mercoledì 25 agosto 2021

Alberto Pellai: COME SPIEGARE LA CRISI AFGHANA AI BAMBINI

Alberto Pellai

COME SPIEGARE LA CRISI AFGHANA AI BAMBINI

Una filastrocca e un film di animazione per raccontare una tragedia di dimensioni enormi. Ecco i consigli di Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta



Prendi la mia bambina e portala via con te. Lei non avrà un domani se resta qui con me. È tutto ciò che ho e lanciarla oltre quel muro cancella in un secondo il mio presente e il mio futuro Il mio gesto disperato, lei un giorno capirà questo è il prezzo da pagare perché viva in libertà. Figlia mia bambina mia, vola via da questa terra dove non c’è alcun rispetto, né diritti... solo guerra. Il mio lanciarti oltre quel muro, nelle braccia di un soldato è il regalo che oggi ti fa il tuo babbo disperato.

Spiegare ai bambini la tragedia afghana sembra impossibile. Eppure comprendere quale tragedia e quale emergenza per l’umanità si compie in una nazione che toglie ogni diritto e libertà usando la forza delle armi e dell’integralismo religioso è troppo importante. Rimangono nel nostro cuore alcune immagini che raccontano più di mille parole la tragedia di un popolo che ha come unica colpa quella di essere nato in un luogo che è il crocevia di mille intricate contraddizioni generate all’interno di un mondo globale in cui interessi economici e politici, conflitti ideologici e religiosi invece di risolversi, sembrano complicarsi.

La foto di uomini che si buttano nel vuoto dopo essersi aggrappati ai carrelli di aeroplani che decollano dall’aeroporto di Kabul spiega cos’è la disperazione di chi non trova altro modo per affermare il proprio diritto alla libertà. A me restano nel cuore, le immagini di bambini lanciati nelle braccia di soldati a cui viene implicitamente chiesto di portarli in salvo, dentro una vita nuova. Sperare per il proprio figlio un’altra vita al punto di affidarlo a uno sconosciuto perché ne abbia cura deve essere la scelta più terribile che un genitore si trova costretto a fare. Per aiutare i nostri figli a comprendere che cosa significa essere bambino in Afghanistan, vi consiglio la visione del cartone Parvana che è disponibile anche su dvd CG Entertainment, che racconta la storia di una preadolescente undicenne, che vive a Kabul nel cuore del regime talebano, insieme alla sua famiglia. Spesso accompagna il padre al mercato locale dove oltre a offrire le poche merci di cui sono proprietari, si propongono come lettori e scrittori a chi ha bisogno di tali servizi. In una nazione in cui il tasso di analfabetismo è altissimo e quello di scolarizzazione bassissimo (aggravato dal divieto imposto alle bambine per motivi religiosi), molte persone hanno bisogno di chi legga una lettera loro recapitata o di chi scriva una risposta ad un messaggio ricevuto da parenti lontani. Un giorno il papà di Parvana viene però arrestato. Lui era un insegnante e un suo ex alunno lo segnala alle autorità talebane definendolo un nemico dell’Islam. Questo fatto fa precipitare la famiglia di Parvana nella povertà e nell’impossibilità di sopravvivere. Insieme a Parvana vivono una sorella maggiore e un fratellino, oltre alla mamma. Poiché le donne non possono recarsi in pubblico e adempiere ad alcuna funziona sociale, nessuno è più in grado di muoversi per la città per fare la spesa, procurarsi il cibo per la sussistenza, adempiere a piccoli lavori retribuiti. Parvana cerca in tutti i modi di far liberare suo padre, senza successo. Poi decide di tagliarsi i capelli e cambiare abbigliamento, così da potersi muovere sulle strade di Kabul fingendo di essere un maschio. Usa per questa trasformazione i vestiti di suo fratello maggiore Sulayan, morto alcuni anni prima. Parvana torna così nel luogo del mercato dove suo padre offriva i propri servizi, si fa chiamare Aatish e per sopravvivere affronta mille sfide in una città e con un regime che non permette nulla a chi nasce femmina e che usa il potere e la forza fisica per annientare ogni forma di dissenso e di critica. Nella fatica della sua vita, Parvana però non smette mai di essere una preadolescente curiosa e coraggiosa, desiderosa di vita. La aiutano a far fronte a tutte queste difficoltà le storie che ha “ricevuto” in dono dal suo papà e che lei stessa riesce a ricreare e reinventare.

La tragedia afghana può essere raccontata attraverso la storia di Parvana. A partire dagli 8-10 anni. Anche la breve filastrocca che apre questo post può essere uno strumento con cui aiutare i nostri figli a comprendere la disperazione di un popolo disposto a tutto per riconquistare l’unico diritto inalienabile a cui ciascuno di noi aspira: la libertà.
(fonte: Famiglia Cristiana 23/08/2021)