocare nuove vittime innocenti. Ripugnante uso.
Come sempre hanno saputo coloro che in guerra vengono mandati a morire per gli altrui vergognosi interessi, la guerra è un crimine contro l'umanità, e il 4 novembre è quindi non un giorno di festa ma di lutto, lutto per tutti gli assassinati dalla Grande guerra, per tutti gli assassinati da tutte le guerre.

Affinché il 4 novembre, anniversario della fine dell’«inutile strage» della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui, nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre, gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinché non ci siano mai più guerre, mai più uccisioni, mai più persecuzioni.

In occasione delle celebrazioni del 4 novembre – “Giorno dell'Unità Nazionale e la Giornata delle Forze Armate” – si evitino inutili sprechi di denaro, sponsorizzazioni inopportune e, soprattutto, l’esibizione e l’accesso ai minori alle armi da guerra”. Lo chiede la Rete Italiana per il Disarmo ricordando che oggi – anniversario della fine di quella guerra che in quei giorni papa Benedetto XV definì chiaramente come “orrenda carneficina” e “inutile strage” – in una situazione di forte precarietà per moltissime famiglie italiane e di effettiva povertà per oltr e 8 milioni di cittadini ogni sfarzo e spreco dello Stato è uno schiaffo alla dignità delle persone soprattutto dei più giovani.

Flavio Lotti: Domani è la Festa delle Forze Armate. Ma, coi tempi che corrono, non c’è nulla da festeggiare. E’ venuto il tempo di ripensare un’istituzione pubblica alla deriva che ci costa ventisette miliardi di euro all’anno, che spende male e spreca moltissimo. Un dovere improrogabile!

Giornata delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale”. Continua ad essere chiamato così il 4 novembre, cent’anni dopo la fine del primo terribile conflitto mondiale del secolo breve. Celebrata dai cappellani militari nelle piazze di tutta Italia, caserme e unità navali aperte alla visita di civili, giovani e studenti, donne e uomini armati nel nome della difesa del suolo patrio, dell’onore, di libertà sempre più effimere e intangibili. Eppure mai come quest’anno ci sarebbe tanto bisogno di riflettere sui soffocanti e deleteri processi di militarizzazione della società, dell’economia, della vita di milioni di italiani. Siamo in guerra, una guerra fatta di morti invisibili, in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Libia, Somalia, Africa centrale, Filippine, Kurdistan, Yemen e chissà ancora in quanti posti ancora...

Una sola delle 19 Maserati Quattroporte comprate dal ministero della Difesa costa nella versione base 22.361 euro più dell'intero stanziamento 2011 dato all'Accademia della Crusca, che dal 1583 difende la nostra lingua. Una volta blindate, quattro auto così valgono quanto la dotazione annuale della «Dante Alighieri» che tenta di arginare il declino della nostra immagine nel mondo tenendo in vita 423 comitati sparsi per il pianeta e frequentati da 220mila studenti che seguono ogni giorno 3.300 corsi di italiano.