venerdì 6 novembre 2020

Con il covid in aumento anche il cyberbullismo


Con il covid in aumento anche il cyberbullismo



Multilateralismo - Il 5 novembre giornata internazionale contro il bullismo

Frustra, deprime, impaurisce e provoca danni psicologici ma anche fisici alla vittima, è il bullismo e, sempre più spesso in tempi di pandemia, il cyberbullismo che allontana dalla scuola e la rende un luogo insicuro. Le statistiche indicano che un ragazzo su tre nella sua vita scolastica ha subito una qualche forma di violenza da parte dei coetanei, ma sembra un dato sottostimato se l’esperienza è che a scuola, in qualche misura, sono stati tutti vittime di quel fenomeno che oggi viene definito bullismo. Si stima che uno studente su dieci subisca molestie informatiche e questa forma di violenza è in aumento. La pandemia da covid-19 che si è abbattuta sul mondo, se ha privato i “bulli” della contiguità fisica con i pari chiudendo le scuole, ha infatti dilatato il tempo che gli studenti trascorrono davanti al computer. È davanti allo schermo del pc che, ormai, i ragazzi vivono, apprendono e socializzano. Questo aumento senza precedenti di tempo trascorso online ha fatto crescere la loro vulnerabilità al cyberbullismo.

«Durante la pandemia e la relativa chiusura delle scuole — ha dichiarato Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco — abbiamo visto crescere violenza e odio online». E a differenza del bullismo esercitato di persona, il cyberbullismo può raggiungere la vittima dovunque, in qualsiasi momento, spesso lasciandola in uno stato di ansia costante. In sette Paesi europei, la percentuale di bambini e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni esposti a cyberbullismo è aumentata dal 7 al 12% in quattro anni, mentre continua a crescere, in maniera esponenziale, la percentuale dei giovani della fascia d’età tra i 15 e i 24 anni che è connessa. Già nel 2017, secondo i dati dell’International Telecommunication Union (Itu), lo era il 70% dei giovani nel mondo. Una stima riferita dall’Unesco, rileva che sono 246 milioni i bambini e gli adolescenti che sperimentano sulla propria pelle il bullismo ogni anno all’interno o nell’ambito della scuola. Le molestie verbali o via internet colpiscono studenti di tutte le età, in tutti i paesi e regioni del mondo.

I dati disponibili suggeriscono che le ragazze hanno maggiori probabilità di essere vittime di cyberbullismo rispetto ai ragazzi ma anche che un ragazzo su 10 non si vergogna di dichiarare di essere stato “carnefice”. Il bullismo o il cyberbullismo inoltre colpisce maggiormente gli studenti più grandi rispetto a quelli più piccoli: i 15enni riportano una percentuale maggiore di cyber attacchi rispetto a quelli di 11 anni. Gli effetti su ogni fascia d’età sono comunque gravi. Le vittime di bullismo hanno quasi tre volte più probabilità di sentirsi ostracizzati a scuola e hanno il doppio delle probabilità di perdere le lezioni rispetto agli altri. Sono studenti meno brillanti e anche più propensi ad abbandonare l’istruzione non appena finiscono la scuola superiore. Gli atti di violenza subiti a scuola o via internet comportano anche gravi conseguenze per la salute. Gli studenti molestati hanno circa il doppio delle probabilità di sentirsi soli, sviluppare problemi di sonno e avere pensieri suicidi rispetto agli altri. Chi ha conosciuto il bullismo e lo squilibrio di potere tra stalker e vittima, può sviluppare comportamenti aggressivi ripetuti nel tempo. E infine, quando in una scuola si verificano atti di cyberbullismo, secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, è l’intera comunità scolastica a pagarne le conseguenze perché la mancanza di disciplina e l’insicurezza nell’ambiente di apprendimento si traducono in un calo generale delle prestazioni accademiche.

Per questo l’Unesco, nel 2019, ha istituito la giornata internazionale contro il bullismo, celebrata ogni anno il primo giovedì di novembre, che mira a eliminare la violenza e le molestie nelle scuole, compreso il cyberbullismo, in modo che tutti i bambini e i giovani possano godere del loro diritto all’istruzione, alla salute e al benessere. «Nessuno studente dovrebbe vivere nella paura di andare a scuola» è il messaggio che la giornata internazionale vuole diffondere. Sono ancora troppe infatti le persone che credono che le molestie a scuola, comprese quelle informatiche, siano un rito normale e innocuo di passaggio all’età adulta e che si possa fare poco per fermarlo. Al contrario, questo tipo di violenza ha effetti molto dannosi e deve essere prevenuto.