giovedì 20 ottobre 2022

Libro di Papa Francesco "Vi chiedo in nome di Dio" Dieci preghiere per un futuro di speranza.

Vi chiedo in nome di Dio
di Papa Francesco

Attraversiamo tempi quanto mai incerti. La pandemia, la guerra, la crisi climatica, politica e sociale hanno reso il presente un terreno fragile su cui camminare, e il futuro un'incognita che fa paura. In un simile contesto, mantenere accesa la luce della speranza diventa un compito sempre più arduo. Eppure, quella luce, per quanto flebile, continua a splendere. E splende con forza tra le pagine di questo volume, in cui papa Francesco, alla soglia del decimo anno del suo pontificato, riprende il senso degli interventi di riforma del Vaticano e della Chiesa da lui attuati da quel 13 marzo del 2013 e, nelle riflessioni offerte a Hernán Reyes Alcaide, giornalista suo conterraneo, disegna il mondo che vorrebbe vedere realizzato attraverso dieci richieste in nome di Dio.

Con la sua voce limpida e diretta, mantenendosi fortemente ancorato all'attualità e riprendendo non solo le parole dei Vangeli, ma anche di pensatori, scrittori e artisti − da Camilleri a Dostoevskij, da Dante Alighieri a Banksy −, Francesco si rivolge a tutti, credenti e non, per pregare per una casa comune pacificata, liberata dalla povertà, custodita per le generazioni a venire, con le porte aperte al prossimo; per un'umanità che ripudia ogni tipo di abuso, riconosce la dignità di ciascuna persona, le pari opportunità di donne e uomini e non usa il nome di Dio per fomentare le guerre. Perché, se è vero che il mondo ci appare oggi un luogo cupo e inospitale, la strada per uscire dalle tenebre esiste, tracciata da tutti coloro che, grazie all'amore e con l'aiuto di Dio, si fanno ogni giorno «pellegrini di speranza», il motto scelto dal Santo Padre per il Giubileo del 2025: come questo libro, un invito di Francesco a camminare insieme verso la luce.
(fonte: ED. PIEMME)

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Papa, l'appello nel libro "Vi chiedo in nome di Dio":
"Fermate la follia della guerra"

In un brano, anticipato da La Stampa, il Pontefice scrive che la persistenza dei conflitti armati è "il vero fallimento della politica". La guerra in Ucraina "ha messo le coscienze di milioni di persone del centro dell'Occidente davanti alla cruda realtà di una tragedia umanitaria che già esisteva da tempo"


"Chiedo in nome di Dio che si metta fine alla follia crudele della guerra". Questo è l'appello di Papa Francesco contenuto nel libro "Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza". Il quotidiano La Stampa ha anticipato un brano nel quale il Pontefice scrive che la persistenza dei conflitti è "il vero fallimento della politica". La guerra in Ucraina "ha messo le coscienze di milioni di persone del centro dell'Occidente davanti alla cruda realtà di una tragedia umanitaria che già esisteva da tempo" e "ci ha mostrato la malvagità dell'orrore bellico". "Non esiste - invita a riflettere il Papa - occasione in cui una guerra si possa considerare giusta. Non c'è mai posto per la barbarie bellica" 

Frenare la guerra

Il Papa parte dal conflitto in Ucraina e si rivolge alle "autorità locali, nazionali e mondiali": "È da loro che dipendono le iniziative adeguate per frenare la guerra. E a loro, facendo questa mia richiesta in nome di Dio, domando anche che si dica basta alla produzione e al commercio internazionale di armi" e che sia estirpata dal pianeta l'arma atomica: "L'esistenza delle armi nucleari e atomiche mette a rischio la sopravvivenza della vita umana sulla terra". Dalla situazione nell'Europa orientale che "ci ha mostrato la malvagità dell'orrore bellico", Bergoglio estende la sua invocazione a tutte le guerre in corso, chiede "alle autorità politiche di porre freno", "di non manipolare le informazioni e di non ingannare i loro popoli per raggiungere obiettivi bellici".

"Bloccare commercio delle armi"

"La spesa mondiale in armamenti è uno degli scandali morali più gravi dell'epoca presente. Manifesta inoltre quanta contraddizione vi sia tra parlare di pace e, allo stesso tempo, promuovere o consentire il commercio di armi", si legge nel volume scritto da Bergoglio. "È tanto più immorale che paesi tra i cosiddetti sviluppati a volte sbarrino le porte alle persone che fuggono dalle guerre da loro stessi promosse con la vendita di armamenti. Accade anche qui in Europa ed è un tradimento dello spirito dei padri fondatori", sottolinea il Pontefice. "La corsa agli armamenti fa da riprova della smemoratezza che ci può invadere. O, peggio ancora, dell'insensibilità. Nel 2021, in piena pandemia, la spesa militare mondiale ha superato per la prima volta i 2.000 milioni di dollari. A fornire questi dati è un importante centro di ricerca di Stoccolma, ed essi ci mostrano come per ogni 100 dollari spesi nel mondo, 2,2 siano stati destinati alle armi".

"Il commercio delle armi è un grave problema"

Il pontefice si sofferma a lungo sul mercato degli armamenti. "Quanti casi abbiamo visto di bambini morti per avere maneggiato armi nelle loro case, quanti massacri sono stati perpetrati per il facile accesso che a esse c'è in alcune nazioni?", si chiede Bergoglio. "Legale o illegale, su vasta scala o nei supermercati, il commercio di armi è un grave problema diffuso nel mondo. Sarebbe bene che questi dibattiti avessero più visibilità e che si cercassero consensi internazionali affinché, a livello globale, fossero poste restrizioni sulla produzione, la commercializzazione e la detenzione di questi strumenti di morte". "Quando parliamo di pace e di sicurezza a livello mondiale, la prima organizzazione a cui pensiamo è quella delle Nazioni Unite (l'Onu) e, in particolare, il suo Consiglio di sicurezza. La guerra in Ucraina ha posto ancora una volta in evidenza quanto sia necessario che l'attuale assetto multilaterale trovi strade più agili ed efficaci per la soluzione dei conflitti", prosegue nel ragionamento, "In tempi di guerra è essenziale sostenere che ci serve più multilateralismo e un multilateralismo migliore".

"Promuovere la fratellanza e il bene comune"

"Con la guerra ci sono milioni di persone che perdono tutto, ma anche pochi che guadagnano milioni. È sconfortante anche solo sospettare che molte delle guerre moderne si facciano per promuovere armi. Così non si può andare avanti. Ai responsabili delle nazioni, in nome di Dio, chiedo di impegnarsi risolutamente a porre fine al commercio di armi che causa tante vittime innocenti. Abbiano il coraggio e la creatività di rimpiazzare la fabbricazione di armamenti con industrie che promuovano la fratellanza, il bene comune universale e lo sviluppo umano integrale dei loro popoli. Al pensiero dell'industria bellica e di tutto il suo sistema, mi piace ricordare i piccoli gesti del popolo che, anche tramite atti individuali, non smette di far vedere quanto la vera volontà dell'umanità sia di liberarsi dalle guerre", aggiunge il Papa.

"La guerra non risolve i problemi"

La guerra è "una risposta inefficace: non risolve mai i problemi che intende superare", è il pensiero del Papa che quindi si domanda: "Forse lo Yemen, la Libia o la Siria, per citare alcuni esempi contemporanei, stanno meglio rispetto a prima dei conflitti?". Il Pontefice infine indica la via della soluzione: "Servono dialogo, negoziati, ascolto, abilità e creatività diplomatica, e una politica lungimirante capace di costruire un sistema di convivenza che non sia basato sul potere delle armi o sulla dissuasione".
(fonte: Sky Tg24 16/10/2022)

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Libro di Papa Francesco "Chiedo in nome di Dio":
“Fermate la follia della guerra, non esiste un conflitto giusto”

 

Nel libro "Chiedo in nome di Dio, di recente pubblicazione, conversazione tra Papa Bergoglio e il suo conterraneo corrispondente in Italia e in Vaticano Hernán Rayes Alcaide, Papa Francesco fa una rassegna su alcuni punti dei suoi primi dieci anni di pontificato, offre il suo sguardo in prima persona su dieci temi che chiede "in nome di Dio" e aggiunge anche un epilogo per il Giubileo del 2025. La lotta contro abusi, opposizione alla guerra, economia e politica mondiale sono alcuni dei temi del libro.

L'elenco delle "preghiere":

- In nome di Dio chiedo che la cultura degli abusi venga estirpata dalla Chiesa
- In nome di Dio chiedo che proteggiamo la Casa comune
- In nome di Dio chiedo una comunicazione che combatta le fake news ed eviti i discorsi di odio
- In nome di Dio chiedo una politica che operi per il bene comune
- In nome di Dio chiedo che si arresti la follia della guerra
- In nome di Dio chiedo che vengano aperte le porte ai migranti e ai rifugiati
- In nome di Dio chiedo che nella società venga favorita e incoraggiata la partecipazione delle donne
- In nome di Dio chiedo che venga consentita e sostenuta la crescita dei paesi poveri
- In nome di Dio chiedo che a tutti venga garantito il diritto alla salute
- In nome di Dio chiedo che il suo nome non venga usato per fomentare guerre

“Chiedo in nome di Dio che si metta fine alla follia crudele della guerra”. E’ l’appello di Papa Francesco nel suo libro ‘Vi chiedo in nome di Dio. Dieci preghiere per un futuro di speranza’, di cui La Stampa anticipa un brano. “La sua persistenza tra noi”, scrive è “il vero fallimento della politica”. E si rivolge alle “autorità locali, nazionali e mondiali”: “è da loro che dipendono le iniziative adeguate per frenare la guerra. E a loro, facendo questa mia richiesta in nome di Dio, domando anche che si dica basta alla produzione e al commercio internazionale di armi” e che sia estirpata dal piante l’arma atomica: “L’esistenza delle armi nucleari e atomiche mette a rischio la sopravvivenza della vita umana sulla terra”.

Il Papa parte dal conflitto in Ucraina, che ha messo l’Occidente davanti all’evidenza e “ci ha mostrato la malvagità dell’orrore bellico”. Quindi estende la sua invocazione a tutte le guerre in corso, chiede “alle autorità politiche di porre freno”, “di non manipolare le informazioni e di non ingannare i loro popoli per raggiungere obiettivi bellici”.

“Non esiste – invita a riflettere – occasione in cui una guerra si possa considerare giusta. Non c’è mai posto per la barbarie bellica”. “La guerra è anche una risposta inefficace: non risolve mai i problemi che intende superare – rimarca il Papa -. Forse lo Yemen, la Libia o la Siria, per citare alcuni esempi contemporanei, stanno meglio rispetto a prima dei conflitti?”.
Il Pontefice indica la via della soluzione: “servono dialogo, negoziati, ascolto, abilità e creatività diplomatica, e una politica lungimirante capace di costruire un sistema di convivenza che non sia basato sul potere delle armi o sulla dissuasione”.
(a cura Redazione "Il sismografo")