VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ FRANCESCO
IN INDONESIA, PAPUA NUOVA GUINEA,
TIMOR-LESTE, SINGAPORE
(2-13 settembre 2024)
Venerdì, 13 settembre 2024
SINGAPORE - ROMA
9:15 VISITA AD UN GRUPPO DI ANZIANI E MALATI presso la Casa “Santa Teresa”
10:00 INCONTRO INTERRELIGIOSO CON I GIOVANI nel “Catholic Junior College”
11:20 CERIMONIA DI CONGEDO presso l’Aeroporto Internazionale di Singapore “Changi”
11:50 Partenza in aereo dall'Aeroporto Internazionale di Singapore “Changi” per Roma
18:25 Arrivo all'Aeroporto Internazionale di Roma/Fiumicino
***********
Il Papa saluta anziani e malati di Singapore:
pregate per la Chiesa e l’umanità
Francesco in visita nella Saint Theresa’s Home, da 90 anni struttura di cura e accoglienza alla periferia della città, per salutare operatori e ospiti, tra cui l’arcivescovo emerito di Singapore Nicholas Chia Yeo Joo, alcuni anziani ultra centenari o affetti da gravi malattie. Il Pontefice ha assicurato la sua preghiera e il perdono e ha chiesto a tutti di pregare: “Grazie per la vostra pazienza”
Non ha voluto lasciare Singapore, Papa Francesco, prima di dare lui per primo un saluto e un abbraccio a malati e anziani a cui ha assicurato le sue preghiere, la sua vicinanza, il perdono dei peccati e ai quali ha chiesto pure di pregare per la Chiesa e l’umanità, perché “la preghiera vostra è molto importante”.
Luogo di cura e accoglienza
Sono quelle persone che ormai si avviano verso il tramonto della vita ma che, come ha ripetuto il Pontefice tante volte in questi giorni del 45.mo viaggio apostolico, sono la saggezza, la memoria, un tesoro da custodire e che meritano, quindi, rispetto e dignità, non emarginazione. Intorno alle 9.30 il Papa si è recato nella St. Theresa’s Home, casa di riposo istituita 90 anni fa dalle Piccole Sorelle dei Poveri nella periferia della “Città del Leone” e guidata dall’agenzia no-profit Catholic Welfare Services (CWS). Un luogo soprattutto di cura e accoglienza. Attualmente ospita 200 persone, residenti permanentemente, come i centenari Goh, Vincent, Low Joo, Bertha e l’irresistibile Khung Seok, 105 anni, che ha accolto il Papa con un ampio sorriso e in mano le bandierine della Città del Vaticano e di Singapore.
La visita, prima dell’incontro interreligioso con i giovani nel Catholic Junior College e la partenza per Roma, è durata meno di mezz’ora con il Papa che ha girato lungo tutto il quadrato del patio dove si affacciano le stanze di otto posti con i letti reclinabili, divisi dalle tende, e accanto tutto l’occorrente per garantire le cure ai diversi ospiti.
Papa Francesco n visita nella Saint Theresa’s Home
L’abbraccio del Papa
Sono uomini e donne affetti da demenza senile, ritardi, Alzheimer, Parkinson o dalle conseguenze di un ictus. O che, a causa dell’età avanzata, mostrano segni di debolezza e non riescono a ricevere il necessario supporto dalle famiglie. Questa mattina erano tutti disposti fuori dalle loro stanze, sulle sedie a rotelle dove era attaccata una targhetta con il loro nome. File e file di sorrisi sdentati, di sguardi vacui, di bocche aperte o serrate, di tubicini nel naso, di teste reclinate e piedi nudi o gambe in posizioni innaturali. Francesco ha posato il suo sguardo su ognuno, salutandoli e salutando pure gli operatori al loro fianco. Poi si è fermato nella cappellina al centro del patio, accanto alla clinica dentale: lì lo attendevano l’arcivescovo emerito di Singapore, Nicholas Chia Yeo Joo, 86 anni, una religiosa, un francescano e tre sacerdoti in sedia a rotelle.
L'incontro con i malati e gli anziani
Il saluto al missionario padre Anthony
Tra loro c'era padre Anthony Hutjes, missionario tedesco della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria ormai in pensione, da circa quarant’anni a Singapore dove è stato anche parroco della Blessed Sacrament Church. Figura nota a Singapore perché autore di una decina di libri su fede, matrimonio e vita familiare, father Antony ha consegnato al Papa un pacco con dentro i suoi libri, dicendosi– in inglese – contento di “poter trascorrere un po’ di tempo insieme”. Francesco gli ha stretto le mani e lo ha ringraziato per il regalo e ha risposto con una battuta dopo che il sacerdote riferiva del suo corpo cagionevole: “E la testa come va?”. “Bene!”.
“Pregare per la Chiesa e l’umanità”
Da lì il trasferimento nella chiesetta di Casa Santa Teresa con il saluto del direttore che ha indicato la struttura come un “luogo di speranza” e, illustrando rapidamente il lavoro svolto ogni giorno per anziani e malati, ha chiesto a Papa Francesco di “benedire la residenza”: “Ne abbiamo bisogno”.
A braccio Jorge Mario Bergoglio ha condiviso alcune parole con i presenti: diverse file di carrozzine con anziani provenienti pure da altre case di ricovero gestite dal CWS come la Saint Joseph’s Home e la Villa Francis Home, che gridavano “W Papa, W Papa”. Lo stesso facevano gli operatori della Casa all’esterno, disposti sui gradoni della cappella o sulle balconate. “Io saluto tutti voi che siete qui e vi chiedo di pregare per me, io prego per voi. Anche vi chiedo di pregare per la Chiesa e per l’umanità. La preghiera vostra è molto importante davanti a Dio”, ha detto Papa Francesco.
Il perdono del Signore
“Dio è contento di sentire la preghiera vostra. Grazie tante della vostra pazienza e della vostra preghiera”, ha aggiunto il Pontefice prima di dare la sua benedizione. Infine guardando il gruppo davanti ai suoi occhi, persone a cui resta poco tempo da vivere, ha voluto aggiungere un altro passaggio sempre a braccio: “Adesso con questa benedizione il Signore si manifesta vicino a voi. Il Signore perdona tutto sempre e io manifesto nel nome del Signore il perdono a tutti voi”.
L’incontro si è concluso con un’Ave Maria, il passaggio del Papa nel corridoio centrale con un saluto ai presenti e una foto di gruppo davanti alla facciata verde acqua e arancione con una statua della Madonna, insieme a chi lavora o è ospite nella Casa Santa Teresa. Francesco ha regalato una targa per il “Catholic Hub”, ovvero lo spazio in cui verrà riqualificata la Saint Theresa’s Home che, invece, si trasferirà in una struttura di assistenza più grande chiamata Saint Theresa’s Village. Il “Catholic Hub” ospiterà le principali organizzazioni dell’arcidiocesi di Singapore, un centro congressi e per ritiri, una casa per il clero anziano.
Papa Francesco nella casa di riposo istituita 90 anni fa dalle Piccole Sorelle dei Poveri
Applausi e cori
Applausi e di nuovo cori hanno accompagnato il passaggio dell’utilitaria bianca verso il cancello. In sottofondo, solo la voce tonante di Vincent che, in un italiano dal forte accento inglese, ha gridato: “Ciao Ciao Papa, arrivederci”, suscitando le risate e gli applausi di tutti.
(fonte: Vatican News, articolo di Salvatore Cernuzio 13/09/2024)
***********
Foto e video
***********
Il Papa ai giovani di Singapore:
siate coraggiosi, uscite dalle comfort zone
Francesco, come ultimo appuntamento del viaggio apostolico in Asia e Oceania, incontra i ragazzi di diverse fedi al Catholic Junior College. Chi sceglie di vivere in un modo confortevole è “un giovane che ingrassa la mente”. L’invito poi ad andare sempre avanti nell'incontro perché “ogni dittatura nella storia, la prima cosa che fa è tagliare il dialogo”
Francesco saluta Singapore e chiude il 45mo viaggio apostolico che lo ha portato in quattro Paesi dell’Asia e dell’Oceania, con un dialogo con i giovani riuniti al Catholic Junior College per l’incontro interreligioso. Un appuntamento atteso dai ragazzi che danno il benvenuto al Papa con applausi, canti e una danza eseguita da giovani con disabilità, un calore e un’accoglienza che fa lasciare il discorso previsto al Pontefice che sceglie di rispondere a braccio ai tre ragazzi un giovane indù, una giovane sikh e una giovane cattolica, che gli presentano testimonianze e domande, alla presenza anche di una decina di leader religiosi.
Il Papa con i ragazzi durante l'incontro
Critici da salotto e comfort zone
Raaj, Preet e Nicole parlano dei critici da salotto, chiedono come si possa uscire dalla zona di comfort, come si possa promuovere tra i giovani il dialogo interreligioso, come si possa superare la paura del giudizio, come si possano sfruttare le opportunità dell’intelligenza artificiale gestendo i rischi che questa comporta. Parole che toccano Francesco che parla guardando negli occhi i ragazzi seduti sul palco accanto a lui.
I giovani sono coraggiosi, dice, perché vanno verso la verità, perché camminano, perché sono creativi, ma la gioventù, avverte, deve stare attenta a non cadere nelle ‘critiche da salotto’. La critica, spiega, deve essere costruttiva, altrimenti, al contrario, diviene distruttiva, non percorre una strada nuova. Ci vuole il coraggio di criticare e quello di lasciarsi criticare dagli altri, e “questo è il dialogo sincero tra i giovani”
I giovani devono avere il coraggio di costruire di andare avanti, di uscire dalle zone confortevoli un giovane che sceglie di vivere sempre la sua vita in un modo confortevole è un giovane che ingrassa... ma non ingrassa la pancia, ingrassa la mente. Per questo io dico ai giovani rischiate, uscite, non avete paura, la paura è un atteggiamento dittatoriale, che ti paralizza.
I leader religiosi presenti all'incontro
Riconoscere gli errori
Ciò che è importante, prosegue Francesco, è rendersi conto, quando accade, di aver sbagliato, di aver fatto errori nel proprio cammino. La conseguente domanda di Francesco suscita la risposta di tutti i giovani: cosa è peggio, chiede, “sbagliare perché faccio un cammino o non sbagliare perché rimango chiuso a casa?”
Un giovane che non rischia che ha paura di sbagliare è un vecchio, capito?
I media non rendano schiavi
Francesco affronta un argomento a lui molto caro, sollevato dalle parole dei ragazzi, l’utilizzo dei media. Il Papa fa il ritratto di chi non li usa, che è un ragazzo “chiuso”, è invece “disperso” il giovane che ne è schiavo.
Tutti i giovani devono usare i media ma usare i media perché ci aiutino ad andare avanti non perché ci rendano schiavi, siete d’accordo o no?
Tutte le religioni portano a Dio
Francesco continua nel suo interrogare i giovani, ne loda la capacità di portare avanti il dialogo interreligioso, indica, incalzato dai ragazzi, che “tutte le religioni sono un cammino per arrivare a Dio”, che nessuna è più importante di un’altra.
Sono come diverse lingue, diversi idiomi, per arrivare lì. Ma Dio è Dio per tutti. E come Dio è Dio per tutti, noi siamo tutti figli di Dio.
L'incontro del Papa con i giovani
Il dialogo contro il bullismo
L’età giovanile è quella del coraggio, che assieme al rispetto è necessario per il dialogo al quale Francesco riconosce, come già fatto in passato, un ruolo fondamentale per affrontare il grave fenomeno del bullismo che, verbale o fisico che sia, resta un’aggressione, ma perpetrata da chi è più debole, spiega il Papa, che fa un esempio doloroso, quello del bullismo contro bambini con disabilità.
Come noi abbiamo le proprie disabilità dobbiamo rispettare le disabilità degli altri, questo è importante perché dico questo? Perché superare queste cose aiuta a quello che voi fate, il dialogo interreligioso, perché il dialogo interreligioso si costruisce con il rispetto degli altri, e questo è molto importante.
Le dittature tagliano il dialogo
Francesco si congeda invitando i giovani a seguire le parole di Raaj, a “fare tutto il possibile per mantenere un atteggiamento coraggioso e promuovere uno spazio in cui i giovani possono entrare e dialogare” perché il “vostro è un dialogo che fa cammino, fa strada”.
E se voi dialogate da giovani, dialogherete più da grandi, da adulti, dialogherete come cittadini, come politici. E vorrei dirvi una cosa storica: ogni dittatura nella storia, la prima cosa che fa è tagliare il dialogo.
Ai giovani di Singapore, “coraggiosi quasi sfacciati”, Francesco augura di andare avanti, “con un’illusione” e non di andare indietro
Rischiate! Al contrario cresce la pancia! God bless you and pray for me, I do for you. E adesso in silenzio facciamo una cosa, preghiamo gli uni per gli altri, in silenzio. Che Dio benedica tutti noi. E quando passa un po’ di tempo che voi già non sarete giovani, sarete grandi e anche sarete nonni, insegnate tutte queste cose ai bambini.
(fonte: Vatican News, articolo di Francesca Sabatinelli 13/09/2024)
***********
Foto e video
***********
Concluso il viaggio di Papa Francesco in Asia e Oceania
Il Pontefice è sul volo di rientro in Vaticano dopo 12 giorni di visita in Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste e Singapore. Previsto nel pomeriggio l’arrivo all’aeroporto di Roma Fiumicino
Il decollo del volo della Singapore Airlines alle ore 6.25 ora italiana, le 12.25 locali, segna la fine del 45.mo viaggio apostolico di Papa Francesco, il più lungo dall’inizio del suo Pontificato. Al Singapore Changi Airport, Francesco è stato accolto dal Ministro della Cultura, della Comunità̀ e della Gioventù̀ nella Sala “Dendrobium” dello scalo dove si è intrattenuto per un breve colloquio prima di imbarcarsi per il volo della durata di oltre 12 ore. Prima di entrare nell’aereo tante persone lo hanno salutato, alcuni gli hanno chiesto un selfie e altri gli hanno fatto dono di un libro. Come di consueto, nel corso del viaggio, risponderà alle domande dei giornalisti presenti sul volo.
Papa Francesco prima di salire sul volo per Roma
Il viaggio più lungo
L’ultimo appuntamento della sua giornata a Singapore è stato l’incontro interreligioso con i giovani nel Catholic Junior College. Da lì il trasferimento allo scalo della città-stato per il rientro in Vaticano. Dal 2 al 13 settembre Francesco ha visitato 4 Paesi: Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor-Leste e Singapore, pronunciando 12 discorsi e 4 omelie, spostandosi con 7 voli aerei.
Telegrammi di sorvolo
“Profondo senso di gratitudine” è stato espresso dal Papa nel telegramma inviato al presidente della Repubblica di Singapore Tharman Shanmugaratnam, “per la calorosa accoglienza e la generosa ospitalità”. Francesco assicura le sue preghiere per la pace, l’unità e il benessere della nazione. Benedizioni e preghiere anche nel telegramma di sorvolo indirizzato ai sovrani della Malesia; auguri e doni di pace e benessere per la Thailandia nel testo inviato al re Maha Vajiralongkorn Rama X. Abbondati doni sull’India sono invocati dal Papa nel telegramma al presidente della Repubblica Droupadi Murmu, preghiere anche per il popolo pakistano nel saluto al presidente della Repubblica Islamica del Pakistan Asif Ali Zardari.
Doni di pace e benedizioni
Al suo omologo del Tagikistan, Emomali Rahmon, il Papa offre le sue preghiere affinché “la nazione sia graziata dal benessere e dalla pace”; benedizione divine per l’Uzbekistan sono invocate nel telegramma al presidente Shavkat Mirziyoyev, stesso augurio Francesco lo indirizza a Sedar Berdimuhamedov, presidente del Turkmenistan. Preghiere di unità e concordia per l’Azerbaigian nel telegramma al presidente della Repubblica Ilham Aliyev, preghiere e benedizioni sul popolo della Georgia nel testo inviato al presidente Salome Zourabichvili. “Prego che la nazione sia benedetta con i doni di pace e benessere”: scrive il Papa nel telegramma al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan. Abbondanza di benedizioni per la Grecia le assicura Francesco nel testo indirizzato a Katerina Sakellaropoulou, presidente della Repubblica ellenica. Infine nel telegramma al capo di stato albanese Bajram Begaj, il Papa invia benedizioni di armonia e gioia.
“Popoli riconciliati”
Al presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella, il Papa rivolge un affettuoso pensiero unito alla preghiera per il bene e il progresso del Paese. Nel telegramma esprime la sua gioia per aver incontrato “comunità cristiane radicate in una profonda fede, colme di fervore e di generosa dedizione al Vangelo”. Apprezzamento poi per la testimonianza di “popoli riconciliati e ancorati a salde tradizioni spirituali”. “Sono grato a Dio – scrive Francesco – per l’esperienza ecclesiale ed interreligiosa vissuta”.
(fonte: Vatican News, articolo di Benedetta Capelli 13/09/2024)
***********
Vedi anche il post precedente: