lunedì 25 ottobre 2021

Siria, i sorrisi di papà e figlio, la foto simbolo che va oltre la guerra

Siria, i sorrisi di papà e figlio,
la foto simbolo che va oltre la guerra

L’immagine scattata dal turco Mehmet Aslan nel campo profughi di Hatay in Turchia vince il Siena International Photo Awards. «Spero che ora si possa aiutare Mustafa»

Munzer El Mezhel con il figlio Mustafa in Turchia (Mehmet Aslan | sipacontest.com)

La gioia che, come un lampo, cancella il dolore e la disperazione. La fotografia, scattata dal turco Mehmet Aslan e vincitrice del prestigioso Siena International Photo Awards (SIPA) 2021, è di quelle che lascia senza fiato. Un uomo senza una gamba, appoggiato su una stampella, alza verso il cielo suo figlio nato senza gli arti inferiori e superiori. I due si guardano negli occhi e sorridono come pervasi da una felicità inattesa.

Hardship of Life (La difficoltà della vita), questo il nome dell’immagine, è stata scattata lo scorso aprile nel distretto di Reyhanli, nella provincia turca di Hatay al confine con la Siria. «Il giorno dello scatto un’equipe medica era venuta qui per visitare il piccolo Mustafa ed è stato un momento di gioia» ha spiegato Aslan che vive nella zona dove fa anche il veterinario. «Il padre si chiama Munzer El Mezhel, nel 2016 si trovava nel mercato di Idlib in Siria con la moglie incinta, quando una bomba scagliata da un aereo del regime di Damasco è esplosa poco lontano. Lui ha perso la gamba, la moglie ha inalato gas nervino». La coppia è stata portata in Turchia in ambulanza ma i farmaci che hanno curato Zeinab hanno danneggiato irreparabilmente il feto. Mustafa, che è nato poco dopo, è affetto da tetra-amelia.

La foto è stata selezionata dalla giuria fra decine di migliaia di immagini inviate da fotografi di 163 Paesi. «Spero che con questo premio si possa aiutare Mustafa che ora è impossibilitato a qualsiasi movimento — ha spiegato ancora Aslan —. Purtroppo in Turchia non sono reperibili le necessarie protesi elettroniche, costose e disponibili solo in Europa». Mentre la madre del bambino finalmente vede una luce di speranza nel futuro: «Quest’immagine ha raggiunto il mondo. Per anni abbiamo cercato aiuto per Mustafa ma nessuno ci ascoltava. Faremmo qualsiasi cosa per dargli una vita migliore».

Meno ottimista il portavoce di Unicef Italia Andrea Iacomini: «Non vorrei che ci trovassimo di fronte all’ennesima prova di indignazione a intermittenza. Come quella drammatica di Aylan, speriamo che questa foto svegli le coscienze dei leader mondiali».

In Siria, intanto, le armi continuano a uccidere, ferire, mutilare. Dal 2011, quando esplose la sollevazione a Daraa contro Assad, sono oltre 350 mila i morti accertati dall’Onu e 13 milioni gli sfollati, di cui oltre 6 riparati all’estero mentre il regime di Damasco tassa gli aiuti internazionali.