giovedì 19 novembre 2020

Da oggi ad Assisi "Economy of Francesco" - L'economia ritrovi un'anima e diventi più umana e più giusta - Le considerazioni di Tonio Dell'Olio e di Luigino Bruni

Da oggi ad Assisi "Economy of Francesco"
- L'economia ritrovi un'anima e diventi più umana e più giusta -
Le considerazioni di Tonio Dell'Olio e di Luigino Bruni


L'anima dell'economia
Tonio Dell'Olio

Si apre oggi ad Assisi "Economy of Francesco", l'incontro di giovani economisti e changemakers convocato nella città di Chiara e Francesco dal Papa argentino. Per dare un'anima all'economia, non per restaurarla ma per ripensarla radicalmente, per metterla davvero al servizio dell'umanità. A partire da quella più sofferente che subisce i colpi di quell'altra economia. Quella dei vincenti e del profitto esclusivamente per sé, dell'evasione dalle responsabilità di contribuire alla crescita di tutti o al rispetto delle dignità di ciascuno. 

Ma non chiamate questi giorni di Assisi "L'altra Davos", vi prego! Se considerassimo Davos il riferimento da cui partire, anche solo per rivoltarlo o addirittura negarlo, saremmo su un falso sentiero. Dovremmo invece liberamente assumere nuovi punti di osservazione e giudizio. 
"Avere in corpo l'occhio del povero" ti fa cambiare i parametri e gli schemi di ragionamento e visione della realtà. Come dice Stefano Zamagni, se cominciassimo ad esempio a distinguere e comprendere che i concetti di valore e di prezzo non coincidono affatto, avremmo già fatto un passo avanti enorme. E daremmo significato pieno alle relazioni, al rispetto del creato, alle persone umane e non solo alle loro prestazioni. 
Non tutto ciò che esiste ha un cartellino con un prezzo. Anzi, proprio le cose che contano di più non possono essere prezzate, deprezzate, disprezzate, possono essere soltanto oggetto dell'economia di fraternità. L'economia che ritrova l'anima.
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AD ASSISI NASCERÀ UNA NUOVA ECONOMIA 
PIÙ GIUSTA E PIÙ UMANA
di Luigino Bruni*

L'economia di Francesco non può essere solo ecologica. Perché il grido della Terra e quello dei poveri sono lo stesso grido. Solo dai giovani può nascere un movimento in grado di cambiare le fondamenta di un capitalismo che crea insostenibili diseguaglianze tra ricchi e indigenti 

Luigino Bruni.
L’economia di Francesco è diventato il più vasto movimento di giovani economisti e imprenditori del mondo. Nella prima fase di organizzazione dell’evento in presenza, prima del lockdown, avevamo immaginato che l’evento si sarebbe svolto in due parti: un pre-evento di due giorni con 500 giovani e l’evento di tre giorni aperto fino a 2000 giovani. L’emergenza Covid, in mezzo al tanto dolore e alle difficoltà generate, ha prodotto anche un effetto collaterale e imprevisto, perché il pre-evento di 2 giorni è diventato di 9 mesi. Infatti, da marzo ad oggi quasi 1000 giovani hanno lavorato attivamente nei 12 villaggi e hanno dato vita ad un vero e proprio movimento .

Fino a marzo c’erano: la chiamata del papa, 3000 nomi e un evento. Oggi è nato un movimento diffuso in tutto il mondo. Questo è già il primo grande e importante risultato di The Economy of Francesco: giovani impegnati per una economia nuova, all’altezza dei tempi nuovi, che stanno mostrando l’obsolescenza dell’economia del XX secolo, ma anche di quella prima del gennaio 2020. Siamo entrati nell’era dei beni comuni e occorre un’economia nuova.

Non basta una economia green per avere una economia di Francesco. Occorre anche l’inclusione dei poveri, il protagonismo dei giovani, la coltivazione della vita interiore. C’è oggi una “economia green” che non ha alcun interesse e attenzione per i poveri e per le diseguaglianze. L’economia di Francesco non può essere solo ecologica. Il grido della terra e il grido dei poveri sono lo stesso grido, come ci ricorda la Laudato Si’ e adesso anche Fratelli tutti. Una fraternità con la terra che non includa la fraternità con gli ultimi non è completa.

L’Economy of Francesco è anche la costruzione di un capitale spirituale globale di cui l’economia ha estremo bisogno. I 5 momenti di tu-a-tu con Francesco non sono ‘contorno’ dell’evento, ma parte integrante del programma, perché la coltivazione dell’interiorità è il cuore di questa nuova economia. L’economia di ieri è stata tutta esterna, tutta giocata sui beni esteriori, e così ha trascurato troppi beni invisibili, come i beni relazionali e i beni morali. Il capitale spirituale è il primo asset che manca nelle imprese, i cui effetti abbiamo visto e continuiamo a vedere.

La pubblicazione dell’enciclica Fratelli tutti ci ha offerto ulteriori spunti di cui non possiamo non tenere conto nei lavori di The Economy of Francesco. L’idea centrale nell’enciclica che il fratello non è il vicino - tema molto caro anche all’economista indiano Amartya Sen, uno degli ispiratori del nostro evento - è anche il cuore della vita di San Francesco d’Assisi. La prima parola di questa enciclica sulla fraternità il Papa l’ha scritta con la scelta del suo nome: Francesco. C’è una continuità fra l’evento voluto da papa Francesco che nel maggio 2019 ha scritto ai giovani economisti e imprenditori del mondo convocandoli ad Assisi, luogo simbolico e cuore del movimento, e l’enciclica sulla fraternità. Una continuità che ci incoraggia a proseguire nel cammino intrapreso.
*Luigino Bruni: economista, coordinatore scientifico del Convegno "The economy of Francesco"