domenica 7 dicembre 2025

UDIENZA GIUBILARE 06/12/2025 - Leone XIV "Pellegrini di speranza" programma di vita, sperare è partecipare insieme (Sintesi/commento, foto, testo e video)

UDIENZA GIUBILARE

Piazza San Pietro
Sabato, 6 dicembre 2025


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Il Papa: "Pellegrini di speranza" 
programma di vita, sperare è partecipare insieme

All’udienza giubilare in Piazza San Pietro, il Papa ricorda che "nei problemi e nelle bellezze del mondo, Gesù ci aspetta e ci coinvolge, ci chiede che operiamo con Lui". Porta poi l’esempio di Alberto Marvelli, giovane di Azione Cattolica, beatificato da Giovanni Paolo II nel 2004


L’Avvento insegna l’attesa, che “non è passiva”, aiuta a far crescere la speranza, prepara a stare insieme a Gesù, a discernere i segni dei tempi. È un momento fecondo che porta al Natale nel quale Dio coinvolge ognuno di noi nella sua storia. Papa Leone lo spiega nella catechesi dell'udienza giubilare di oggi, 6 dicembre, in Piazza San Pietro, preceduta da un giro in papamobile tra i trentamila pellegrini presenti, sostando brevemente per salutare e benedire tanti bambini.

Il Pontefice ricordando Maria, Giuseppe, i pastori, Simone e Anna e molti altri sottolinea che tutti sono chiamati a partecipare.

È un onore grande, e che vertigine! Dio ci coinvolge nella sua storia, nei suoi sogni. Sperare, allora, è partecipare. Il motto del Giubileo, “Pellegrini di speranza”, non è uno slogan che tra un mese passerà! È un programma di vita: “pellegrini di speranza” vuol dire gente che cammina e che attende, non però con le mani in mano, ma partecipando.

Intelligenza, cuore e maniche rimboccate

Partecipare sperando e leggendo i segni dei tempi che il Concilio Vaticano II ha insegnato a interpretare insieme, mai da soli. “Sono segni di Dio, – afferma il Pontefice - di Dio che viene col suo Regno, attraverso le circostanze storiche. Dio non è fuori dal mondo, fuori da questa vita”. È Dio-con-noi tra le realtà più diverse nelle quali l’uomo è chiamato a cercarlo, spiega il Papa, “con intelligenza, cuore e maniche rimboccate!”. Una missione che il Concilio ha affidato soprattutto ai laici.

Nei problemi e nelle bellezze del mondo, Gesù ci aspetta e ci coinvolge, ci chiede che operiamo con Lui. Ecco perché sperare è partecipare!

Il Papa in papamobile (@Vatican Media)

Marvelli: un mondo migliore se si sceglie il bene

La speranza come partecipazione ha un volto per Papa Leone ed è quello del beato Alberto Marvelli, un giovane di Azione Cattolica vissuto nella prima metà del secolo scorso che aveva come modello di vita Pier Giorgio Frassati. Educato in famiglia alla scuola del Vangelo, non mancò di condannare più volte la seconda guerra mondiale, era un giovane altruista.

“A Rimini e dintorni – racconta il Papa - si impegna con tutte le forze a soccorrere i feriti, i malati, gli sfollati. Tanti lo ammirano per questa sua dedizione disinteressata e, dopo la guerra, viene eletto assessore e incaricato della commissione per gli alloggi e per la ricostruzione. Così entra nella vita politica attiva”. Proprio mentre si stava recando in bicicletta ad un comizio la sera del 5 ottobre 1946 un camion militare lo investe. Aveva solo 28 anni.

Alberto ci mostra che sperare è partecipare, che servire il Regno di Dio dà gioia anche in mezzo a grandi rischi. Il mondo diventa migliore, se noi perdiamo un po’ di sicurezza e di tranquillità per scegliere il bene. Questo è partecipare.

Il Papa sul palco allestito per l'udienza giubilare (@Vatican Media)

Il sorriso sulle labbra

L’esempio di Alberto suscita domande. “Chiediamoci – si domanda Leone XIV -: sto partecipando a qualche iniziativa buona, che impegna i miei talenti? Ho l’orizzonte e il respiro del Regno di Dio, quando faccio qualche servizio? Oppure lo faccio brontolando, lamentandomi che tutto va male?”. La risposta è anche sul proprio viso.

Il sorriso sulle labbra è il segno della grazia in noi. Sperare è partecipare: questo è un dono che Dio ci fa. Nessuno salva il mondo da solo. E neanche Dio vuole salvarlo da solo: Lui potrebbe, ma non vuole, perché insieme è meglio. Partecipare ci fa esprimere e rende più nostro ciò che alla fine contempleremo per sempre, quando Gesù definitivamente tornerà.

Donare rende più felici

Nei saluti ai polacchi, il Papa ricorda San Nicola, “vescovo noto per la sua sensibilità verso i bisognosi”. “Impariamo – afferma - che donare rende più felici che ricevere”. Esprime poi l’auspicio che la partecipazione dei bambini e dei ragazzi alle Messe Rorate, che si celebrano in Avvento, aiutino “a sviluppare la virtù della speranza nell’attesa del Santo Natale”.
(fonte: Vatican News, articolo di Benedetta Capelli 06/12/2025)

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CATECHESI DI LEONE XIV

Catechesi. 10. Sperare è partecipare – Alberto Marvelli


Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

siamo da poco entrati nel periodo liturgico dell’Avvento, che ci educa all’attenzione ai segni dei tempi. Noi infatti ricordiamo la prima venuta di Gesù, il Dio con noi, per imparare a riconoscerlo ogni volta che viene e per prepararci a quando tornerà. Allora saremo per sempre insieme. Insieme con Lui, con tutti i nostri fratelli e sorelle, con ogni altra creatura, in questo mondo finalmente redento: la nuova creazione.

Questa attesa non è passiva. Infatti, il Natale di Gesù ci rivela un Dio coinvolgente: Maria, Giuseppe, i pastori, Simeone, Anna, e più avanti Giovanni Battista, i discepoli e tutti coloro che incontrano il Signore sono coinvolti, sono chiamati a partecipare. È un onore grande, e che vertigine! Dio ci coinvolge nella sua storia, nei suoi sogni. Sperare, allora, è partecipare. Il motto del Giubileo, “Pellegrini di speranza”, non è uno slogan che tra un mese passerà! È un programma di vita: “pellegrini di speranza” vuol dire gente che cammina e che attende, non però con le mani in mano, ma partecipando.

Il Concilio Vaticano II ci ha insegnato a leggere i segni dei tempi: ci dice che nessuno riesce a farlo da solo, ma insieme, nella Chiesa e con tanti fratelli e sorelle, si leggono i segni dei tempi. Sono segni di Dio, di Dio che viene col suo Regno, attraverso le circostanze storiche. Dio non è fuori dal mondo, fuori da questa vita: abbiamo imparato nella prima venuta di Gesù, Dio-con-noi, a cercarlo fra le realtà della vita. Cercarlo con intelligenza, cuore e maniche rimboccate! E il Concilio ha detto che questa missione è in modo particolare dei fedeli laici, uomini e donne, perché il Dio che si è incarnato ci viene incontro nelle situazioni di ogni giorno. Nei problemi e nelle bellezze del mondo, Gesù ci aspetta e ci coinvolge, ci chiede che operiamo con Lui. Ecco perché sperare è partecipare!

Oggi vorrei ricordare un nome: quello di Alberto Marvelli, giovane italiano vissuto nella prima metà del secolo scorso. Educato in famiglia secondo il Vangelo, formatosi nell’Azione Cattolica, si laurea in ingegneria e si affaccia alla vita sociale al tempo della seconda guerra mondiale, che lui condanna fermamente. A Rimini e dintorni si impegna con tutte le forze a soccorrere i feriti, i malati, gli sfollati. Tanti lo ammirano per questa sua dedizione disinteressata e, dopo la guerra, viene eletto assessore e incaricato della commissione per gli alloggi e per la ricostruzione. Così entra nella vita politica attiva, ma proprio mentre si reca in bicicletta a un comizio viene investito da un camion militare. Aveva 28 anni. Alberto ci mostra che sperare è partecipare, che servire il Regno di Dio dà gioia anche in mezzo a grandi rischi. Il mondo diventa migliore, se noi perdiamo un po’ di sicurezza e di tranquillità per scegliere il bene. Questo è partecipare.

Chiediamoci: sto partecipando a qualche iniziativa buona, che impegna i miei talenti? Ho l’orizzonte e il respiro del Regno di Dio, quando faccio qualche servizio? Oppure lo faccio brontolando, lamentandomi che tutto va male? Il sorriso sulle labbra è il segno della grazia in noi.

Sperare è partecipare: questo è un dono che Dio ci fa. Nessuno salva il mondo da solo. E neanche Dio vuole salvarlo da solo: Lui potrebbe, ma non vuole, perché insieme è meglio. Partecipare ci fa esprimere e rende più nostro ciò che alla fine contempleremo per sempre, quando Gesù definitivamente tornerà.
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Saluti
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare...

Il mio pensiero va, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Vi invito a volgere lo sguardo verso Maria, tanto presente in questo tempo di Avvento. La Vergine Immacolata, che con il suo "sì" all'Angelo Gabriele ha aderito totalmente alla volontà di Dio, vi sostenga nel proposito di rendere fruttuosa la grazia del Giubileo

A tutti la mia benedizione!


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