giovedì 20 ottobre 2022

Una lettera per Asra Panahi, la studentessa iraniana picchiata a morte a scuola perché non ha cantato l'inno per l'Ayatollah


Lettera per Asra Panahi

Carissima Asra, io so che ora sei nella parte del mondo che non ha patito la Babele delle lingue e puoi comprendermi.

Peraltro credo che tutti coloro che spendono i propri giorni per la libertà e per i diritti e lavorano a costruire la pace, sono sulla stessa frequenza d'onda e riescono a comprendersi con le scelte che operano e i gesti che compiono. 
Non hanno bisogno di molte parole. 

Quando in classe ti sei svelato il capo e ti sei rifiutata di cantare l'inno alla guida suprema, sapevi bene a cosa andavi incontro ma hai pensato che quel rischio era la strada per affermare la tua dignità di ragazza libera. 

Io vorrei che l'eco della tua fierezza raggiungesse le nostre coscienze. L'anima del mondo. Vorrei che quel segno posto nella classe una delle milioni di scuole del mondo parlasse ai giovani di ogni angolo della terra per varcare la soglia di una nuova rivoluzione. Per permettere alla vita di vivere e volare ritrovando il coraggio di essere se stesse. Semplicemente questo. Essere se stesse per non permettere ad altri di obbligarci a dire, cantare, ripetere gli inni che vogliono loro. 

Una lettera, Asra, per dirti soltanto grazie. 
E se ti è possibile di perdonaci tutti per averti tagliato le ali a 16 anni.
(fonte: Mosaico dei Giorni, articolo di Tonio Dell'Olio 19/10/2022)
 
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Asra, la studentessa iraniana picchiata a morte a scuola
perché non ha cantato l'inno per l'Ayatollah

Aveva sedici anni e frequentava il liceo femminile Shahed ad Ardabil. Il sindacato degli insegnanti ha raccontato il pestaggio, le autorità negano, proprio come è successo per Masha Amini


Asra Panahi aveva 16 anni e frequentava il liceo femminile Shahed ad Ardabil, la città capoluogo della Provincia di Ardabil, nell'Iran nord-occidentale. La sua storia la racconta il Consiglio di coordinamento delle associazioni di categoria degli insegnanti iraniani, il sindacato dei professori. Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nella sua scuola chiedendo a lei e alle sue compagne di cantare un inno-lode dedicato all'Ayatollah Ali Khamenei .

Alcune di queste giovani studentesse, tra cui Asra, si sono rifiutate di inneggiare al leader supremo e la polizia, furiosa, le ha picchiate. Le botte sarebbero state così forti che sono finite in ospedale, e, come è successo per Masha Amini, la ventiduenne uccisa perché dal velo usciva una ciocca di capelli, anche Asra è morta.

Era il 13 ottobre scorso. La notizia dell'ennesima vittima delle forze iraniane, che come riporta l'Iranian Human Rights fa salire il bilancio a 215, ha infuocato di nuovo le piazze già a fuoco da quattro settimane, dall'uccisione di Amini.

Come sempre, i funzionari di Raisi hanno respinto le accuse rivolte alla forze di sicurezza e un uomo identificato come lo zio di Asra è apparso in tv dicendo che la ragazza sarebbe morta per una condizione cardiaca congenita. Stesso copione che si ripete. Nelle ultime settimane, gli attivisti hanno raccontato che la polizia costringerebbe i familiari delle vittime dei pestaggi a raccontare menzogne sulla morte dei loro figli e delle loro figlie.

Le scuole femminili sono diventate tra i bersagli preferiti delle forze di sicurezza che fanno raid e incursioni punitive. Sono tanti i video e le immagini che mostrano le studentesse in rivolta, contro il regime teocratico. Il sindacato degli insegnanti ha chiesto le dimissioni del ministro dell'Istruzione, Yousef Nouri.
(fonte: Corriere della Sera, articolo di Greta Privitera 18/10/2022)