lunedì 29 agosto 2022

VISITA PASTORALE DI PAPA FRANCESCO A L’AQUILA 28/08/2022 / Prima parte - Ai Familiari delle Vittime: "La morte non può spezzare l’amore... Ma il dolore c’è, e le belle parole aiutano, ma il dolore rimane. E con le parole non se ne va il dolore. Soltanto la vicinanza, l’amicizia, l’affetto: camminare insieme, aiutarci come fratelli e andare avanti..." (cronaca, testo e video)

VISITA PASTORALE DI PAPA FRANCESCO
A
L’AQUILA

Domenica, 28 agosto 2022

8.00 Decollo in elicottero dall’eliporto del Vaticano.
8.25 Atterraggio nello Stadio Gran Sasso di L’Aquila (in forma privata); trasferimento in auto a Piazza Duomo
8.45 In piazza Duomo il Santo Padre è accolto da: - Card. Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo di L’Aquila - Dott. Marco Marsilio, Presidente della Regione Abruzzo - Dr.ssa Cinzia Teresa Torraco, Prefetto di L’Aquila - Dott. Pierluigi Biondi, Sindaco di L’Aquila
Accompagnato dal Card. Petrocchi, il Santo Padre entra in Duomo per una visita privata (la Cattedrale risulta ancora disastrata dopo il terremoto del 2009)
9.15 Sul sagrato del Duomo:
· Il Santo Padre rivolge un saluto ai Familiari delle Vittime, alle Autorità e ai cittadini presenti in Piazza
Al termine, trasferimento in auto alla Basilica di Santa Maria in Collemaggio

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Il Papa a L'Aquila: siete gente resiliente, serve impegno lungimirante per ricostruire

Primo appuntamento della visita di Francesco nel capoluogo abruzzese con l'incontro, in Piazza Duomo, con i familiari delle vittime del terremoto del 2009. L'abbraccio alla popolazione che ringrazia per la testimonianza di fede e l'impegno nella "rinascita". L'appello ad avere "attenzione particolare" nella ricostruzione delle chiese, poi la denuncia: "Troppe vittime nelle carceri". Il Pontefice in visita nella Cattedrale ancora sfigurata dal sisma


Parla di speranza, di dolore e dignità, ma anche di "un impegno lungimirante" per la ricostruzione spirituale e materiale, il Papa al popolo "resiliente" de L’Aquila, che dopo circa tredici anni ancora soffre le conseguenze del terribile terremoto del 2009 che provocò oltre 300 morti e 1600 feriti. Il Pontefice è giunto intorno alle 8.30 nel capoluogo abruzzese, dove celebra oggi la Perdonanza Celestiniana, primo Pontefice ad aprire la Porta Santa dopo 728 anni. Atterrato in elicottero in Piazza d'Armi, Francesco si dirige subito verso la centrale Piazza Duomo. Il tragitto a bordo della Fiat 500L bianca è accompagnato dal canto dedicato alla Salus Populi Aquilani, la Vergine protettrice della popolazione. Ad accogliere il Papa c'è il cardinale Giuseppe Petrocchi, insieme alle locali autorità, tra cui il presidente della regione Marco Marsilio.

Piazza Duomo gremita

Tutto intorno, assiepate dietro le transenne, migliaia di persone a scattare foto dai telefonini. Sul sagrato, invece, sotto un sole timido e ai piedi del palco bianco sul quale campeggiano striscioni con scritte tratte da frasi del Papa come “Il perdono è un diritto umano” o “Il mondo ha bisogno di pace”, sventolano dalla folla le bandiere bianco-gialle del Vaticano e anche una gialla e blu dell’Ucraina. In prima fila ci sono i parenti delle vittime del terremoto che, come dice il cardinale Petrocchi nel suo saluto, ha “provocato immani distruzioni e numerosi morti”. Dietro a loro i piccoli scouts di Agesci, i membri di varie associazioni caritative, gruppi laicali, rappresentanti del mondo carcerario abruzzese, tra figure istituzionali e detenuti.

Il Papa in Piazza Duomo a L'Aquila

La gratitudine del Papa

Francesco, raggiunto il palco in sedia a rotelle, parla di un “abbraccio”, quello del Papa a “tutta la città e la diocesi dell’Aquila”. ...
(fonte: Vatican News, articolo di Salvatore Cernuzio 28/08/2022)
 
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PAROLE DEL SANTO PADRE AI FAMILIARI DELLE VITTIME,
ALLE AUTORITÀ E AI CITTADINI PRESENTI IN PIAZZA

Sagrato del Duomo



Cari fratelli e sorelle, buongiorno, buona domenica!

Sono contento di trovarmi tra voi, e ringrazio il Cardinale Arcivescovo per il saluto che mi ha rivolto a nome di tutti. Insieme con voi qui presenti abbraccio con affetto tutta la città e la diocesi dell’Aquila. Ringrazio per la vostra presenza, anche delle autorità, dei carcerati, dei bambini, di tutti: il popolo di Dio.

In questo momento di incontro con voi, in particolare con i parenti delle vittime del terremoto, voglio esprimere la mia vicinanza alle loro famiglie e all’intera vostra comunità, che con grande dignità ha affrontato le conseguenze di quel tragico evento.

Anzitutto vi ringrazio per la vostra testimonianza di fede: pur nel dolore e nello smarrimento, che appartengono alla nostra fede di pellegrini, avete fissato lo sguardo in Cristo, crocifisso e risorto, che con il suo amore ha riscattato dal non-senso il dolore e la morte. E penso a uno di voi, che mi ha scritto tempo fa, e mi diceva che aveva perso i suoi due unici figli adolescenti. E come questo tanti, tanti. Gesù vi ha rimessi tra le braccia del Padre, che non lascia cadere invano nemmeno una lacrima, nemmeno una!, ma tutte le raccoglie nel suo cuore misericordioso.

In quel cuore sono scritti i nomi dei vostri cari, che sono passati dal tempo all’eternità. La comunione con loro è più viva che mai. La morte non può spezzare l’amore, ce lo ricorda la liturgia dei defunti: “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta ma trasformata” (Prefazio I). Ma il dolore c’è, e le belle parole aiutano, ma il dolore rimane. E con le parole non se ne va il dolore. Soltanto la vicinanza, l’amicizia, l’affetto: camminare insieme, aiutarci come fratelli e andare avanti. O siamo un popolo di Dio o non si risolvono i problemi dolorosi, come questo.

Mi congratulo con voi per la cura con cui avete realizzato la Cappella della Memoria. La memoria è la forza di un popolo, e quando questa memoria è illuminata dalla fede, quel popolo non rimane prigioniero del passato, ma cammina e cammina nel presente rivolto al futuro, sempre rimanendo attaccato alle radici e facendo tesoro delle esperienze passate, buone e cattive. E con questo tesoro e queste esperienze va avanti! Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente della ricostruzione.

C’era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale.

La rinascita personale e collettiva, dopo una tragedia, è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti insieme. Sottolineo quell’“insieme”: non a piccoli gruppetti, no, insieme, tutti insieme. È fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia, delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante, perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti, per il futuro.

Nell’opera di ricostruzione, le chiese meritano un’attenzione particolare. Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario. Quelle pietre sono impregnate della fede e dei valori del popolo; e i templi sono anche luoghi propulsivi della sua vita, della sua speranza.

E a proposito di speranza, voglio salutare e ringraziare la delegazione del mondo carcerario abruzzese, qui presente. Anche in voi saluto un segno di speranza, perché anche nelle carceri ci sono tante, troppe vittime. Oggi qui siete segno di speranza nella ricostruzione umana e sociale.

A tutti rinnovo il mio saluto, benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l’intera cittadinanza. Jemonnanzi!

Guarda il video

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La visita privata nella Cattedrale

Sulle note del Salve Regina, ancora in sedia a rotelle, il Pontefice si è trasferito quindi all'interno del Duomo per una visita privata in questo luogo che ancora appare sfigurato dalle ferite del sisma. Con l'elmetto di sicurezza sul capo, Papa Francesco ha salutato i pompieri e tutti coloro che si adoperano per la ricostruzione, che lo hanno accompagnato nei vari cantieri in cui si lavora per far tornare a risplendere questo antico edificio barocco.


Papa Francesco esce dal Duomo
(fonte: Vatican News, articolo di Salvatore Cernuzio 28/08/2022)

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