lunedì 18 agosto 2025

Papa Leone XIV: non rispondere alla prepotenza con la vendetta ma rimanere fedeli alla verità nella carità Angelus 17/08/2025 (cronaca/commento, testo e video)


Papa Leone XIV: non rispondere alla prepotenza con la vendetta ma rimanere fedeli alla verità nella carità

L’Angelus di papa Leone XIV da piazza della Libertà a Castel Gandolfo


Papa Leone XIV all'Angelus di oggi | Papa Leone XIV all'Angelus di oggi | Credit Vatican Media

Giornata impegnativa, quella di oggi, per papa Leone XIV. Dopo aver celebrato stamane la Santa Messa (con e per i poveri assistiti dalla Diocesi di Albano e con gli operatori della Caritas Dicoesana) nel santuario Santa Maria della Rotonda , il pontefice ha fatto ritorno a Castel Gandolfo. Qui, in piazza della Libertà, la consueta preghiera dell'Angelus a mezzogiorno. E poi, sarà con i poveri, a pranzo, nel Borgo Laudato Laudato si', sempre nella località del Lazio.

Il pensiero del pontefice nella meditazione prima della famosa preghiera mariana, si è concentrato - prima di tutto - sul Vangelo di oggi. Lo definisce “un testo impegnativo”, papa Leone XIV . Un testo “in cui Gesù, con immagini forti e grande franchezza, dice ai discepoli che la sua missione, e anche quella di chi lo segue, non è tutta “rose e fiori”, ma è “segno di contraddizione””, così ai fedeli radunati in piazza della Libertà a Castel Gandolfo. E continua: “Così dicendo, il Signore anticipa ciò che dovrà affrontare quando a Gerusalemme sarà osteggiato, ucciso, insultato, percosso, crocifisso; quando il suo messaggio, pur parlando d'amore e di giustizia, sarà rifiutato; quando i capi del popolo reagiranno con ferocia alla sua predicazione”.

Poi, il papa spiega che proprio in quel periodo, "tante delle comunità a cui l'evangelista Luca si rivolgeva con i suoi scritti, vivevano la stessa esperienza. Erano, come ci dicono gli Atti degli Apostoli, comunità pacifiche che, pur con i loro limiti, cercavano di vivere al meglio il messaggio di carità del Maestro". Eppure, allo stesso tempo, furono oggetto di persecuzioni. Da questo, papa Leone trae un insegnamento: "Tutto questo ci ricorda che non sempre il bene trova, attorno a sé, una risposta positiva. Anzi a volte, proprio perché la sua bellezza infastidisce quelli che non lo accolgono, chi lo compie finisce coll'incontrare dure opposizioni, fino a subito prepotenze e soprusi". Sottolinea, inoltre, che “agire nella verità costa, perché nel mondo c'è chi sceglie la menzogna, e perché il diavolo, approfittandone, spesso cerca di ostacolare l'agire dei buoni”.

Ma non bisogna smarrirsi perché "Gesù ci invita, con il suo aiuto, a non arrenderci ea non omologarci a questa mentalità, ma a continuare ad agire per il bene nostro e di tutti, anche di chi ci fa soffrire. Ci invita a non rispondere alla prepotenza con la vendetta, ma a rimanere fedeli alla verità nella carità". Rocrda, in merito, la testimonianza dei martiri cristiani che “anche noi, in circostanze e con modalità diverse, possiamo imitarli”. Prende un esempio dalla vita di tutti i giorni: “Pensiamo, ad esempio, al prezzo che deve pagare un buon genitore, se vuole educare bene i suoi figli, secondo principi sani: prima o poi dovrà saper dire qualche “no”, fare qualche correzione, e questo gli costerà sofferenza”. Dopo, ricorda la testimonianza che danno gli insegnanti: loro, hanno desiderio di “formare correttamente i suoi alunni”. E continua ancora con gli esempi: cita i professionisti, i religiosi, i politici. Cita sant'Ignazio di Antiochia che, mentre era in viaggio verso Roma, il luogo dove avrebbe subito il martirio, scriveva ai cristiani di questa città: “Non voglio che voi siate accetti agli uomini, ma a Dio”. Cita, poi, un'altra frase: “È bello per me morire in Gesù Cristo più che regnare sino ai confini della terra”.

Infine, una preghiera alla Vergine Maria, “Regina dei Martiri”, questo il titolo che papa Leone XIV ricorda alla folla di fedeli. Una preghiera alla Vergine, affinché possa “aiutarci ad essere, in ogni circostanza, testimoni fedeli e coraggiosi del suo Figlio, e di sostenere i fratelli e le sorelle che oggi soffrono per la fede”.

Finita la recita della preghiera dell'Angelus, papa Leone ha voluto esprimere la sua vicinanza "alle popolazioni del Pakistan, dell'India e del Nepal, colpite da violente alluvioni. Prego per le vittime ei loro familiari e per quanto malati a causa di questa calamità". Poi, il pensiero - sempre presente - alla pace: "Preghiamo perché vadano al buon fine gli sforzi per far cessare le guerre e promuovere la pace. Affinché nelle trattative si imponga sempre al primo posto il bene comune dei popoli". Infine, un ricordo alle “iniziative di animazione culturale e di evangelizzazione organizzate spesso nei luoghi di vacanza”: cita, ad esempio, la missione giovanile che si è svolta in questi giorni a Riccione. Saluta cordialmente il gruppo di Aido e dei donatori di sangue Avis, e poi ancora i giovani di Casarano e le religiose francescane di Sant'Antonio. Ricorda i pellegrini al santuario mariano di Piekary.

Papa Leone XIV, in ultimo, saluta i pellegrini convenuti a Castel Gandolfo, andando incontro a loro nella piazza. Grande entusiasmo: strette di mano, sorrisi, benedizioni ai bambini. E' grande festa a Castel Gandolfo
(Fonte: ACI Stampa, articolo di Antonio Tarallo 17/08/2025)

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PAPA LEONE XIV

ANGELUS

Piazza della Libertà (Castel Gandolfo)
Domenica, 17 agosto 2025


Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Oggi il Vangelo ci presenta un testo impegnativo (cfr Lc 12,49-53), in cui Gesù, con immagini forti e grande franchezza, dice ai discepoli che la sua missione, e anche quella di chi lo segue, non è tutta “rose e fiori”, ma è “segno di contraddizione” (cfr Lc 2,34).

Così dicendo, il Signore anticipa ciò che dovrà affrontare quando a Gerusalemme sarà osteggiato, arrestato, insultato, percosso, crocifisso; quando il suo messaggio, pur parlando d’amore e di giustizia, sarà rifiutato; quando i capi del popolo reagiranno con ferocia alla sua predicazione. Del resto, tante delle comunità a cui l’evangelista Luca si rivolgeva con i suoi scritti, vivevano la stessa esperienza. Erano, come ci dicono gli Atti degli Apostoli, comunità pacifiche che, pur con i loro limiti, cercavano di vivere al meglio il messaggio di carità del Maestro (cfr At 4,32-33). Eppure subivano persecuzioni.

Tutto questo ci ricorda che non sempre il bene trova, attorno a sé, una risposta positiva. Anzi a volte, proprio perché la sua bellezza infastidisce quelli che non lo accolgono, chi lo compie finisce coll’incontrare dure opposizioni, fino a subire prepotenze e soprusi. Agire nella verità costa, perché nel mondo c’è chi sceglie la menzogna, e perché il diavolo, approfittandone, spesso cerca di ostacolare l’agire dei buoni.

Gesù, però, ci invita, con il suo aiuto, a non arrenderci e a non omologarci a questa mentalità, ma a continuare ad agire per il bene nostro e di tutti, anche di chi ci fa soffrire. Ci invita a non rispondere alla prepotenza con la vendetta, ma a rimanere fedeli alla verità nella carità. I martiri ne danno testimonianza spargendo il sangue per la fede, ma anche noi, in circostanze e con modalità diverse, possiamo imitarli.

Pensiamo, ad esempio, al prezzo che deve pagare un buon genitore, se vuole educare bene i suoi figli, secondo principi sani: prima o poi dovrà saper dire qualche “no”, fare qualche correzione, e questo gli costerà sofferenza. Lo stesso vale per un insegnante che desideri formare correttamente i suoi alunni, per un professionista, un religioso, un politico, che si propongano di svolgere onestamente la loro missione, e per chiunque si sforzi di esercitare con coerenza, secondo gli insegnamenti del Vangelo, le proprie responsabilità.

Sant’Ignazio di Antiochia, in proposito, mentre era in viaggio verso Roma, dove avrebbe subito il martirio, scriveva ai cristiani di questa città: «Non voglio che voi siate accetti agli uomini, ma a Dio» (Lettera ai Romani, 2,1), e aggiungeva: «È bello per me morire in Gesù Cristo più che regnare sino ai confini della terra» (ibid., 6,1).

Fratelli e sorelle, chiediamo insieme a Maria, Regina dei Martiri, di aiutarci ad essere, in ogni circostanza, testimoni fedeli e coraggiosi del suo Figlio, e di sostenere i fratelli e le sorelle che oggi soffrono per la fede.

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Dopo l'Angelus

Cari fratelli e sorelle,

sono vicino alle popolazioni del Pakistan, dell’India e del Nepal colpite da violente alluvioni. Prego per le vittime e i loro familiari e per quanti soffrono a causa di questa calamità.

Preghiamo perché vadano a buon fine gli sforzi per far cessare le guerre e promuovere la pace; affinché, nelle trattative, si ponga sempre al primo posto il bene comune dei popoli.

In questo tempo estivo ricevo notizie di tante e svariate iniziative di animazione culturale e di evangelizzazione, organizzate spesso nei luoghi di vacanza. È bello vedere come la passione per il Vangelo stimola la creatività e l’impegno di gruppi e associazioni di ogni età. Penso, ad esempio, alla missione giovanile che si è svolta in questi giorni a Riccione. Ringrazio i promotori e quanti in diversi modi partecipano a tali eventi.

Saluto con affetto tutti voi presenti oggi qui a Castel Gandolfo.

In particolare, sono lieto di accogliere il gruppo AIDO di Coccaglio, che celebra 50 anni di impegno per la vita, i donatori di sangue AVIS venuti in bicicletta da Gavardo (Brescia), i giovani di Casarano e le religiose francescane di Sant’Antonio.

Benedico inoltre il grande pellegrinaggio al Santuario mariano di Piekary, in Polonia.

Auguro a tutti una buona domenica!

Guarda il video


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