martedì 4 novembre 2025

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI - ANGELUS 02/11/2025 Leone XIV: con Dio la speranza che “nessuno andrà perduto” (Commento/sintesi, testo e video)

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI

Piazza San Pietro
XXXI Domenica del Tempo Ordinario, 2 novembre 2025

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Leone XIV: con Dio la speranza che “nessuno andrà perduto”

Nel giorno dedicato alla Commemorazione dei fedeli defunti, il Papa rammenta nell’Angelus in Piazza San Pietro che la voce di Gesù “viene dal futuro” e “libera dal senso di impotenza con cui rischiamo di rinunciare alla vita”. L’invito a custodire la memoria come promessa di eternità: il ricordo restituisce “infinita dignità” a “chi la storia sembra avere cancellato”

Un primo piano del Papa sorridente (@Vatican Media)

"Nessuno andrà perduto": un messaggio di speranza, che scaturisce dall'annuncio della risurrezione, dalla fiducia che Dio non dimentica nessuno dei suoi amati figli. Chiamati uno a uno "per nome" dalla voce di Gesù, una voce che "viene dal futuro" e libera dal senso di impotenza "con cui rischiamo di rinunciare alla vita".

Domenica 2 novembre, nella giornata dedicata alla Commemorazione di tutti i fedeli defunti, le parole di Leone XIV si diffondono con una rassicurazione e una chiamata a sospendere il rumore quotidiano per ricordare chi non è più fisicamente presente su questa terra. Dalla finestra del Palazzo Apostolico vaticano, nella catechesi dell’Angelus il Papa si rivolge ai numerosi fedeli presenti in Piazza San Pietro, auspicando che "la visita al cimitero, in cui il silenzio interrompe la frenesia del fare, sia dunque per tutti noi un invito alla memoria e all’attesa". Il tempo meteorologico incerto acuisce la nostalgia, ciascuno ha un caro defunto che vorrebbe riabbracciare, qualcuno da tenere stretto in una promessa di eternità.

Fedeli in piazza San Pietro (@Vatican Media)

La voce di Gesù arriva dal futuro

Un dolore, però, quello del distacco, che per un cattolico è solo temporaneo, nella consapevolezza del ritorno alla vita. "Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà", il Papa ripete le parole del Credo. E aggiunge:

Commemoriamo, dunque, il futuro. Non siamo chiusi nel passato, nelle lacrime della nostalgia. Nemmeno siamo sigillati nel presente, come in un sepolcro. La voce familiare di Gesù ci raggiunga, e raggiunga tutti, perché è la sola che viene dal futuro.

Una voce arriva da un tempo ancora da realizzarsi, è quella di Gesù, che dalla certezza della risurrezione “ci chiama per nome, ci prepara un posto, ci libera dal senso di impotenza con cui rischiamo di rinunciare alla vita”.

Nessuno sia perso per sempre

Una prospettiva, la sconfitta della morte, che in questi giorni di inizio novembre “illumina il destino di ognuno di noi”, prosegue il Pontefice, ricordando quanto affermato da Gesù nel Vangelo di Giovanni: “Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno”.

È chiaro il centro delle preoccupazioni di Dio: che nessuno sia perso per sempre, che ciascuno abbia il suo posto e brilli nella sua unicità.

Leone XIV affacciato dalla finestra del Palazzo apostolico vaticano (@Vatican Media)

Ogni persona è un mondo intero

Si tratta del mistero celebrato ieri nella Solennità di tutti i Santi, una “comunione delle differenze” che “allarga la vita di Dio a tutte le figlie e i figli che hanno desiderato farne parte”, ma anche il desiderio “inscritto nel cuore di ogni essere umano”, che invoca “riconoscimento, attenzione e gioia”.

Con la Commemorazione di tutti i fedeli defunti il mistero è “ancora più vicino”.

La preoccupazione di Dio di non perdere nessuno, infatti, la conosciamo dall’interno ogni volta che la morte sembra farci perdere per sempre una voce, un volto, un mondo intero. Ogni persona, infatti, è un mondo intero.

La memoria restituisce dignità

Quella di oggi, rimarca Papa Leone, “è una giornata che sfida la memoria umana, così preziosa e così fragile”. Senza memoria della vita, morte e risurrezione di Gesù, continua, “l’immenso tesoro di ogni vita è esposto alla dimenticanza”. Nella memoria viva di Gesù, invece, appare nella sua “infinita dignità” persino chi non viene ricordato da nessuno e anche “chi la storia sembra avere cancellato”.

Ancora una volta, la pietra scartata diviene pietra angolare. “Ecco l’annuncio pasquale”, il motivo per cui “i cristiani ricordano da sempre i defunti in ogni Eucaristia, e fino ad oggi chiedono che i loro cari siano menzionati nella preghiera eucaristica”.

Da quell’annuncio sorge la speranza che nessuno andrà perduto.

Folla in piazza per Papa Leone XIV (@Vatican Media)
(fonte: Vatican News, articolo di Lorena Leonardi 02/11/2025)


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PAPA LEONE XIV
ANGELUS


Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

La risurrezione dai morti di Gesù, il Crocifisso, in questi giorni di inizio novembre illumina il destino di ognuno di noi. È Lui stesso ad avercelo detto: «Questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno» (Gv 6,39). Così, è chiaro il centro delle preoccupazioni di Dio: che nessuno sia perso per sempre, che ciascuno abbia il suo posto e brilli nella sua unicità.

È il mistero che ieri abbiamo celebrato nella Solennità di tutti i Santi: una comunione delle differenze che, per così dire, allarga la vita di Dio a tutte le figlie e i figli che hanno desiderato farne parte. È il desiderio inscritto nel cuore di ogni essere umano, che invoca riconoscimento, attenzione e gioia. Come ha scritto Papa Benedetto XVI, l’espressione “vita eterna” vorrebbe dare un nome a questa attesa insopprimibile: non una successione senza fine, ma l’immergersi nell’oceano dell’infinito amore, nel quale il tempo, il prima e il dopo non esistono più. Una pienezza di vita e di gioia: è questo che speriamo e attendiamo dal nostro essere con Cristo (cfr Lett. enc. Spe salvi, 12).

Così, la Commemorazione di tutti i fedeli defunti ci porta il mistero ancora più vicino. La preoccupazione di Dio di non perdere nessuno, infatti, la conosciamo dall’interno ogni volta che la morte sembra farci perdere per sempre una voce, un volto, un mondo intero. Ogni persona, infatti, è un mondo intero. Quella di oggi, dunque, è una giornata che sfida la memoria umana, così preziosa e così fragile. Senza memoria di Gesù – della sua vita, morte e risurrezione – l’immenso tesoro di ogni vita è esposto alla dimenticanza. Nella memoria viva di Gesù, invece, persino chi nessuno ricorda, anche chi la storia sembra avere cancellato, appare nella sua infinita dignità. Gesù, la pietra che i costruttori hanno scartato, ora è pietra angolare (cfr At 4,11). Ecco l’annuncio pasquale. Per questo i cristiani ricordano da sempre i defunti in ogni Eucaristia, e fino ad oggi chiedono che i loro cari siano menzionati nella preghiera eucaristica. Da quell’annuncio sorge la speranza che nessuno andrà perduto.

La visita al cimitero, in cui il silenzio interrompe la frenesia del fare, sia dunque per tutti noi un invito alla memoria e all’attesa. «Aspetto la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà», diciamo nel Credo. Commemoriamo, dunque, il futuro. Non siamo chiusi nel passato, nelle lacrime della nostalgia. Nemmeno siamo sigillati nel presente, come in un sepolcro. La voce familiare di Gesù ci raggiunga, e raggiunga tutti, perché è la sola che viene dal futuro. Ci chiama per nome, ci prepara un posto, ci libera dal senso di impotenza con cui rischiamo di rinunciare alla vita. Maria, donna del sabato santo, ci insegni ancora a sperare.

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Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle!

Con grande dolore seguo le tragiche notizie che giungono dal Sudan, in particolare dalla città di El Fasher, nel martoriato Darfur settentrionale. Violenze indiscriminate contro donne e bambini, attacchi ai civili inermi e gravi ostacoli all’azione umanitaria stanno causando sofferenze inaccettabili a una popolazione già stremata da lunghi mesi di conflitto. Preghiamo affinché il Signore accolga i defunti, sostenga i sofferenti e tocchi i cuori dei responsabili. Rinnovo un accorato appello alle parti coinvolte per un cessate-il-fuoco e l’apertura urgente di corridoi umanitari. Invito, infine, la comunità internazionale a intervenire con decisione e generosità, per offrire assistenza e sostenere quanti si prodigano nel portare soccorso.

Preghiamo anche per la Tanzania, dove, dopo le recenti elezioni politiche, sono scoppiati scontri con numerose vittime. Invito tutti a evitare ogni forma di violenza e a percorrere la via del dialogo.

Saluto tutti voi, romani e pellegrini dall’Italia e da tante parti del mondo, in particolare i rappresentanti del gruppo PeaceMed, provenienti da diversi Paesi del Mediterraneo, il Collegio “São Tomás” di Lisbona, le Suore Operaie di Brescia con la compagnia teatrale “Uno di noi”, i fedeli di Manerbio, le insegnanti dell’Istituto “Aurora” di Cernusco sul Naviglio e i giovani di Rivarolo.

Questo pomeriggio, nel cimitero del Verano, celebrerò l’Eucaristia in suffragio di tutti i defunti. Spiritualmente mi recherò presso le tombe dei miei cari; come pure pregherò per i morti che nessuno ricorda. Ma il nostro Padre celeste ci conosce e ci ama uno per uno e non dimentica nessuno!

A tutti, buona domenica nel ricordo cristiano dei nostri defunti.

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