mercoledì 17 maggio 2023

Don Mattia Ferrari Le torture dei migranti e le colpe dell’Europa

Don Mattia Ferrari
Le torture dei migranti e le colpe dell’Europa


Sperava di trovare una vita degna, il ragazzo ritratto nel video pubblicato sul sito de La Stampa. Dal Camerun è arrivato in Tunisia, ma l'Europa, che lui credeva essere culla dei diritti, ha scelto di respingere le persone che bussano alla sua porta. Il ragazzo è stato così catturato dalla mafia tunisina, che lo tortura perché i suoi parenti inviino un riscatto. Tutto questo avviene perché l'Occidente, che ha depredato e continua a depredare il Sud del mondo, chiude le porte alle persone che migrano in cerca di una vita degna. Lo ha denunciato due anni fa dopo la sua visita a Lesbo il cardinale Jean-Claude Hollerich, attualmente relatore generale del Sinodo Universale dei Vescovi: «In questi anni abbiamo pronunciato bellissime parole sui diritti umani e sui valori europei. C'è gente che ha creduto in quello che stavamo dicendo. Ma arrivati lì, ai confini con l'Europa, si sono accorti che quello che fino ad oggi abbiamo detto erano solo bugie».

Questa violenta disumanità raggiunge il suo apice in Libia. Lo ha denunciato a più riprese Papa Francesco, che nell'intervista a Fabio Fazio a «Che tempo che fa» l'anno scorso ha affermato: «Quello che si fa con i migranti è criminale». Nel 2017 l'Italia ha sancito questo sistema con gli accordi con la Libia, nei quali, come ha rivelato Nello Scavo, ai tavoli con l'Italia sedevano superboss della mafia libica, indicati come tali dalle autorità internazionali, Bija e Al-Khoja. In questi anni più di 100 mila persone sono state catturate in mare dalla cosiddetta Guardia costiera libica e deportate nei lager, dove hanno subito quelli che l'Onu definisce «orrori inimmaginabili» e dove molti di loro sono spariti per sempre.

Ora si rischia che sul fronte tunisino avvenga la stessa cosa. Lo Stato tunisino sta subendo una trasformazione autoritaria e in seguito ai discorsi discriminatori contro i migranti provenienti dall'Africa subsahariana pronunciati dal presidente Kais Saied, il razzismo contro le persone migranti, già esistente in Tunisia, si è intensificato portando a un dilagare della violenza perpetrata ai loro danni. Molte persone sono quindi in fuga, ma l'Europa ha scelto anche in questo caso i respingimenti, appaltandoli alla Tunisia. Solo nel primo trimestre del 2023, 14.963 persone sono state catturate in mare e violentemente riportate indietro.

Il video di questo ragazzo torturato è un monito alle nostre coscienze. Chiediamo che le autorità italiane, europee e internazionali ascoltino il grido che sale dal Mediterraneo e dalle sue sponde. Mediterranea, che ho l'onore di servire come cappellano, insieme a tante realtà della società civile ha scelto di ascoltare questo grido e di porsi concretamente accanto ai nostri fratelli e sorelle migranti, per salvarli dal naufragio e dal respingimento. Continueremo a farlo perché ci muove qualcosa che nessuno può fermare: l'amore viscerale. Sentiamo nel nostro cuore che quelle persone sono nostri fratelli e sorelle e che solo facendo diventare carne questa fraternità attraverso i nostri corpi, ci salveremo, insieme. In questa ora difficile della storia da una parte c'è la bruttezza dei respingimenti, dei risvegli autoritari e patriarcali, del dilagare dell'individualismo neoliberista, dall'altra c'è la bellezza di un'umanità che ha scoperto che la vita si compie nell'amore viscerale e universale: solo chi vive questa bellezza la scopre. L'invito a ogni persona che legge queste righe è di unirsi a questa umanità, in mare e nelle varie città, che pratica il soccorso e l'accoglienza, che costruisce la giustizia e incarna la fraternità. Allora ci salveremo, insieme


(fonte: La Stampa 16/05/2023)

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