sabato 21 dicembre 2019

Papa Francesco: Due gesti diversi un unico sguardo verso il futuro

Due gesti diversi un unico sguardo verso il futuro

Nell’arco della stessa mattinata, venerdì 20 dicembre, Papa Francesco ha prima lanciato un appello per la pace nel mondo attraverso un videomessaggio condiviso con Antonio Guterres, Segretario Generale dell’Onu, e poi si è recato presso il liceo Pilo Albertelli, una scuola pubblica di Roma, a due passi dalla Basilica di Santa Maria Maggiore e, sedutosi nel cortile della ricreazione, ha dialogato con gli oltre ottocento studenti. Due gesti apparentemente diversi ma che sono due facce della stessa medaglia, due istantanee che ritraggono il medesimo volto, due immagini dello stesso pontificato.

La pace e i giovani, la parola che fa da ponte tra i due concetti è “futuro”, e quindi “educazione”. Non a caso il primo dei due gesti del Papa, il videomessaggio realizzato con Guterres, è terminato con queste parole: «Ascoltiamo la voce di tanti giovani che ci aiutano a prendere coscienza di quanto sta accadendo oggi nel mondo e ci chiedono di essere seminatori di pace e costruttori, insieme e non da soli, di una civiltà più umana e più giusta», una frase conclusiva che non chiudeva ma apriva al secondo gesto che di lì a poco il Papa si accingeva a compiere, uscendo dal Vaticano ed entrando nella vita quotidiana di una istituzione scolastica. Proprio lì, dopo aver salutato il corpo docente e il personale del liceo, Francesco ha realizzato l’invito che aveva pronunciato nemmeno un’ora prima: si è messo in ascolto. Nessun discorso preparato infatti per questa visita estemporanea nella scuola, ma solamente ascolto, ascolto e dialogo tra lui e i giovani fatto di domande e risposte. Sette domande molto apprezzate dal Santo Padre per il coraggio e la schiettezza alle quali il Papa ha risposto con la stessa libertà e sincerità. Ne è scaturito un dialogo profondo e ricco, che ha spaziato su diversi temi, che questo quotidiano pubblicherà nei prossimi giorni e che si è concluso con una domanda proprio sul tema della pace. Il Papa ha risposto sottolineando l’ingiustizia delle guerre e ha rinviato al videomessaggio che aveva appena pronunciato insieme al Segretario Generale dell’Onu, raccomandandone ai ragazzi la lettura.

La pace e la scuola, la pace comincia a scuola, lo aveva già detto nemmeno un mese fa il 25 novembre in Giappone, rispondendo a un giovane che raccontava la sua esperienza di vittima di bullismo; in quella occasione il Papa aveva osservato che i bulli sono i veri deboli e ricordato che è dai rapporti personali più quotidiani che inizia la pace, quella fondata sul coraggio che permette di affrontare la paura, unica vera nemica della pace. Ed è stato questo, il coraggio, il sentimento che si è respirato più forte sia nelle parole rivolte al mondo dal Sommo Pontefice sia nel cortile della ricreazione del liceo Albertelli.
(fonte: L'OSSERVATORE ROMANO, articolo di Andrea Monda 20/12/2019)

L’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze è sempre un po’ particolare, ma quello di venerdì 20 dicembre, per gli alunni del liceo romano Albertelli li ha battuti tutti. In quei giorni un po’ surreali, in cui all’ultimo banco si freme per la paura dell’“interrogazione beffa” a pochi giorni dal Natale, o dove si piazzano assemblee “strategiche” per “alleggerire” il peso delle lezioni, può succedere infatti che a mezza mattina la campanella suoni non per la ricreazione ma per un incontro speciale, quello che proprio non ci si aspetta. «Tutti in cortile ragazzi!... Papa Francesco è venuto a trovarci!».

È quello che, in sostanza, è accaduto venerdì mattina, con il Pontefice che, con una visita privata al di fuori dei programmi ufficiali, ha raggiunto lo storico liceo romano che sorge accanto alla basilica di Santa Maria Maggiore per trascorrere un’oretta con circa ottocento giovani studenti. Ed è stata davvero una chiacchierata tra amici, durante la quale in un attimo si sono abbattute le distanze generazionali e sono stati gettati ponti di confidenza, di fiducia e di affetto reciproci. ...


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